AIDS e sieropositività: attenzione ai nostri uomini!

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Il Centro Operativo AIDS (COA) e l’Istituto Superiore di Sanità, dopo l’attivazione della sorveglianza sulle nuove diagnosi di infezione da HIV in tutte le regioni italiane, hanno pubblicato, alla vigilia della Giornata mondiale di lotta contro l'Aids, cioè il 1° di dicembre, tutte le informazioni epidemiologiche, disponibili ed aggiornate, che riguardano le persone che sono risultate positive al test HIV per la prima volta nell’anno 2011.


HIV (Human Immunodeficiency Virus)

Dai numeri presentati emerge che, nel 2011, sono stati diagnosticati 5,8 nuovi casi di HIV ogni 100.000 residenti; il dato, andrologicamente parlando, più significativo è che 3 su 4 sono maschi e sono infezioni contratte soprattutto con rapporti sessuali non protetti e con partner occasionali.

Nel 2011 continua a crescere quindi il numero di nuove infezioni dovute a rapporti sessuali "rischiosi", cioè non protetti, tali da costituire il 78,8% di tutte le segnalazioni raccolte.

In un caso su tre la diagnosi è stata fatta a persone straniere; a questo proposito l’incidenza è di 3,9 nuovi casi per 100.000 italiani e 21,0 nuovi casi per 100.000 stranieri residenti; per gli italiani l’incidenza è più importante nelle regioni settentrionali, mentre per gli stranieri si osserva un’incidenza maggiore nelle regioni del meridione.

Sempre da un punto di vista regionale l’incidenza più significativa è stata rilevata in Valle d’ Aosta mentre la più bassa in Calabria.

Dato un pò sconcertante è quello che, sempre nel 2011, il 56% dei casi, segnalati per una nuova diagnosi di HIV, era già in fase avanzata di malattia, l'AIDS.

Da quest’anno è disponibile, per la prima volta, un dato epidemiologico molto interessante che indica il motivo che ha portato le persone, risultate poi positive per l’ HIV, a fare il test ed in sintesi possiamo dire che: il 24,8% delle persone ha eseguito il test per la presenza di sintomi che facevano sospettare un’infezione da HIV o l’AIDS, il 13,4% in seguito ad un comportamento a rischio non specificato e il 10,3% in seguito a rapporti sessuali non protetti.

Tutti questi dati, a mio parere, fanno pensare che sono proprio i maschi ad essere la popolazione più facilmente a rischio e più coinvolta in questo tipo di patologia a trasmissione sessuale ed è proprio su di loro che l'informazione e le strategie di prevenzione devono essere  maggiormente intensificate.

 

Fonte:

http://www.iss.it/ccoa/publ/cont.php?id=15&lang=1&tipo=5

http://www.iss.it/ccoa/

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/news/malattie-infettive/2356-test-hiv-fai-da-te-prudenza.html

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/753-malattie-sessualmente-trasmesse-e-fertilita-nell-uomo.html

Data pubblicazione: 30 novembre 2012

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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