Protesi al Pene : Chirurgia in diretta a Roma Arriva il Chirurgo PROF PAUL PERITO

gabriele.antonini
Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico

Il 10 e l'11 novembre 2016 si terrà a Roma presso l'aula Ulrico Bracci del IV Padiglione del Policlinico Umberto I ed in diretta in video-chirurgia dalle sale operatorie del Dipartimento di Urologia il terzo simposio internazionale sull'implantologia delle protesi peniene.
Sarà ospite d'eccezione il chirurgo americano Paul Perito che effettuerà due impianti protesici in diretta. Con lui in sala operatoria il gruppo di Torino con il testa il Prof. Luigi Rolle.
Il Dott. Antonini effettuerà un impianto di protesi Peniena idraulica tricomponente con la tecnica mini invasiva.

La tecnica Minimally invasive penile prosthesis implant, ha la caratteristica di essere mini-invasiva e dunque rivoluzionaria: l’ho messa a punto dopo un lungo periodo di formazione negli Stati Uniti, dove ho collaborato con uno dei più importanti chirurghi andrologi americani, il professor Paul Perito del Coral Gables Hospital in Florida. La utilizzo soprattutto nei pazienti operati per carcinoma della prostata e in quelli affetti da induratio penis plastica del pene

Una vita sessuale attiva e appagante è possibile, anche se si è subita un’operazione alla prostata che ha lasciato un deficit funzionale. La soluzione definitiva è la protesi peniena, o dispositivo endocavernoso, che oggi si può impiantare con un mini intervento non invasivo. Ci ha spiegato i dettagli di questa tecnica innovativa Gabriele Antonini, primo ed unico in Italia ad effettuarla, urologo andrologo del dipartimento di Urologia “U. Bracci” del Policlinico Umberto I di Roma.

Una vita sessuale attiva e appagante è possibile, anche se si è subita un’operazione alla prostata che ha lasciato un deficit funzionale. La soluzione definitiva è la protesi peniena, o dispositivo endocavernoso, che oggi si può impiantare con un mini intervento non invasivo. Ci ha spiegato i dettagli di questa tecnica innovativa Gabriele Antonini, primo ed unico in Italia ad effettuarla, urologo andrologo del dipartimento di Urologia “U. Bracci” del Policlinico Umberto I di Roma.

Disfunzione erettile dopo un intervento di cancro alla prostata: quando è necessario ricorrere a una protesi peniena?
I problemi di disfunzione erettile riguardano principalmente gli operati di carcinoma alla prostata, ma anche chi ha subito interventi del colon-retto e i pazienti affetti da diabete. Il deficit erettile può essere più o meno importante, a seconda delle microlesioni vascolari riportate. La riabilitazione post chirurgica prevede l’utilizzo di medicinali orali come il sildenafil e il tadalafil, che però non garantiscono una totale ripresa dell’attività sessuale. Anzi, il più delle volte si dimostrano inefficaci. In questi casi, l’unica soluzione terapeutica risulta quindi essere l’impianto di un dispositivo endocavernoso che riporti al perfetto funzionamento l’organo sessuale.

Come funziona una protesi peniena?
Il sangue non circola più così occorre sopperire a questa mancanza per far funzionare l’organo. Le protesi idrauliche da me utilizzate sono dette tricomponenti. Sono formate da due cilindri gonfiabili da un dispositivo attivatore e da un reservoir di forma sferica. Manualmente si avvia il meccanismo di attivazione, che si trova nascosto all’interno dello scroto tra i due testicoli, e che fa arrivare il liquido, una soluzione fisiologica, dal reservoir all’interno dei cilindri posti nei due corpi cavernosi che in tal modo si gonfiano e si irrigidiscono.

Quali sono le caratteristiche della tecnica da lei utilizzata e quali i vantaggi rispetto ad altre?
La tecnica da me impiegata, definita Minimally invasive penile prosthesis implant, ha la caratteristica di essere mini-invasiva e dunque rivoluzionaria: l’ho imparata e messa a punto dopo un lungo periodo di formazione negli Stati Uniti, dove ho collaborato con uno dei più importanti chirurghi andrologi americani, il professor Paul Perito del Coral Gables Hospital in Florida. La utilizzo soprattutto nei pazienti operati per carcinoma della prostata e in quelli affetti da deformità del pene per una induratio penis plastica.

L’innovazione sta tutta nella tecnica utilizzata per posizionare l’impianto: si effettua una incisione infrapubica alla base del pene di appena 2,5 cm per l’impianto delle protesi peniena idraulica. L’intervento dura venti minuti, contro i 50 minuti di quello tradizionale. A tutto beneficio del dolore post operatorio, che è quasi inesistente, e del rischio di infezioni che diminuisce considerevolmente ed è prossimo allo zero per cento. Prima l’incisione chirurgica veniva effettuata tra il pene e lo scroto, con un fastidio post operatorio di gran lunga superiore e la possibilità del paziente di attivare il sistema soltanto dopo un mese. Ora con questo nuovo approccio i tempi si sono notevolmente abbreviati e già dopo 7 giorni dall’intervento si può attivare il sistema, e la ripresa dell’attività sessuale comincia a un mese di distanza.

Quanto è importante l’aspetto psicologico di accettazione della protesi?
Una volta superato l’aspetto oncologico, ci si deve soffermare sull’aspetto psicologico e sulla vita sessuale del paziente. In linea di massima gli operati di carcinoma alla prostata sono sopra i 60 anni, anche se la diagnosi precoce grazie all’introduzione del PSA permette di individuare il tumore anche intorno ai 50 anni. Tutto questo non significa però che si debba, una volta superata la malattia, rinunciare a una vita sessuale attiva e soddisfacente, che dà benessere psico-fisico ed energia anche per gestire la malattia.

Occorre accettare il problema. Molti pazienti rinunciano a una vita sessuale attiva perché il pensiero di impiantare una protesi peniena è vissuto come un deficit e una menomazione. Nell’immaginario comune si crede che il dispositivo endocavernoso sia un qualcosa di esterno all’organismo, con la famosa pompetta visibile a occhio nudo. Al contrario questo tipo di impianto è interno all’organismo e del tutto invisibile e consente di avere una turgidità del pene pari a quella di un ragazzo di 20 anni. Dovrebbe per questo motivo essere paragonato per l’utilità sulla qualità di vita a una protesi dell’anca o a una valvola cardiaca.

Quanto è importante in questi casi il rapporto medico-paziente?
La patologia oncologica ruba giustamente del tempo allo specialista che nella stragrande maggioranza dei casi, dopo aver brillantemente risolto il problema di base, tralascia la qualità di vita sessuale creando nel paziente un profondo stato di depressione e frustrazione. A mio modo di vedere l’urologo deve essere completamente dedicato all’andrologia, per potere instaurare un rapporto di amicizia e di confidenza con il paziente, creando una empatia tra le parti e per permettergli di aprirsi e di affrontare in serenità sia la fase chirurgica sia la fase successiva del follow up.


La protesi AMS 700 LGX PRECONNESSA IZ MOMENTARY SQUEEZE è una protesi peniena idraulica tricomponente in elastomero di silicone puro, a volume variabile con un solo connettore, composta da:
– Serbatoio
– Cilindri (due) a volume variabile/pompa MSgabriele.antonini_Copia_di_Protesi_Idraulica_Gabriele_Antonini_Urologo_Andrologo_Roma

Viene impiegata per il trattamento definitivo dell’impotenza erigendi ed è impiantabile per via chirurgica sovrapubica o penoscrotale.
Il funzionamento è di tipo idraulico. Per mezzo della pompa si effettua il trasferimento del liquido dal serbatoio ai cilindri.

La peculiare caratteristica è che i cilindri, formati da tre camicie, da una posizione di assoluta naturale flaccidità, si espandono aderendo perfettamente ai corpi cavernosi, ottenendo la turgidità del pene. Il modello LGX ha la caratteristica, unica nel suo genere, oltre che di allargarsi, anche di allungarsi di 15-20% rispetto alla lunghezza dei cilindri.

La pompa Momentary Squeez ha il vantaggio delle dimensioni ridotte e la prerogativa di sgonfiare i cilindri in tempo brevissimo (il pulsante di deattivazione deve essere tenuto premuto per 2 secondi), inoltre è dotata di valvola antireflusso per evitare l’autogonfiaggio.

La pompa viene attivata usando una sola mano per un maggiore confort del paziente.

Questo ne fa una protesi di elezione per affrontare non solo i casi di impotenza da deficit vascolare, ma anche ricostruzioni e malattie come la Peyronie, l’IPP, l’SST.gabriele.antonini_Pompa_Protesi_Idraulica_Gabriele_Antonini_Urologo_Andrologo_Roma

Le seguenti caratteristiche tecniche:

I cilindri composti da tre camicie
La costruzione in elastomero di silicone puro
Il rivestimento interno di tutti i componenti in Parylene
Tutti i componenti della protesi impregnati di antibiotico InhibiZone
rendono la protesi AMS 700 LGX PRECONNESSA IZ MOMENTARY SQUEEZE un prodotto assolutamente unico nel suo genere.

Il Parylene è un polimero di uso medicale disegnato per ridurre l’usura dovuta alla frizione e per proteggere la superficie; il miglioramento delle prestazioni e della resistenza all’usura è circa cinque volte superiore a quello delle protesi non ricoperte; il Parylene° viene applicato senza alterare il disegno e le prestazioni del dispositivo

InhibiZone è un trattamento antibiotico superficiale a base di minociclina e rifampicina, impregnato sulla superficie del dispositivo tramite un processo di trattamento brevettato. Una volta impiantati, gli antibiotici eluiscono dal dispositivo, diffondendo l’attività dell’antibiotico sulla superficie e in una zona circostante il dispositivo. InhibiZone eroga gli antibiotici proprio dove sono necessari: nel sito dell’impianto. Gli studi mostrano che la maggior parte di rifampicina e minociclina eluisce entro i primi 7 giorni, proseguendo poi con un’eluizione minima fino a 28 giorni. In questo modo si è certi che il dispositivo eluisca ogni volta con lo stesso profilo. InhibiZone ha dimostrato un’attività ad ampio spettro contro organismi gram-positivi e gram-negativi e risulta particolarmente efficace contro lo stafilococco.

Impianto di protesi peniena idraulica tricomponente

Tecnica chirurgica mini invasiva, con accesso infrapubico

Utilizzando la tecnica mini-invasiva siamo in grado di impiantare tutti i componenti della protesi idraulica tricomponente attraverso un’incisione di 2 cm alla base del pene.
La procedura può essere eseguita in modo sicuro in anestesia generale, spinale o locale in meno di 25 minuti.
Normalmente i pazienti possono riprendere l’attività sessuale tra 4 e 6 settimane.

Descrizione della Tecnica

Dopo la tricotomia effettuata rigorosamente in sala operatoria, la pelle viene detersa e disinfettata per 10 minuti con una soluzione di iodiopovidone e si somministra cefazolina per via endovenosa. Il primo step è l’induzione di un’ erezione idraulica artificiale iniettando all’interno dei corpi cavernosi soluzione fisiologica 0,9 %. Questa manovra permette di identificare eventuali patologie che hanno bisogno di correzione (es. curvature o deformità “a clessidra” del pene), inoltre favorisce la dilatazione dei corpi cavernosi e facilita l’identificazione del nervo dorsale ed il posizionamento lateralmente ad esso dei punti di sutura.

Il tempo medio per completare l’impianto è stato di 25 minuti contro i 50 minuti di quello con approccio peno-scrotale a tutto beneficio del dolore post operatorio, che è quasi inesistente, e del rischio di infezioni che diminuisce considerevolmente ed è prossimo allo zero per cento non usando catetere vescicale e non avendo contaminazioni dalla cute dello scroto molto più soggetta a localizzazioni batteriche rispetto alla regione infrapubica. L’accesso è talmente mini invasivo nelle corporotomie e nell’impianto della pompa attivatrice che diminuisce drasticamente la comparsa di ematomi e raccolte di siero che, anche se presenti, vengono eliminate grazie all’aiuto del drenaggio lasciato nella borsa scrotale per circa 24/48 ore nel post operatorio. Ultima considerazione è che la l’accesso infrapubico permette un più facile e comodo accesso all’anello inguinale esterno per il posizionamento del reservoir sia in posizione para-vescicale sia ectopica sopra la fascia trasversalis. La diminuzione del fastidio nel decorso post intervento e la possibilità di gestire lo scroto quasi subito permette al paziente di attivare il sistema idraulico già dopo 7 giorni dall’intervento e di riprendere l’attività sessuale a un mese di distanza. Dato quest’ultimo che risulta determinante nello sfruttare al massimo le potenzialità del nuovo modello LGX della AMS. Infatti questo device permette al pene di guadagnare nel tempo almeno 2 cm in lunghezza e 2 cm in larghezza. Più è tempestivo il tempo di attivazione meno possibilità ci sono di avere la formazione immediata della pseudocapsula dei corpi cavernosi che inibisca questo allungamento.
Dopo l’intervento chirurgico viene somministrata una singola dose di gentamicina e dieci giorni di terapia con cefazolina. Possiamo concludere che la tecnica chirurgica risulta essere molto veloce, sicura e il risultato estetico è garantito con una piccola incisione cutanea di appena 2,5 cm.

Allegato un link dove si può edere un video di un paziente con problemi di disfunzione erettile che ha deciso di impiantare una protesi peniena.E' un vero e proprio documentario che ripercorre tutte le tappe dalla visita medica passando per l'intervento chirurgico descritto nei suoi passaggi tecnici fino alla completa ripresa dell'attività sessuale.

http://www.antoniniurology.com/primo-documentario-sullimpianto-di-una-protesi-al-pene/

Il corso è aperto al pubblico.
Chiunque, medici e non, potrà vedere il giorno 11 mattina la chirurgia in diretta avvicinandosi a questa chirurgia affascinante ed ancora poco conosciuta.
Mi raccomando non prendete impegni.
Nell'attesa di vedervi numerosi in aula per seguire i lavori vi mando un grande abbraccio
Gabriele Antonini

http://www.antoniniurology.com/simposio-internazionale-sulle-protesi-al-pene/

Data pubblicazione: 29 ottobre 2016

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