Differenza fra pubblicità e informazione sanitaria

raffaeleprudenzano
Dr. Raffaele Prudenzano Radiologo interventista, Radiologo, Angiologo

Gentili Colleghi,Gentili Utenti vorrei ribadire definitivamente che vi è una sostanziale differenza fra la pubblicità sanitaria informazione sanitaria (per esempio su riviste o inserti giornalistici o su quotidiani).

La prima è uno spazio a pagamento che una Struttura o un Singolo professionista acquista con emissione di regolare fattura che porterà al proprio commercialista.

La seconda è frutto di un contributo giornalistico su Riviste Quotidiani,Inserti Salute ecc da parte di un Professionista (o più Professionisti) che si sono distinti per particolari doti scientifiche (vedasi particolari interventi chirurgici,nuovi percorsi diagnostici,nuove terapie ecc).Tale consulenza o viene  ben pagata dalla Redazione del Giornale (Rivista,Inserto) al Professionista o viene eseguita gratuitamente per fornire una notizia importante (e obbligatoria) alla popolazione.

Non è assolutamente concepibile il contrario cioè che il professionista paghi per eseguire una intervista perchè si rientra nel campo della pubblicità personale e non nell'Informazione Sanitaria.Purtroppo proprio qui casca "l'asino"!.Chiunque ha quattrini da parte può ("mediocremente") pubblicare quello che vuole ( o quasi) su questi Pseudo-inserti Salute!

Meditate Gente.......meditate!

Attendo un VS contributo.

 

Data pubblicazione: 16 aprile 2011

3 commenti

#2
Dr. Sergio Capurro
Dr. Sergio Capurro

Sono perfettamente d'accordo con Prudenzano. C'è una enorme differenza tra la pubblicità e l'informazione. Chi informa la popolazione dell'esistenza di una nuova tecnica? Chi li informa dei nuovi strumenti terapeutici realizzati da singoli ricercatori dopo anni di studi e ricerche? Forse le lobby congressuali? Forse le riviste scientifiche anglosassoni che, se non sei della parrocchietta non ti pubblicano, neppure se scopri la cura della malattia varicosa! Ebbene è internet, un internet più libero possibile, che informa i pazienti che cercano sempre più freguentemente e più numerosi la soluzione dei loro problemi sulla rete. Noi al contrario cosa facciamo? Blocchiamo l'informazione con norme antiquate realizzate forse per recuperare un po' di soldi, perché la pubblicità (anche se è informazione scientifica o nuovi dispositivi ), si paga al ministero della salute un tanto a pagina. Così cosa succede? Si paga o si chiudono i siti. In questo modo rimangono solo i siti esteri e gli italiani spariscono dalla scena! Un paese così piccolo e oggi scarsamente rappresentativo,come l'Italia dovrebbe dare come gli altri paesi, la massima libertà di espressione alla creatività italiana che dovrebbe essere addirittura urlata (perché il paese è piccolo). L'andazzo invece è sempre lo stesso: ci facciamo male da soli...

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