HPV e vaccinazione: cosa dice la legge

Dal 2007 la vaccinazione contro il papilloma virus viene offerta gratuitamente e attivamente (i genitori sono avvisati dalle ASL competenti ) a tutte le bambine nel dodicesimo anno di vita in tutte le Regioni italiane.

Lo scopo è quello di immunizzare in modo progressivo le giovanissime prima dell'esposizione al virus.Una delle infezioni sessualmente trasmissibili più comuni in tutto il mondo è quella da HPV.

Circa l' 80% delle donne sessualmente attive è stata infettata almeno una volta nella vita da uno o più ceppi virali.

In alcune Regioni questo provvedimento è stato esteso anche ad altre fasce d'età, generalmente tra il 15esimo e il 18esimo anno di età, ma su richiesta dei genitori, il vaccino viene concesso gratuitamente alle ragazze giovani praticamente in tutte le Regioni. Per esempio, in Lombardia il diritto alla gratuità è mantenuto fino ai 15 anni , mentre in Piemonte e Liguria non è previsto un limite temporale.

La maggior parte delle Regioni,inoltre , offrono la vaccinazione a prezzo inferiore rispetto al costo in farmacia anche alle ragazze e donne che hanno superato l'età della gratuità. In alcune il prezzo agevolato è concesso fino ai 45 anni di età.

La vaccinazione viene praticata nei centri vaccinali delle Aziende sanitarie locali, gli stessi Servizi che eseguono le vaccinazioni obbligatorie dell'infanzia.

La vaccinazione contro l'HPV consiste di TRE dosi di vaccino somministrate a intervalli di tempo ben definiti. Viene somministarata la 1^ dose seguita da altre due dosi rispettivamente dopo 2 mesi e dopo 6 mesi dalla prima.

Oggi è stato vaccinato il 70% delle ragazze , ma si punta al 95%.

Ricordo che il VACCINO previene e non cura

 

UTILE ANCHE PER LUI

Il vaccino anti HPV è efficace anche nella prevenzione dei condilomi (verruche) genitali nei maschi e di rare forme tumorali (tumore del pene e dell'ano) .Per questo , il vaccino quadrivalente (Gardasil) è stato approvato anche per i maschi. L'acquisto del vaccino ,dietro prescrizione del pediatra, è in questi caso  completamente a carico della famiglia.

La disponibilità del vaccino rappresenta un importante strumento sia nella lotta al tumore del collo dell'utero (in Italia se ne contano ogni anno circa 3000 casi ma le stime più recenti lo danno in netto calo) , sia contro le altre lesioni correlate al virus HPV, e questo potrebbe far diventare il cancro al collo dell'utero un lontano ricordo.

 

Fonte: Ministero della Salute (Istituto Superiore di Sanità)

Data pubblicazione: 09 febbraio 2014

Autore

blasinicola
Dr. Nicola Blasi Ginecologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso Università di BARI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Bari tesserino n° 4485.

Specialista con oltre 40 anni di esperienza in ostetricia e ginecologia, con particolare competenza in colposcopia, patologia cervico-vaginale e vulvare. Responsabile di ambulatori universitari e clinici, docente universitario e autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Esperto in tecniche chirurgiche avanzate e protocolli innovativi per l’aborto farmacologico e la prevenzione oncologica femminile. Socio attivo di società scientifiche nazionali.

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