Magia, spiritismo e salute mentale

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Cosa rimarrebbe nella mente di un soggetto in cui vi sia la convinzione di essere stato posseduto da un demonio? Cosa accadrebbe in un individuo assolutamente convinto di essere vittima di una fattura magica e così via?

Nel 1950 un frate gesuita e psicologo Fernando Palméz in uno straordinario testo critico sui fenomeni cosiddetti spiritici dal titolo critica dello spiritismo dedicò un intero capitolo allo studio dei fenomeni medianici, magici ed esoterici e la devastante influenza della loro pratica nei confronti della sanità mentale.

Questo autore non si limitò a tracciare un paragone tra alcune forme di psicopatologia che potessero spingere ad interpretare quest’ultime come l’espressione di fenomeni medianici, ma evidenziò come la credenza in determinati fenomeni potesse addirittura favorire l’insorgenza di veri e propri comportamenti definiti nevrotici.

A tutt’oggi i disturbi di personalità istrionica (un tempo definiti isterici), i disturbi dissociativi di personalità o i disturbi di personalità multipla (quest’ultimi oggi messi addirittura in discussione sotto l’aspetto diagnostico) sono le forme di psicopatologia maggiormente candidate alla questione spiritica, infatti, questi disturbi sono i rappresentanti di quelle patologie che più si prestano all’equivoco. 

Oggi non esiste psichiatra che non sia in grado di sottrarsi a tale equivoco, tuttavia, in particolari contesti culturali in cui vi sia una credenza condivisa sull’esistenza di determinati fenomeni ed in cui un fervente credo religioso induca ad ammettere l’espressione di specifiche entità, tali patologie non arrivano nemmeno d’avanti allo specialista. 

Quest’ultime sono spesso trattate selvaggiamente da santoni, guaritori ed esorcisti che contribuiscono non solo a peggiorare la patologia ma che lasciano un segno indelebile nelle menti sia dei portatori del disturbo che dei parenti a loro vicini, rinforzando in quest’ultimi credenze irrazionali con la possibilità di renderli potenziali vittime di spiacevoli suggestioni, truffe ed ancor peggio di futuri e nuovi disturbi.

Cosa rimarrebbe nella mente di un soggetto in cui vi sia la convinzione di essere stato posseduto da un demonio? Cosa accadrebbe in un individuo assolutamente convinto di essere vittima di una fattura magica e così via?

La risposta potremmo trovarla in alcuni esempi clinici piuttosto significativi.

Per approfondire:Si può uccidere in nome della fede?

Per quel che riguarda la possessione, un paziente con una personalità istrionica ed in preda ad un delirio di possessione, in cui era convinto che la sua anima fosse stata invasa da un demonio, fu portato da un esorcista il quale, facendo il suo lavoro, confermò la presenza maligna e cominciò una serie di rituali esorcistici.

Dopo qualche tempo, quasi in accordo con il ruolo del posseduto, i sintomi del paziente migliorarono e concluse le sedute esorcistiche senza mai aver consultato uno psichiatra. Ciò che appare degno di osservazione è il fatto che, nonostante l’apparente guarigione, il soggetto cominciò ad osservare il mondo e ad interpretare gli eventi in funzione della sua esperienza.

Tutto era la conseguenza di un intervento sovrannaturale ed il diavolo era visto ovunque (nei fatti di cronaca, nella politica ecc.).

La sua vita era apparentemente tranquilla ma accompagnata da un profondo senso di angoscia dovuto al fatto che, un tempo, ebbe un diretto contatto con il demonio e mai qualcuno gli diede la possibilità di elaborare questa falsa esperienza sotto l’aspetto psicologico.

Ovviamente questa esperienza fu permessa dalla complicità di una famiglia che, in buona fede, era convinta della reale possibilità dei fenomeni di possessione. Contesto culturale e psicopatologia hanno contribuito a creare il falso fenomeno della possessione ed aggravarne la sua espressione.

Un’ulteriore storia clinica interessante è quella del paziente vittima di una fattura a morte. Un giovane venne a sapere da alcuni amici che un noto mago della sua città effettuò su di lui un rituale vudù ossia una pratica magica grazie alla quale sarebbe morto per cause tragiche nel giro di una settimana.

Il giovane, convinto di questa possibilità, in quanto estremamente credente di tali fenomeni, passò la sua “ultima” settimana all’insegna della depressione. Ma ciò che appariva interessante e che per effetto di quella condizione chiamata in psicologia profezia che si auto-avvera (ossia il mettere in atto una serie di comportamenti tesi a confermare una determinata aspettativa) il ragazzo assumeva atteggiamenti particolarmente pericolosi per la sua incolumità. Attraversava la strada senza guardarsi attorno, si ubriacava prima di mettersi al volante e cose simili. La fattura a morte, per effetto della suggestione, avrebbe davvero funzionato se i suoi sciocchi amici non gli avessero rivelato che si trattava di uno scherzo.

Tuttavia, come accade spesso in questi casi, il ragazzo, avendo più volte rischiato la vita e per trovare giustificazione ad i suoi atteggiamenti autolesionistici indotti dalla sua credenza irrazionale, stentava a credere alla possibilità dello scherzo a tal punto che cercò di convincere gli amici che, forse, nello scherzo avrebbero casualmente scoperto un fatto reale.

Questi due casi rappresentano solo una piccola parte di una miriade di esperienze in cui, da un lato la patologia mentale crea un fenomeno spiritico e, dall’altro, la credenza in un fenomeno paranormale possa invece creare la patologia mentale.

Patologia e fenomeni

Entrando nello specifico, quali sindromi psichiatriche potrebbero spiegare determinati fenomeni? Considerando la forte influenza delle credenze personali ed il contesto culturale di appartenenza potremmo tracciare il seguente elenco.

Le possessioni demoniache sono spiegate da: 

  1. Disturbo istrionico di personalità
  2. Disturbi schizofrenici (con presenza di deliri di influenzamento, allucinazioni demoniache)
  3. Disturbi di personalità multipla
  4. Disturbo schizotipico di personalità
  5. Disturbi ossessivo-compulsivi (con l’intrusione di pensieri maligni e di compulsioni attribuite al diavolo)
  6. Disturbi depressivi (con la presenza di deliri di dannazione o di trasformazione)

Infine per spiegare una particolare tendenza al pensiero magico possiamo tracciare un contesto comune in cui tali credenze magiche ed irrazionali prendono forma e trovano terreno fertile per la loro espressione.

  1. Un contesto famigliare in cui sia condivisa la credenza in determinati fenomeni
  2. Un lutto non elaborato che spinge al ricorso di pratiche magiche (sedute spiritiche ecc) per mantenere ancora l’illusione di un contatto con il caro defunto
  3. Una personalità fortemente suggestionabile (istrionica) o con una spiccata tendenza a credere nella magia e nel sovrannaturale (schizotipica)
Data pubblicazione: 02 giugno 2010

Autore

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 1996 presso Università La sapienza di Roma .
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Puglia tesserino n° 1371.

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