GINECOLOGI in via di estinzione

Ginecologi a rischio di estinzione, soprattutto nel nord Italia. Dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dall'Anaoo Assomed, che ha denunciato per i prossimi anni, dal 2014 al 2023, una riduzione drammatica del numero dei professionisti ospedalieri con un saldo negativo di 1514 ginecologi tra addii (3674) e nuovi ingressi (2160), Nicola Colacurci, professore ordinario di ginecologia alla Seconda università di Napoli e presidente dell'Agui, l'associazione dei ginecologi universitari, avverte: «Sono sempre di meno i laureati in medicina che scelgono la scuola di specializzazione in ginecologia».

Tra questi, poi, per Colacurci, sono pochissimi a intraprendere il percorso della "sala parto", preferendo orientarsi, nell'80% dei casi, su un'attività prettamente ambulatoriale. Le ragioni di quest'emorragia continua di ginecologi dalle strutture ospedaliere per il presidente dell'Agui dipende da una serie di fattori, primo fra tutti quello dell'alta percentuale di rischio legata allo svolgimento della professione, soprattutto per chi decide di operare in prima linea, ovvero in sala parto. «Oggi uno specialista deve affrontare in media una spesa annua di assicurazione contro i rischi della professione che si aggira sui 18mila euro - spiega Colacurci - se a questo aggiungiamo il fatto che un medico che opera in sala parto, dopo due anni dall'inizio della sua attività si può trovare coinvolto in un contenzioso medico legale che, a volte, può durare anni e rovinare la carriera e la reputazione di un giovane ginecologo, ecco che sono in pochi coloro che scelgono serenamente di svolgere la professione.

Purtroppo assistiamo ad un crescente numero di denunce, almeno una al mese, anche quando non ce ne sarebbe bisogno, e a storie di professionisti a cui è stata rovinata non solo la carriera, ma anche la vita personale». Nicola Colacurci è anche tra i curatori di un nuovo manuale di ginecologia ed ostetricia, appena uscito e pubblicato daEdra. Il manuale è caratterizzato da un rigoroso approccio clinico che vede il paziente e non la malattia al centro dell'attenzione.

L'iconografia è particolarmente ricca: disegni efficaci per cogliere a colpo d'occhio i segni e i sintomi che caratterizzano le singole patologie, numerose foto e soprattutto immagini ecografiche, fondamentali nella pratica clinica. «Insieme atre colleghi, ordinari di ginecologia - spiega il professore - ho scelto di curare la traduzione di questo nuovo manuale proprio perché ha un taglio diverso dai classici testi italiani.

Ha un approccio immediato al tema e può rappresentare un vantaggio concreto per il medico che è in formazione. Si tratta di uno strumento per la formazione non specialistica che riesce a presentare in modo esauriente tutti gli aspetti della ginecologia e dell'ostetricia, dall'anamnesi e gestione clinica, alle indagini e procedure diagnostiche, fino alle patologie comuni, alle anomalie e alle complicanze». Quanto alla professione del ginecologo in Italia, il professore ordinario di ginecologia alla Seconda università di Napoli non ha dubbi:

«Presto assisteremo ad un'emigrazione inversa dei medici dal nord al sud. Faccio un esempio per tutti, in Campania i concorsi pubblici negli ospedali per un posto da ginecologo sono fermi a 15-20 anni fa. Nella regione, in assoluto, non c'è un primario ospedaliero di ginecologia che sia di ruolo, mentre l'età media dei professionisti ha superato i 50-55 anni. E' chiaro - spiega Colacurci - che presto si dovranno riaprire i concorsi. A quel punto chi per anni si è trasferito al nord cercherà di tornare a casa. Dopo anni assisteremo ad un fenomeno inverso. A soffrire la mancanza di personale specializzato saranno soprattutto gli ospedali del nord».

Data pubblicazione: 27 aprile 2018

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