Lui dice di essere confuso. Come devo gestire la cosa?

Buonasera, vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione che porrete al mio problema e per i possibili consigli che mi darete su come comportarmi.
Vivevo una storia d’amore felice con il mio ragazzo da più di 3 anni. Una storia piena d’amore affetto e passione. In tre anni mai un litigio o se accadeva dopo qualche minuto tutto passava. Negli ultimi mesi si progettava di fare casa e di sposarci tra un paio di anni. Il tempo materiale di organizzare il tutto.
Sembrava andare tutto nel migliore dei modi, anche se io vedevo in lui dei piccoli cambiamenti che hanno fatto si che iniziassero negli ultimi tre mesi i primi litigi più forti, del tipo che si litigava per sciocchezze ma si stava a discuterne per giorni. Mi sono autoconvinta che lui non era poi così entusiasta di ciò che stavamo progettando. A volte lo vedevo silenzioso, a tratti scontroso con tutti e anche con me. Questi miei dubbi, erano dati dal fatto che lui prima di stare insieme a me, ha avuto un fidanzamento lungo 6 anni, finito perché nel momento in cui lei gli ha confessato di volersi sposare, lui ha capito che non l’amava più, ma già da un po’ di tempo e quindi l’ha lasciata per evitare il peggio. Dopo pochissimo tempo ha conosciuto me. Ed è iniziato tutto come una favola. In questi tre anni anche per mia paura ho sempre cercato di capire i suoi tempi per un ipotetico matrimonio. Piano piano a piccoli passi iniziavo a farne qualche cenno anche io. Ed ecco che lui comincia a chiudersi, ad essere più introverso di quanto già lo è di sua natura. Ecco che si presentano i primi litigi e le prime discussione. Fino ad arrivare a 15 giorni fa dove a seguito di un ennesimo litigio sciocco come tutti gli altri passati, mi dice che tutti questi litigi lo hanno portato ad una confusione che neanche lui riesce a gestire. Che non sa cosa vuole veramente dalla vita. Che ci tiene molto a me ma per il bene di entrambi è giusto stare un po’ da soli. Le nostre famiglie sono a pezzi come lo siamo in primis noi. La sua famiglia ha cercato di parlargli per quel poco che riescono a fare perché lui è impenetrabile. Non è un uomo di grandi parole. Dice solo di essere molto triste e dispiaciuto per il male che indirettamente mi sta facendo. Dice di volermi ancora bene ma è confuso! Io non so che fare, tutto questo mi ha distrutta. E sento che si sia rotto qualcosa, che non potrà più tornare come prima. In questi giorni alterno momenti di rabbia e fragilità. Non lo chiamo per giorni ma poi crollo e lo cerco. Fino a ieri che non ho avuto controllo di me stessa, e mi sono precipitata a casa sua solo per abbracciarlo senza riuscire a trattenere le lascrime per poi andarmene via senza dire nulla. Cosa devo fare...? Devo riprendere in mano la mia vita o logorarmi in attesa di un suo ritorno che temo (sensazione) non arriverà mai...? E anche se dovesse ritornare, devo essere sincera, sono molto delusa...perché non so se riuscirò a perdonarlo per questo brutto momento, che ho vissuto e che non avrei mai immaginato di vivere, perché concludo, era tutto fino a poco tempo fa tremendamente bello!!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184

Gentile utente, lei sta vivendo una delle esperienze più dolorose: la fine della fase idilliaca della relazione d'amore, con una brusca realtà che di colpo si sostituisce al sogno e le strappa la felice consuetudine di un amore che credeva eterno e destinato alla naturale evoluzione nel matrimonio. Credo che lei stessa abbia capito i meccanismi che muovono il suo partner, il quale sembrerebbe avere la cosiddetta sindrome di Peter Pan,  (link rimosso dallo staff)
Questa sindrome, anche se non è una vera malattia, certamente crea disagi a chi ne è portatore e a chi gli vive vicino, come possono farlo una serie di abitudini, timori ed evitamenti che hanno impedito al suo uomo di accedere al mondo adulto, accettandone le responsabilità ma anche gli sviluppi positivi: una moglie al posto di una fidanzata, la gestione condivisa di una casa al posto del rifugio infantile della casa dei genitori, dei figli propri al posto della condizione di perenne figlio. Ci sarebbero molte cose da consigliarle, ma la prima è quella di dare lei stessa un esempio di maturità a quest'uomo/bambino che crede di poter fermare il tempo non oltrepassando mai gli stadi di maturazione che la vita invece impone. Lei dice: "le nostre famiglie sono a pezzi" e "la sua famiglia ha cercato di parlargli". Tutto questo è un'intromissione indebita nella vita di una coppia quasi trentenne, le cui scelte non dovrebbero essere discusse e criticate dai genitori come si farebbe per due bambini. Chieda un colloquio da sola a solo al suo uomo e gli manifesti una volta per tutte il suo amore e il suo rammarico, dicendogli che la sta perdendo, ma lo faccia senza isterismi, senza pianti e senza aiuti dei genitori, i quali non farebbero altro che radicare quest'uomo nel ruolo infantile da cui non riesce ad uscire. Gli faccia presente che la vita adulta non ha niente di terrificante, e in ogni caso gli anni passano lo stesso, anche se ci si rifiuta di affrontare le tappe che questo comporta, con la conseguenza di trovarsi, alla fine, con le mani vuote e soltanto rimpianti. Poi abbia il coraggio di lasciarlo alla sua decisione, quale che sia... a meno che non accetti anche lei la vita del Peter Pan. Conosco una coppia di questo tipo: hanno iniziato una relazione una trentina d'anni fa, sempre rimandando convivenza, matrimonio, figli. Sono ancora insieme, coi capelli bianchi, ma ancora ognuno a casa sua e avendo ormai perso tutte le possibilità connesse agli anni giovanili.

Ci pensi. Le sono vicina, con affetto. Mi faccia sapere.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Gentile utente,

tenga conto cho online non è proprio possibile fare diagnosi,
tanto più su una terza persona - il Suo fidanzato - di cui è Lei a riferire.
Noi ci occupiamo qui unicamente di chi ci scrive.

Fatta questa importante precisazione
-che deriva dalle linee guida del sito-
aggiungerei che l'orientamento che Le possiamo fornire in relazione ad una problematica tanto importante per Lei
è di chiedere aiuto di persona ad un/a nostro/a Collega dato che
sono coinvolte più persone,
è complesso stabilire i confini generazionali e famigliari,
lei va sostenuta nel chiarirsi
....
Se lui sarà disponibile, qualche seduta di coppia non è da escludere,
ma sarà il/la terapeuta a definirlo.

Saluti cordiali.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Potenza, la ringrazio per la risposta tempestiva e per la comprensione dimostratami.
Al momento sono dell' idea, se avrò veramente la forza, di lasciarlo riflettere e di concedergli questo tempo di cui lui dice di avere bisogno.
Spero che il tempo e il silenzio non rechi ancora più danni ma possa portare in lui chiarezza in positivo.
Le confesso il timore che un possibile chiarimento e ritorno potrebbe non essere per sempre, poiché questo momento ci ha segnati e condizionerà la nostra vita e la mia fiducia in lui.
Nello stesso tempo, vorrei rassicurarlo manifestandogli una volta per tutte il mio amore e il mio rammarico, ma l'ho già fatto, discorso però accompagnato da pianti e frustrazione.
Per quanto riguarda la cosiddetta sindrome di peter pan ho letto le varie caratteristiche che un uomo con tale "problema" ha e in questi ho rivisto il mio fidanzato in alcuni aspetti mente in altri no. Vero è che non riesce ad assumesi le proprie responsabilità. Vero è che ha la tendenza a prendere tutto alla leggera, per esempio, l’attrazione per il divertimento, la leggerezza con cui si affronta la vita.
Ma d'altro canto ha un lavoro stabile da più di 10 anni e un ruolo di responsabile all'interno dell'azienda. Non ha assolutamente un legame morboso con la madre e con la famiglia, anzi tutt'altro. In famiglia è ancora più silenzioso di quanto lo sia con me.
C'è da dire che il mio fidanzato all'età di 16 anni ha avuto un grave incidente in moto, che lo ha portato a stare in coma 1 sett circa. Era lui alla guida del motore, perse il suo più caro amico. Quando ci siamo conosciuti me ne parlò a lungo ma in termini di "racconto dei fatti" e non di espressione delle sue emozioni, emozioni che io non sono mai riuscita a esternargli per paura di riaprire una ferita, che dal suo atteggiamento, sembra chiusa, anche se non potrà mai chiudersi del tutto.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Carla Maria Brunialti, prenderò in considerazione il suo consiglio. Grazie mille
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

La aiuterebbe a ri-centrarsi su di sè.

Saluti cordiali.



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dopo
Utente
Utente
Pausa di riflessione finita bene.
È la tipica pausa di riflessione prima del matrimonio. Quando il rapporto di coppia inizia a consolidarsi, giunge un momento di trasformazione che porterà o al distacco totale o ad una vita insieme. È proprio questo il momento in cui si viene assaliti da mille dubbi, si pensa alla perdita della libertà. In questi casi l'unica cosa che serve è molta calma e fiducia, perché spesso il partner si ravvede e torna all'ovile.
Potrebbe essere? Mi sto illudendo?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Mah..
Ancora non abbiamo la sfera di cristallo