Tatooressía, la mania di ricoprire il corpo di tatuaggi: un nuovo problema di salute?

luigilaino
Dr. Luigi Laino Dermatologo

Da rito tribale a blasone aristocratico a manifestazione di appartenenza, a vezzo, il tatuaggio, ovvero l'introduzione indelebile di sostanze pigmentate nel sottocute, sta divenendo in questi ultimissimi anni un fenomeno sociale dilagante e massivo.

Si è passati quindi nel mondo occidentale da un fenomeno relativamente non frequente, ad un rituale ormai quasi d'obbligo. Soprattutto nei giovani. Una vera e propria mania quella di aggiungere in continuazione nuovi disegni o scritte sul proprio corpo, o, se vogliamo vederla al contrario, la fobìa di esserne sprovvisti o non averne mai a sufficienza.

A contribuire al fenomeno massivo in questo contesto sicuramente le "nuove icone" sportive (calciatori in primis) e dello spettacolo in generale.

Tralasciando la poliedricità delle motivazioni che spingono ad oggi la maggior parte delle nuove generazioni a ricorrere a questa pratica e nel pieno rispetto degli operatori del settore abilitati e rispettosi delle linee guida per la tutela della sicurezza delle persone, vorremmo focalizzare sui reali rischi per la salute che la pratica del "tatuaggio massivo" potrebbe innescare in futuro:

1. Aumento del rischio delle allergie: i pigmenti possono innescare dermatiti allergiche da contatto anche a distanza di molto tempo.

2. Reazioni pseudo-linfomatose: i pigmenti colorati (soprattutto rosso, verde) possono innescare reazioni cellule-mediate linfocitarie di tipo infiltrativo, mimando dei linfomi cutanei.

3. Ritardo o addirittura impossibilità diagnostica dei tumori cutanei, carcinomi e soprattutto melanomi.

Questo è forse il punto focale relativo alla pratica massiva di coprire la pelle di tatuaggi; da dermatologo mi trovo sempre più spesso impossibilitato a chiudere con sicurezza un controllo cutaneo per la prevenzione dei tumori cutanei (un controllo nevi - mappa dei nei in epiluminescenza) a causa della percentuale di pelle occupata da disegni e scritte intensamente pigmentate che cagiona l'impossibilità di verificare l'assenza di piccolissime neoformazioni maligne, la cui asportazione preventiva salverebbe la vita al paziente (in tema di melanoma questo è fondamentale).

Nemmeno risulta utile la tecnica di lasciare in tatuaggi di grandi dimensioni il/i nevo scoperto, poiché circa l'85% dei melanomi può insorgere su cute sana e non su precedenti nevi.

Vorrei quindi attenzionare e far riflettere su questo nuovo fenomeno (spesso molti ragazzi si pentono di ciò che hanno prodotto sulla propria pelle e chiedono di rimuovere tatuaggi che anche i nuovi laser in dotazione a noi dermatologi non potranno definitivamente eliminare) che ho voluto identificare con il neologismo di Tatooressia.

 

 

Data pubblicazione: 23 agosto 2015 Ultimo aggiornamento: 22 settembre 2015

Autore

luigilaino
Dr. Luigi Laino Dermatologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2000 presso UNIVERSITA' LA SAPIENZA di ROMA.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 50938.

Esperto in Dermatologia e Venereologia con oltre 20 anni di esperienza clinica e accademica, ha ricoperto ruoli di rilievo in istituti di eccellenza come l’Istituto Dermatologico San Gallicano e il Tribunale di Roma. Professore universitario e autore di numerose pubblicazioni scientifiche, è membro di società internazionali e revisore per riviste dermatologiche di prestigio. Specializzato in dermochirurgia genitale, dermatologia oncologica, pediatrica ed estetica, è anche pioniere nell’uso della termografia clinica

Iscriviti alla newsletter

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Ultimi consulti su Tatuaggio

Guarda anche tatuaggio 

Contenuti correlati