Fitoterapie e deficit dell'erezione

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Da molto tempo numerose strategie terapeutiche in andrologia si basano sull’utilizzo di prodotti estratti da vegetali e simili; le cosiddette fitoterapie sono sempre state in auge e sovente proposte, spesso a sproposito, nel trattamento di numerose disfunzioni sessuali ed in particolar modo dei disturbi dell’erezione.

Ora un nuovo lavoro, condotto di alcuni ricercatori melanesiani, fa il punto su questo particolare, controverso e molto discusso capitolo andrologico.

Da questo studio emerge che numerosi lavori scientifici, su questi temi, sono stati condotti solo su animali, generalmente tenuti in laboratorio, mentre ricerche serie, controllate ed in random su umani sono veramente poche.

Tra gli estratti ed i composti vegetali, studiati per cercare di risolvere e trattare un problema erettivo, sono da ricordare la Panax Ginseng, la Butea Superba, l’Epimedium Herbs, il Tribulus Terrestris, la Securidaca Longipedunculata, il Piper Guineense e la Yohimbina.

Di questi solo per la Panax Ginseng, la Butea Superba e la Yohimbina si hanno studi e lavori scientifici pubblicati e significativi su umani ma nessuno di questi presenta un'importante e “robusta” casistica.

Molto sinteticamente possiamo dire che numerose indicazioni fitoterapiche sembrano ancora oggi avere un potenziale benefico effetto sulla risposta sessuale maschile ma dobbiamo ricordare che queste sostanze necessitano ancora di ulteriori e più approfonditi studi, anche per valutarne i potenziali rischi e gli effetti collaterali.

 

Fonte:

http://www.springerlink.com/content/05450uh01830w814/

Per approfondire:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.htmlQuando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-Che-cosa-fare

 

 

Data pubblicazione: 25 ottobre 2011

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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7 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Il fatto è che se si da ad un soggetto uno degli ultimi miracolosi ritrovati, lui si sente veramente malato grave. Con questi farmaci "l'ego" viene assolto dall' essere depositario di gravi deficit.

#2
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Pardon partito un colpo. Per cui in alcuni soggetti, meglio partire con la tal terapia fitoterapica che con i nuovi ritrovati.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Giorgio, vedo che anche tu non dimentichi mai i lati psicologici di un mirato intervento diagnostico-terapeutico di un bravo medico.

#4
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Vedi Giovanni, quando vedo sti giovanetti che impazzano coi vari inbitori delle fosfodiesterasi, rivedo me, te e gli altri colleghi che da tanti anni facciamo il mestiere, che abbiamo imparato a fare funzionare le cose senza tutti quei ritrovati. E funzionavano. Perchè vedi non basta comperare la roba dal framcista, il modo in cui la dai è di per se terapeutica. In altre parole noi, scrasi di risorse ai nostri tempi, abbiamo una scuola che, la si prenda pure per autopromozione, ce la sappiamo cavare. E lascio questo commento ben visibuile.,

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