Un po' emotivamente instabile, se possiamo dire così

Salve.
Sono una ragazza di18 anni, e sto con il mio ragazzo da 8 mesi.
L'ho conosciuto mentre ero insieme ad un altro ragazzo per il quale non provavo nulla e, vedendo lui, ho subito perso la testa. Ho lasciato quel ragazzo il giorno stesso e ho iniziato a parlare con quello che è il mio attuale ragazzo.
Siamo sempre stati molto bene, l'ho sempre amato e lui ha sempre amato me, ho sempre visto in lui in ragazzo perfetto per me sia esteticamente che caratterialmente. Premetto che sono una cosiddetta "pensatrice compulsiva", quando ho un pensiero si radica nel profondo e non riesco a scacciarlo. Oltre a questa premessa, premetto anche che ho avuto un passato un po' tragico con eventi di abbandono in famiglia. Sorvolando questo, che non so se può esserle di aiuto, vorrei giungere al dunque. Dal nulla cosmico ho iniziato a farmi domande come "e se non provassi quello che provo per lui?". Queste domande del genere mi sono venute in mente giorni fa, nonostante sabato avessimo trascorso una bellissima giornata insieme con tanto di intimità passionale e travolgente. Dopo il comparire di questa domanda, ho iniziato a pensarci sempre di più fino a che non ho avuto il timore che questo continuo cervello in moto mi porri davvero ad una mutazione del sentimento che io non voglio! So di amarlo, anche se mi sento confusa. Non è possibile che un amore termini così, soprattutto se in lui ho sempre visto la persona perfetta. Piango molto in questi giorni per via di questa confusione. Sono confusa e al tempo stesso so di non voler lasciarlo andare e di non doverlo fare. Ma mi sento costantemente con questo "peso" nello stomaco e non riesco a capire perché. Mi sono sempre dedicata tanto a lui, abbiamo passato tanti momenti di difficoltà, anche se passeggera. Le giuro che non so più che fare, adesso che mi sento così insicura e confusa. Quando sto con lui mi sento un po' meglio, ma al presentarsi di questa sensazione positiva ripenso al negativo. Mi aiuti, la prego. Anche pensare di stare senza lui mi fa un effetto orribile e il nodo allo stomaco aumenta all'aumentare di questi pensieri. Guardo spesso un video nostro in cui sono serena, siano sereni e piango perché mi domando "perché non posso essere come ero prima?" So di amarlo, lo sento, ma è come se mi sentissi annebbiata al contempo. Mi fa rabbia pensare che mi sono indotta io queste insicurezze, mai avute prima. E pensando a lui penso che sia un ragazzo fantastico che ha sempre suscitato grande interesse in me. Io sono sempre stata un po' emotivamente instabile, se possiamo dire così. Per esempio, ho avuto la tosse per mesi e mesi e mi ero davvero convinta di avere un cancro e il pensiero di ciò mi faceva piangere e sentire in ansia costante. È la stessa cosa che provo adesso, ma in un contesto diverso. Come posso superare questo periodo? Come posso tornare ad essere felice con lui, come ero fino a pochi giorni fa? Non voglio che soffra per il periodo che sto passando ma non so più cosa pensare
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile signorina, da quello che ci descrive, tutto fa pensare a continui pensieri intrusivi sgradevoli (ossessivi? ) che le creano non poco disagio e sofferenza. Lei sta vivendo un periodo di forte ansia che è un'emozione che tutti abbiamo e che in alcuni casi, per: frequenza, intensità e durata può trasformarsi in malessere. Una volta che certi tipi di modalità di pensiero di "incistano" nella nostra mente, creano circoli viziosi compulsivi ("sto sempre a pensare a quello") che determinano, a chi li ha, non solo dolore ma anche dispendio di tempo e di energie mentali e fisiche. Si ricordi cara utente, che un pensiero è SOLO UN PENSIERO che non corrisponde a realtà e che quanto più lei cerca di tenerlo a bada imponendosi di non pensarlo, più le ritorna sgradevolmente in mente. Oltretutto lei accenna ad episodi di abbandono nel suo passato che andrebbero presi in esame. Ora: cerchi di non controllare i suoi pensieri ma li lasci andare quando si insinuano. Certo che facile non è. Detto ciò, se la situazione dovesse protrarsi e crearle eccessiva sofferenza, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Conosco bene la sua zona e so che ci sono ottimi colleghi che potrebbero darle aiuto. Rimaniamo a disposizione. Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
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Grazie dottore, veramente grazie.
Mi rispecchio in tutto quello che ha detto, infatti questa sta diventando una situazione di vero e proprio malessere anche fisico. Mi sono chiusa in casa e la voglia di fare è sotto terra. Mi sento un po'.. non so se depressa sia il termine giusto. Ho accusato episodi di vomito in questi ultimi giorni, penso si tratti però di vomito nervoso anche perché non ho molto appetito. Io tengo davvero ad uscire da questa situazione, non voglio mettere a repentaglio la mia relazione, ma temo di non poter avere a che fare con sedute a pagamento. Al momento l'unica soluzione che mi sembra fattibile sia quella di andare dalla psicologa scolastica due volte a settimana, anche se so già che non potrebbe darmi un beneficio maggiore rispetto a ciò che ha proposto lei, ma solo un'occasione di sfogo. Per il resto, questa storia va avanti da quasi una settimana, nonostante io mi stia ribellando ad essa. Ricordo che tutto è iniziato in palestra, mentre ero sola con me stessa e sa quando le passano per la mente quei pensieri fulminanti che iniziano con "e se...?" E da allora quel "e se...?" Sta diventando un "è così." Senti di dover proprio guarire, non so se può fare qualcosa per aiutarmi. Intanto smetto di andare in palestra, l'avessi saputo non ci sarei mai andata.
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Vorrei aggiungere: anche qua do avevo quel prpblema legato alla tosse mi sono rivolta a voi, e un dottore mi ha gentilmente fatto prendere coscienza del fatto che non avessi un cancro. Mi rivolsi anche alla psicologa della scuol che mi ha da subito inquadrata come una persona ansiosa (non poteva inquadrarlo altrimenti), ho fatto un paio di sedute e poi non sono andata piu perché avevo ritrovato la sensazione di benessere. Ma è difficile essere oggettivi davanti ai sentimenti, anche se ammetto che dopo il suo consulto mi sento già meglio. Non so quanto durerà questo "meglio", perché capita che abbia momenti di lucidità ma ovviamente svaniscono con il trascorrere delle ore. Spero di uscire da questa sensazione, di avere il pieno controllo della mia mente e di riuscire a riscoprire i miei sentimenti che non sono mai andati persi, questo lo so con certezza.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente. Andiamo con ordine rispetto a quello che lei ci scrive. L'ansia frequentemente porta a tristezza e tendenza a non aver voglia di far nulla. Lei è molto stanca dai suoi pensieri ossessivi che le riempiono sgradevolmente le giornate. Gli episodi di vomito sono con molta probabilità legati allo stato ansioso in cui vive. Lo sa che nel nostro sistema gastrointestinale ci sono più neuroni che in tutto il sistema nervoso centrale? Non per niente stomaco e intestino sono i nostri "secondi cervelli"! Se lei ritiene opportuno ne parli con la psicologa scolastica di riferimento. Le dico inoltre che anche nelle ASL (a cui si accede tramite impegnativa del medico di famiglia) ci sono ottimi e preparati colleghi che possono darle un aiuto per venir fuori da questo momento. Lei in questo momento sta attraversando un periodo di ansia che scaturisce dai suoi pensieri sgradevoli. Ogni pensiero conduce ad una emozione. Lei ha fatto un passaggio inconsapevole comune a molti di noi: è passata dal "e se?" a "è cosi"! Le spiego: chi è in ansia come lei considera l'emozione stessa come la prova inconfutabile dell'esistenza del pericolo. In breve: se provo paura vuol dire che questa cosa è pericolosa!. Il segnale di pericolo, diventa il pericolo stesso. Tutto questo mantiene il suo circolo vizioso! Ma I PENSIERI SONO SOLO PENSIERI E LE EMOZIONI SONO SOLO EMOZIONI! Oltretutto lei ci dice di voler riscoprire sentimenti che non sono mai andati via e questo è un gran bel punto di partenza per lei! segua le indicazioni datole. Cordiali saluti
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Gli psicologi della ASL non sono a pagamento?
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E vorrei aggiungere, mi perdoni se la assillo, che l'abbandono subito è stato da parte di mia madre che in passato andava in palestra e si è allontana da mio padre facendo questo. Crede che in qualche modo, questi "e se..?" siano incosciamente riconducibili a questo? Sono andata nella stessa palestra in cui andava lei, tra l'altro.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
il supporto psicologico è attivo in tutte le Aziende Sanitarie Locali (ASL) e disponibile per tutti i cittadini. Si accede con impegnativa del medico curante. Il costo è pari a quello di un ticket e si aggira intorno alle 35 euro per 6 sedute circa. Sarà poi eventualmente il collega a proporle il numero di sedute necessarie. Per ciò che concerne la sua domanda palestra/mamma/suo attuale malessere, da questa postazione è impossibile rispondere. Solo ed esclusivamente con un collega (preferibilmente cognitivo comportamentale) in carne ed ossa potrà analizzare la situazione e predisporre un percorso che mira al suo benessere
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Grazie mille, la terrò aggiornata.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Certo! Ci tenga aggiornati. Siamo qui per lei
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Salve dottore. Sono di nuovo io. Volevo dirle che ho fatto un paio di ricerche, perché mi sento drasticamente satura e sono giusta ad una definizione di questi comportamenti: Doc da relazione.
Cosa ne pensa lei? Sono chiaramenre ossessionata da questi pensieri e mi ritrovo in tutte le testimonianze che ho letto riguardo le persone xin questo problema, che chiaramente ne sono uscite ma è un processo difficile. Mi ritrovo in tutto: dal volersi isolare, ad avere attimi di lucidità che svaniscono perché torna l'ansia e il "peso", al focalizzarsi su eventi positivi passati insieme a lui.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Il doc da relazione non esiste.
Esiste il doc, che è un disturbo ossessivo compulsivo.

Internet inoltre non è un clinico, ma un grande contenitore di informazioni, alcune non scientifiche.

Qualunque cosa sia, dovrà stabilirlo un nostro collega, in modo da poterla aiutare a risolvere, più che a capire come si chiama il disagio che prova.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Cara utente, mettersi sul web a ricercare non le è utile. Meglio affidarsi ad un collega in carne ed ossa che la segua nel percorso come saggiamente consigliato dalla Dottssa Randone. Buona giornata