Vaccino che dubbi

Salve dottori, volevo porvi i miei dubbi riguardo la somministrazione di un vaccino.
Sono il papa' di una bambina di 7 anni, la quale l anno scorso doveva fare il richiamo
per il vaccino tretavalente e mpr.Fece solo il tretavalente perche' l mpr ci fu sconsigliato
In quanto ebbe una neutropenia ora rientrata..Noi per scrupolo facemmo dosaggi anticorpali
per valutare la copertura della prima dose di vaccino mpr fatta a un anno.Risulto' ben coperta.
Secondo voi la bambina necessità della seconda dose del vaccino mpr , oppure e' inutile?
Ho sentito pareri discordanti ,chi dice essere coperta a vita ,chi dice che gli anticorpi scemano.
Dall' altro canto c e la nuova legge sulla obbligo di questo vaccino.Nel caso decidessimo di farglielo
che effetti collaterali darebbe la seconda dose anche se ha già gli anticorpi alti?
Grazie per le eventuali risposte.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
è opportuno effettuare la seconda dose di MPR perchè garantisce una copertura vaccinale per molti decenni o per tutta la vita.
Una sola somministrazione sarà seguita inevitabilmente da un calo del titolo anticorpale sicchè sua figlia potrebbe poi risultare suscettibile ai virus selvaggi contro cui deve fare il richiamo.
Saluti cari,
Dott. Caldarola.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore speravo mi rispondesse lei!Ho seguito
molti suoi post se non tutti e vorrei porle altre domande.
Innanzitutto sempre riguardo la seconda dose mpr che effetti collaterali devo aspettarmi?
Poi un altra cosa in numerosi post in cui chiedono spiegazioni riguardo al vaccino per la meningite, lei risponde che il siero gruppo A Xy non sono comuni in Italia e quindi e'
necessari somministrarlo se si intende effettuare un viaggio all ' estero, eppure posso confermarle che è un vaccino che si inietta ritualmente alla terza dose del meningococco c nei bambini di 15 mesi, Almeno per l altro mio figlio,(ma io ovviamente non lo sapevo! )hanno fatto cosi sono rimasto allibito quando ho letto ciò.
Alla luce di ciò dovrei fare il richiamo alla bimba di cui parlavamo sopra anche del meningococco c fatta l ultima dose nel 2011 ( anche lì mi consigliarono tre dosi a partire dai tre mesi e età mentre ora ne basta una dose a un anno bho! Dosi da smaltire forse!) che mi consiglia di chiedere solo il c oppure c x y w ? Mi scusi non so i nomi commerciali.
E ancora dovrei ad ambedue i bambini fare anche il meningococco b , al di là del prezzo proibitivo per una famiglia,quali sono gli effetti collaterali? Il pediatra mi ha detto che essendo un vaccino a virus attenuato e' più sicuro, Mi conferma ciò? E mi conferma che ha una validità tre cinque anni? Perché qui nessuno lo dice forse per paura che le famiglie si faranno indietro.Mi scusi la lungaggine ma posso garantirle che per noi genitori districarsi in ambiente vaccini e' molto difficile Grazie ancora..
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve.
Le rispondo per punti.
1) dal vaccino MPR non deve aspettarsi nessun effetto collaterale degno di nota: indurimento in sede di inoculo e talvolta spossatezza e febbricola per un paio di gg.
2) So bene che il piano vaccinale comprende l'Anti meningococcico tetravalente: lo stesso non procura problemi rispetto al solo Men C, dunque stia tranquillo e lo faccia inoculare. La durata della copertura vaccinale oscilla tra i tre e i cinque anni poi va richiamato.
Perchè sia stata fatta questa scelta non lo so: probabilmente per avere una copertura più ampia dato che oggi i viaggi all'estero sono all'ordine del giorno.
3)Il vaccino Men B è un vaccino multicomponente batterico e non virale ucciso e non attenuato, frutto di lunghe ricerche farmaco - biologiche. Ciò spiega il costo.
Metta al corrente il Curante che le ha dato una informazione sbagliatissima.
La schedula vaccinale consigliata per sua figlia è di due dosi di 0,5 ml effettuate a distanza di due mesi minimo. Non è rischiesto il richiamo.
Il vaccino è molto sicuro e può prevenire infezioni da meningococco B setticemiche e quasi sempre fatali.
Capisco che fare i genitori che si occupano dei vaccini dei propri figli è duri: ma se i medici di base sono ignoranti allora siamo proprio allo sbando!
Saluti cari,
Dott. Caldarola.
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Utente
Utente
Dottore grazie per le risposte! Se posso approfittare ancora della sua gentilezza! Sempre riguardo la seconda dose mpr la bambina da due mesi a questa parte presenta il mollusco contagioso so, che stiamo curando in tutti i modi, ogni tanto glie ne esce qualcuno, pensa ci siano controindicazioni rispetto a questo problema e vaccino? Sta prendendo anche Macrocea integratori
E poi ancora abbiamo scoperto da poco che anche l altro figlio che ha quasi tre anni presenta in questo momentò neutropenia ha quindi le difese basse alquanto bassine, potrebbe il vaccino della sorella infettarlo in qualche modo? Grazie ancora e scusi tutte queste domande.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
non ci sono problemi nè per il mollusco contagioso, che se non ben trattato accompagnerà sua figlia con ripetute recidive, ne per il fratellino neutropenico che non può venire contagiato dal vaccino MPR.
Tanto meno dai vaccini antimeningococcici.
Serena domenica,
Dott. Caldarola.
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Utente
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Grazie ancora,anche a lei
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Utente
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Dottore salve,torno di nuovo a disturbarla per avere un consulto da lei per il mio bambino più piccolo.Ha tre anni.Raccontarle la vicenda con tutti i dettagli sarebbe molto,lungo cercherò' di sintetizzare facendomi capire il più possibile,e mi scuso già da adesso se non saro' chiaro in qualche punto.Tre mesi fa fece un emocromo dove risuto' avere 500 neutrofili e 3300 globuli bianchi,il resto nella norma.L ematologo a cui ci siamo rivolti fisso' un day ospital da li a un mese e ci avvisa che in caso di febbre di fare un emocromo. Dopo alcuni giorni al bambino viene febbre, e viene ricoverato d' urgenza perche' aveva neutrofili a 100, e 1600 globuli bianchi tutto il resto nella norma. E' stato sottoposto a terapia antibiotica ed una serie d' esami tra cui quello del midollo, che e' risultato produrre. E' stato dimesso dopo 10 giorni. Ad oggi il bambino e' stato sottoposto a innumerevoli analisi del sangue,anche un test con fattori di crescita, dove all' inizio i suoi neutrofili sono saliti per poi scendere di nuovo. I suoi neutrofili salgono a 500 per poi riscendere a circa 200. I globuli bianchi sono ad ogi 4,30.Anche se stiamo aspettando ancora la risposta dell ' esame antineutrofilo,i medici si sono quasi pronunciati. Neutropenia autoimmune.Vorrei chiederle in che cosa consiste.Leggendo qua e la ho letto che immune e' quando si trova l antineutrofilo e idiopatica quando non si trova la causa. Dico errato? Escludendo ovviamente le congenite che sembrano non appartenergli. Ancora ,volevo chiederle da questo tipo di neutropenia si guarisce naturalmente? Cioè, con la crescita questo problema si risolve? Mi hanno prospettato una cura ,in caso si avvalessero le loro ipotesi di diagnosi di neutropenia autoimmune,che sarebbero o le immunoglobuline o il cortisone. Anche se in entrambi ci sono effetti collaterali devastanti la mia paura pende di più per le prime essendo sangue umano, quale e' il loro rischio reale? Mi scusi mi sono dilungato,ma stiamo alla deriva,il bambino ovviamente e' a casa non frequenta la scuola,ma abbiamo un altra bambina che lo fa. E' ovvio che i virus e i batteri sono sempre in giro . Grazie per una sua risposta
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Papà,
dal racconto anamnestico e dall'esito dell'same del midollo osseo, è verosimile, se sono state escluse sindromi genetiche, che la distuzione dei neutrofili in suo figlio avvenga in periferia, cioè fuori dal midollo.
Ciò può essere ascritto alla presenza di anticorpi antineutrofili, di cui si può tentare la ricerca presso centri di alta qualificazione in Ematologia (per esempio al Policlinico Universitario S.Matteo a Pisa che lavora in collaborazione con la facoltà di Medicina e il Dipartimento di Immunoematoncologia di Basel in Svizzera) o ad una forma idiopatica di cui, in sostanza, non si conosce ancora la causa.
E' necessario che suo figlio abbia una conta neutrofilica di almeno 1000 elementi/mmc: diversamente risulta esposto a infezioni da batteri capsulati.
Quindi la terapia è da provare.
Nè il cortisone nè le immunoglobuline sono farmaci devastanti.
Il primo risente di vecchi retaggi che ormai sono leggende metropolitane.
Le seconde pure essendo degli emoderivati per la modalità stessa con cui sono estratte dal pool di plasma NON POSSONO trasmettere agenti virali.
Il procedimento in sostanza è lo stesso che portò negli anni 40 alla scoperta del metodo di estrazione: trattamento con etanolo del plasma e poi, dopo il confezionamento, trattamento termico per ulteriore sicurezza.
Se funzionassero le immunoglobuline e si trattasse di mio figlio non esiterei un minuto a fargliele somministrare.
E' da considerare anche la Plasmaferesi perchè vi è buona possibilità che in suo figlio porti alla remissione del quadro clinico.
Resto fermamente convinto che un secondo parere presso il S. Matteo sia utilissimo.
Potrà aggiornarmi se vorrà.
Cordialità.
Caldarola.
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Utente
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Certo che l aggiorno dottore. Non posso fare nomi ma chi ha seguito mio figlio viene proprio dal San Matteo di Pavia, ora sta in un noto ospedale pediatrico di Roma.Sono quei dettagli che non ho scritto per velocizzare,ma che alla fine risultano fondamentali. Stiamo ancora aspettando l esito dell antineutrofilo mandato in un ospedale noto in alta Italia (non so se posso fare nomi anche qui)Posso chiederle con s' e la Plasmaresesi? Quindi in un modo o nell' altro e' una patologia che con una di queste cure può' guarire? Perche' non i fattori di crescita? Mi scusi tutte queste domande,e non e' che non mi fidi dei dottori che lo stanno seguendo,ma vorrei sapere più cose possibili,scegliere il meglio. Grazie dottore
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
la plasmaferesi è la rimozione, mediante apposito strumento, degli anticorpi anti neutrofili dal plasma di suo figlio.
Se verranno dimostrati.
Sulla prognosi della malattia non ci si può sbilanciare: è possibile che il quadro, se autoimmune, si normalizzi con la maturazione del sistema immunitario durante la crescita.
E' possibile che ciò non si verifichi.
Il midollo di suo figlio, da quanto mi dice, è normofunzionante: stimolarlo con i fattori di crescita può essere utile occasionalmente.
Una stimolazione continua NON è consigliabile onde evitare che una iperstimolazione di lunga durata lo esponga a rischi assai più seri.
Io continuerei a farmi seguire al S.Matteo: che al noto Ospedale pediatrico, se non ho capito male sede extraterritoriale, non facciano gli anticorpi anti neutrofili la dice lunga sulla eccellenza della Unità Operativa.
Saluti cari.
Caldarola.
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Utente
Utente
Che dirle dottore! Da quel che ho capito su questa malattia purtroppo rara oppure come ci ha detto il primo ematologo chissà' quanti bambini la hanno e non lo sanno! Va bhe volevo sottolineare una cosa.Premettendo che ho una grande fiducia in lei, e andrei anche in America per curare mio figlio, ho notato che l iter diagnostico e' uguale un po dappertutto. Le dico questo perche' ,qui tornano di nuovo quei dettagli che non avevo detto per non dilungarmi. Il bambino quando ha avuto febbre e' stato ricoverato in un altro ospedale. Sempre l eccellenza in ematologia a Roma per carità' e' li che gli hanno fatto tutti gli esami.Anche li hanno mandato il primo test antineutrofilo a Genova. Poi ai controlli successivi abbiamo deciso di rivolgerci all' ospedale pediatrico per un altro parere,in seguito alla risposta della dottoressa che ci disse che il bambino poteva anche frequentare la scuola.Ci rivolgemmo allora al "top" dell' ospedale pediatrico in questo campo che ci fece subito il test dei fattori e di nuovo l antineutrofilo a Genova. Io non so perche' vengano mandati li questi campioni, ma devo dire che e' la norna. Ho avuto modo di parlare con un gruppo di persone su facebook i quali figli hanno questo problema e quasi tutti hanno mandato gli esami a Genova. Addirittura molte di loro hanno bambini con valori bassi e sono senza terapia. Davvero non so più che pensare cioè' l' idea che un virus anche inosservato abbia scatenato questo a mio figlio e possa durargli tutta la vita mi terrorizza. Grazie
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Signore,
io le ho espresso un mio parere che ovviamente non è vincolante nè deve influenzare le sue scelte.
Queste patologie infrequenti, o rare, che devo essere bene inquadrate e di cui deve essere posta una diagnosi, si gestiscono in Centri dove se ne vedono molti casi ogni anno.
Può essere il Gaslini a Genova, il Policlinico S. Matteo a Pavia, può essere il prof. Franco Mandelli a Roma....
In quanto all'Ospedale Bambin Gesù è mia opinione personale che non sia più l'eccellenza che poteva rappresentare 20 anni fa: ma questo è un mero e opinabile parere personale.
Se le tre linee mieloidi alla biopsia osteomidollare appaiono ben rappresentate e mitoticamente attive, con la presenza di tutti i normali stadi di maturazione, è chiaro che la neutropenia di suo figlio si attua per distruzione in sede periferica.
Ne va individuata la causa e la stessa va trattata.
Perchè mandare all'asilo un bambino, in questo periodo in cui circolano batteri capsulati potenzialmente pericolosi (Pneumococco per es), con 2500 bianchi 500 neutrofili per mmc, benchè la dottoressa tranquillizzi, è un grosso rischio.
Se poi lei lo manda all'asilo con una conta ancora peggiore, di 1000 bianchi e 100 neutrofili/mmc lo espone realmente a un grosso rischio settico.
Nè il bimbo può fare la mattina, giornalmente, l'emocromo.
La situazione va dunque stabilizzata perchè, con ragionevole sicurezza suo figlio possa condurre una vita normale, ammalarsi come devono fare tutti i bambini, ma non rischiare di essere esposto a gravi infezioni.
In quanto ai fattori di crescita come il Filgrastim, sono armi a doppio taglio: utili in situazioni di emergenza, se la lisi dei neutrofili è accertatamente autoimmune non possono costituire una terapia di fondo perchè gravati di effetti collaterali noti e in parte sospetti e ancora non chiari.
Meglio, molto meglio il cortisone o quello che deciderà chi avrà il privilegio di curare suo figlio.
Abbia tutti i miei migliori auspici per la risoluzione del problema e sappia che comprendo le ansie sue e della famiglia.
Mi aggiorni pure se vorrà.
Un caro saluto e una carezza al piccolo.
Caldarola.
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Utente
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Grazie dottore davvero, la terrò' aggiornato.
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Utente
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Dottore volevo ancora chiederle qualcosa.Sono arrivati i risultati antineutrofi e sono risultati IgG negativi IgM positivi e' una cosa di cui mi e' venuto il dubbio dopo che significa che la malattia e' entrata da poco in atto? Scusi ancora ma vorrei ancora porle una domanda con questo antineutrofilo positivo e' possibile anche un altra sottostante malattia autoimmune ? Non capisco gli Anca che cosa sono li sento pronunciare sempre con altre malattie autoimmuni (non so se ha capito la mia domanda.)E ancora quale e' la differenza tra neutropenia autoimmune e neutropenia cronica grave? Mi scusi dottore tutte queste domande,ma lei ha davvero un modo semplice di rispondere e arriva dritto alla questione Grazie ancora
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
con il termine aspecifico di "Neutropenia cronica grave" si intendono tutte quelle condizioni che provocano con diversi meccanismi una caduta imponente del numero dei neutrofili.
Alcune sono congenite, altre come nel caso di suo figlio, sono acquisite.
Accertato che nel sangue di suo figlio ci sono anticorpi della classe IgM che distruggono i neutrofili, possiamo concludere che suo figlio è affetto da una neutropenia cronica autoimmune.
Poco importa che gli anticorpi appartengano alla classe IgM o IgG.
Suo figlio è quindi affetto sicuramente da una patologia autoimmunitaria.
Per il momento non è il caso, in assenza di sintomatologia, di andare a cercare altre patologie autoimmuni che probabilmente non si verificheranno mai o che compariranno in età adulta.
Se la può consolare i pazienti come suo figlio in genere godono di buona salute, malgrado il basso numero di neutrofili periferici, e sovente con la crescita gli anticorpi tendono a ridursi o a scomparire e la sindrome a risolversi.
Questa è una buona notizia.
Ovviamente è bene non esporre il bambino a fonti di infezione in via precauzionale.
Per quanto riguarda la terapia chi ha fatto la diagnosi la saprà impostare: io resto dell'avviso che il ricorso al Filgstastim e ad altri fattori di crescita debba essere riservato solo in caso di episodi di grave neutropenia: i motivi li ho già spiegati in altra replica.
Per la terapia "cronica" vi sono diverse opzioni e sarà l'ematologo a cui vi siete affidati a decidere quale effettuare.
Invitandovi alla tranquillità, auguro a tutti voi Buona domenica.
Caldarola.
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Utente
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Grazie dottore ! la domanda delle IgG IGM forse un po sciocca lo so era per sapere se la malattia l' aveva da tempo e ci aveva convissuto fino ad ora.La domanda per l' autoimmune era perche' nel primo ospedale dove era seguito in seguito al primo risultato antineutrofilo negativo non lo ripeterono,ma segnarono tutte le analisi della celiachia.Ecco mi e' rimasto un po il dubbio e se fosse davvero un fatto di alimentazione? Il rischio di chiedere parere diversi .Cmq dottore lei e' proprio un grande.Quindi mi sta dicendo che nella maggior parte dei casi la prognosi e' favorevole e' auto risolutiva non si può' neanche lontanamente azzardare una gamma temporale di guarigione? Nel frattempo pero' dovrà' fare una cura con cortisone sono anche loro son proiettati verso cio.Il bambino ovviamente e' a casa usciamo solo per andare a fare passeggiate all' aperto di certo la stagione non aiuta che altro fare non so santificare la casa e lavare innumerevoli volte le nostre mani, stare attenti ai cibi cotti ,mi dica lei qualche consiglio Grazie.