Esaurimento nervoso paroxetina

Gentilissimi dottori

Sono un ragazzo di 25 anni, caratterialmente sono una persona sensibile, simaptica che non ha problemi a socializzare e fare amicizia ma ormai sono un pò di anni che convivo con questo problema e vorrei tenatare se possibile di risolverlo in maniera definitiva. Tutto è cominciato appena diplomato, avevo una vita normale una bella ragazza,un nutrito gruppo d'amici e sono uscito dal liceo con il massimo dei voti.Ma invece di andare a godermi il meritato riposo ho cominciato a vomitare e perdere peso, e ho anche pensato al suicidio.
Dopo aver superato l'opposizione di mio padre e mia madre durata 6 mesi sono andato da un neurologo. Il quale mi ha diagnosticato un esaurimento nervoso non curato mi ha prescritto del Lexotan ignezioni di Glicevalerovit e Epargrasovit e il problema si è risolto.Ma dopo la laurea di primo livello il problema si è verificato di nuovamente con sintomi più leggeri quali spossatezza e sonnolenza e apatia. Questa volta ho cambiato neurologo e sono andato da un sencondo in quanto la prima era irreperibile. Anche lui mi ha dignosticato un esaurimento curabile con una compressa di eumetil da 20mg al giorno. ho cominciato la cura ma dopo quattro mesi ero in spagna per l'eramsus e ho deciso stupidamente d'interremporla. Quando sono tornato non stavo al 100%. Tornato dal neurologo mi ha giustamente fatto notare che ora bisognava ricominciare da capo e cosi è stato. Tutto andava bene fino a quando siamo arrivati al conseguimento della laurea specialistica che ha coinciso con la fine di una relazione importante di due anni con una ragazza. In quel periodo stavo riducendo le dosi di eumetil a 2.5 mg al giorno e sono stato malissimo quasi a i livelli della prima volta. Ho telefonato prontamente al neurologo il quale mi ha fatto rialzare la dose a 20 mg e tutto stava tornando normale. I miei genitori si sono intromessi dicendo che non potevo continuare a prendere pasticche a vita a mi hanno poratato dal primo neurologo il quale anche lui ha asserito che era troppo tempo che prendevo l'eumetil circa due anni. Mi ha diagnosticato un esaurimento (tremori alle mani e palpitazioni ) mi ha fatto gradualmente abbassare l'eumetil e parallamente a introdotto un farmaco più leggero chiamato Tranquirit con l'intezione ti togliere anche questo gradualmente.
Sono ripartito per l'estero ( da dove vi scrivo ) ed ero moderatmente felice che tutto si sistemaca qui ho provato ( come prescritto ) a interrompere il tranquit ma ho visto che le palpitazioni e i tremori non smettevano ed essendo lontano da casa ho deciso di continuare a prendere 10 gocce la mattina e 10 la sera. Ha tutto ciò si sono sommate le prime esperienze sessuali ( arrivate un pò molto in ritardo ) e ho scoperto di avere un eiaculazione precocissima anche prima della penetrazione. Ho letto in giro che la paroxetina risolve questo problema. Quindi mi sono cominciati a venire i primi dubbi nel senso che il mio cervello non produce paroextina e là dovrò assumere per sempre. Vorrei sapere voi cosa ne pensate di tutto cio in quanto dopo 5 mesi tornerò in Italia a Marzo ed e mia ferma intenzione cercare di trovare una soluzione a questi problemi.
I dubbi sono avvalorati dal fatto che un mio amico prende delle pasticche simili orami da tre anni e non ha nessun problema.
Spero di avervi fornito sufficienti informazioni per potermi dare utili consigli vi ringrazio in anticipo delle vosteraccomandazioni
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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile ragazzo,
cercherò di risponderti in modo schematico:
1. soffrire di disturbi dell'umore o d'ansia non è una 'debolezza di carattere'. Si tratta di vere e proprie malattie che hanno oggi una base biologica ben documentata, cioè la presenza di disequilibri biochimici a livello del sistema nervoso che possono essere riassestati con farmaci appositi
2. La prima terapia che hai effettuato era del tutto aspecifica: un ansiolitico (Lexotan), due polivitaminici (Glicevalerovit e Epargriseovit): da ciò si può ipotizzare che, in sostanza, quella volta sei guarito da solo, semplicemente perchè la fase patologica si è autolimitata
3. La seconda terapia era più corretta sul piano teorico. La paroxetina è una sostanza che agisce su varie dimensioni emotive (umore, ansia, ossessività, stress post-traumatico, fobia sociale etc.) e che, tra le varie cose che fa, potenzia la trasmissione serotoninergica cerebrale. Il tuo cervello non produce poca paroxetina, poichè non la produce per niente, essendo essa una sostanza di sintesi. Può invece, semplificando, produrre poca serotonina: perciò,prendendo la paroxetina, ne aumenterai la 'produzione'
4. La terapia deve essere proseguita, in mantenimento, a lungo e non esistono tempi predefiniti. Essi verranno decisi insieme allo specialista di riferimento.
5. Mentre gli antidepressivi non creano fenomeni di assuefazione, gli ansiolitici (benzodiazepine) sì. Perciò è del tutto scorretto, in base alle linee-guida internazionali, sospendere la paroxetina sostituendola con il Tranquirit (che è il Valium). Questo soprattutto quando il paziente non sta bene. Agguingo anche che in farmacologia i termini 'leggero' e 'pesante' non esistono.
6. Il termine 'esaurimento nervoso' non esiste in nessun testo medico ufficiale. E' un termine 'popolare' che non indica alcuna diagnosi specifica.
7. Lo specialista di riferimento non è mai il neurologo, bensì lo psichiatra ed in particolare lo psichiatra clinico esperto in diagnosi e farmacoterapia
8. L'eiaculazione precoce, in assenza di origine organiche, è essa stessa una forma di presentazione di una predisposizione 'ansiosa'. Dovrà perciò esssere curata nell'ambito di un contesto di più ampio respiro.

Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente,
concordo con il Dr. Presta riguardo alla neccessità che lei si rivolga ad uno specialista in Psichiatria che individui una appropriata terapia e La aiuti a stabilizzare il quadro sintomatologico. Inoltre Le consiglierei di consultare uno psicoterapeuta (preferibilmente se di formazione cognitivo-comportamentale) data la natura ansiogena di alcuni sintomi da Lei riferiti.

Cordiali saluti
Ilenia Sussarellu

i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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