La vita dei bipolari: scintille e cicatrici

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze
Mi rifaccio qui ad una delle tante canzoni che dipingono in maniera non diversa da quella che farebbe un medico quelle vite che si legano al bipolarismo.

"Lo chiamavano Keaton quel pianista
Naturalmente perché non sorrideva mai
mentre noi ci ammazzavamo di risate
a vederlo là come un parafulmine, dritto
contro un cielo di guai
guai di tasche a violoncello, guai d'amore
guai di vita distratta e disperata
che ricamavano dentro al suo stupore
una tela affascinante, ma un po' troppo delicata"


In queste poche parole Guccini riassume gli elementi della biografia bipolare. Una persona che può presentarsi come triste, ma già il sospetto si insinua perché è un artista, per cui ha una "marcia" in più, anche se consacrata ad una tristezza di fondo. Consacrata forse alla tristezza, ma espressa dietro ad una voglia di parlare, di dipingere, di scrivere, di urlare.
Un personaggio che si deve destreggiare tra sfortune e guai, piccoli e grandi, ma che ha una curiosa capacità di rinascere, di assorbire le disgrazie. Eppure ogni volta corre il rischio di essere definitivamente "folgorato" da una sorte avversa, ma sembra animato da una forza che va oltre questa cautela, o questo timore.
Ed ecco che questo personaggio così sfortunato e deriso da chi lo vede in difficoltà, ha una vita che è però "piena", magari di guai ma piena. Quel pieno denota che non è la depressione ad aver segnato la sua vita, ma una serie di tentativi, di prove, di sfide, di accelerazioni. Chi rischia alla fine ci rimette, statisticamente una serie di episodi di euforia o eccitamento non può infatti che portare ad una base più depressa. Alla fine il bipolare sembra un eroe triste, ma è invece un sopravvissuto ai suoi stessi incendi, tutt'altro che titolare di una vita deserta, scialba e indifferente.
A volte la sua vita è "distratta" (depressa, inibita), altre "disperata" (stato misto, depressione agitata), altre ancora è euforica, ma dopo anni rimangono solo i segni, e degli sprazzi brevi, quando suona:

"Si illuminava poi come di colpo
lungo l'efimero consueto di una sera
si illuminava di una gioia grande
quando si avvicinava a una tastiera"

Un personaggio triste, che però si accende nel suonare, con una vita fatta di guai, e che ha resistito come un parafulmine nonostante tutto, è il tipico personaggio bipolare. E i suoi guai, i voltafaccia della sorte o i fallimenti che si è attirato rischiando, gli fanno cambiare rotta con suo stesso stupore.
Una vita affascinante ma delicata. Nella fase finale, con l'umore malinconico e un interesse limitato al sogno, o ai ricordi, o a qualche momento di euforia grande, la persona bipolare sente di sé appunto una delicatezza, un eccessivo risuonare a ciò che gli capita, ai suoi stessi sogni. Non di rado vi è allora un isolamento, per aspettare tempi migliori, per evitare di affrontare una vita che rischia di illudere con una giro di danza e di deludere con il successivo.

Forza e debolezza della struttura bipolare descritte insieme. A volte la lettura esistenziale aiuta a sistemare le esperienze e a ritrovare una nuova via, altre invece non basta. Ecco che subentrano le cure, che cercano di restituire alla persona la capacità di accendersi di nuovo e più a lungo, senza che il cervello diventi "usuraio" di se stesso, chiedendo pwer un prestito immediato di buon umore una montagna di interessi depressivi.
Data pubblicazione: 02 gennaio 2011

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

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7 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Amatevi come compagni di viaggio, con questo pensiero d’avere a lasciarvi, e con la speranza di ritrovarvi per sempre.fra Cristoforo Manzoni. .
I bipolari son persone , non credo sia utile ricordare loro la bestia che possono incarnare . Vanno amati e accettati per quel che sono , voi ,specialisti,dovreste aiutarli in questo e non confonderli ... Hanno sempre e comunque una persona che gli vorrà per sempre bene.

#2
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

Proprio perché persone vanno seguite nel capire gli aspetti del loro disturbo e i rischi che, per forma e non per contenuti, li porta a correre.
Quindi è invece utile ricordar loro come il loro disturbo può procurar danno. Gli specialisti devono curare, è Lei che mi pare confuso con questi messaggi d'amore universale poco pertinenti allo specifico del disturbo.

Quindi "i bipolari sono persone" vada a dirlo a qualcun altro, come se quel che si scrive fosse offensivo. Chi si sente offeso da una semplice descrizione, è forse lui che pretende di portar la cosa su un piano morale, errore fondamentale.

#3
Ex utente
Ex utente

Tra i due aspetti che compongono la malattia , la morale che la si voglia o no e lì, nascosta nella porta acconto del bipolarismo. Buona giornata e grazie per avermi risposto.

#4
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

Non so quali siano i due aspetti, ma francamente io non vedo giudizi morali nello scritto. Anche averne su un disturbo che vorrebbe dire ?

#5
Ex utente
Ex utente

A volte i fattori etici e cognitivi si intrecciano creando curiose asimmetrie. I concetti di causa e conseguenza purché importanti non bastano a spiegare la diversità di intuizioni morali perché intervengono anche altri fattori cognitivi come quelli di azione e omissione, di cosa è normale e di cosa è eccezionale.
Le intuizioni sono innate e universali mentre le giustificazioni per tali intuizioni variano moltissimo.
Tutto qua , ma questo è solo un mio pensiero.

#6
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

Però, come direbbero gli inglesi "non sono certo di aver capito quello che intende", oppure come dicono gli italiani "non ho capito praticamente niente".

#7
Ex utente
Ex utente

Però in inglese non tutte le parole hanno un accento tonico ,quindi molte di queste vengono"mangiate" tra le altre.
Questo significa che l'inglese non lo fa per dispetto pronunciare una frase ,nonostante abbia più sillabe ma medesimi accenti, pronunciare la frase più o meno
nello stesso tempo , ma solo perchè gli italiani si aspettano che la frase duri più a lungo di quella con meno sillabe.Scusi la disgressione ma giusto ricordarlo.

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