Sclerosi multipla: una speranza di rimielinizzazione da Clemastina fumarato, antistaminico da banco?

INTRODUZIONE

Se tanta strada è stata fatta nell'ultimo decennio nello sviluppo di nuove, efficaci e selettive terapie immunologiche nel contrastare l'attività infiammatoria nella Sclerosi Multipla (SM), ancora oggi è forte l'esigenza da parte di clinici,ricercatori e sopratutto pazienti, di strategie terapeutiche efficaci mirate alla riparazione del danno mielinico. M qualche novità promettente comincia a fare capolino.

L'uso di clemastina fumarato, noto farmaco antistaminico di automedicazione, ha mostrato, seppur a un dosaggio leggermente superiore a quello usato in allergologia di avere capacitò di rimielinizzazione in pazienti con SM. I risultati di un primo trial in doppio cieco controllato con placebo sono stati recentemente resi noti all' Academy of Neurology (AAN), uno dei maggiori convegni neurologici internazionali.

Discussione

E' stata infatti segnalata, dopo il trattamento, tramite studio delle latenze dei potenziali evocati visivi( PEV). una riduzione del ritardo di conduzione nervosa a carico del nervo ottico, abbastanza frequente in pazienti con SM e neuropatia ottica demielinizzante cronica, essendo le vie ottiche molto mielinizzante e quindi sede preferenziale del danno.

I PEV registrano la velocità di conduzione lungo le vie ottiche  di uno stimolo visivo dalla retina alla corteccia visiva occipitale. 

Lo studio citato , di fase 2 , il primo trial controllato randomizzato che documenta la potenziale efficacia di un farmaco rimielinizzante nella SM, ha confrontato clemastina assunta per os due volte al giorno versus placebo in 50 pazienti con SM e neuropatia ottica demielinizzante cronica per un periodo di 150 giorni.

L'endpoint primario di efficacia, ossia la latenza dei PEV, si è ridotto di 1,9 ms/occhio (valore statisticamente significativo) durante questo periodo di trattamento.

E' stato anche studiato un altro endpoint funzionale, l’acuità visiva a basso contrasto dimostrando una   tendenza al miglioramento ma senza significatività statistica. Il trattamento con clemastina si è associato a un lieve peggioramento della fatigue, sintomo frequentemente presente e disabilitante nei pazienti con SM. 

Dai ricercatori viene comunque espressa grande cautela riguardo all'uso eventuale di tale composto  nei pazienti con SM, essendo solo risultati preliminari di un piccolo studio.

La clemastina è stata identificata come un potenziale agente rimielinizzante utilizzando precursori degli oligodendrociti (le cellule che compongono la mielina); questi sono presenti nel cervello, ma non sembrano maturare e diventare oligodendrociti; la clemastina agendo su un recettore muscarinico presente sulle membrane dei precursori degli oligodendrociti sembrerebbe stimolare questa capacità.

È probabile che il farmaco saturi solo parzialmente il recettore e che quindi non si possa vedere il pieno effetto

Dal momento che clemastina agisce anche su molti altri recettori, si è iniziato a studiare lo sviluppo di nuovi agenti che agiscono selettivamente su questo recettore.

Altri farmaci attualmente in studio, come l’anti-Lingo, hanno dato prova di rimielinizzazione nella neurite ottica in fase acuta, mentre i pazienti arruolati in questo studio non avevano avuto un recente episodio di neurite ottica, di mostrando così un beneficio in fase cronica.

Conclusioni

Dai ricercatori viene comunque espressa grande cautela riguardo all'uso eventuale di tale composto  nei pazienti con SM, essendo solo risultati preliminari di un piccolo studio. Ora saranno necessari studi più ampi con pazienti trattati per lunghi periodi di tempo per la conferma del risultato. In particolare occorrerà verificare che la sua zione anticolinergica non causi alcun peggioramento di alcuni sintomi della SM, quali deficit cognitivi, turbe minzionali o stipsi, oltre alla già citata fatica.

 

 Bibliografia

Green A, et al. Positive phase II double-blind randomized placebo-controlled crossover trial of clemastine fumarate for remyelination of chronic optic neuropathy in MS. American Academy of Neurology (AAN) 2016 Annual Meeting. Emerging Science Abstract 008. 2016

Data pubblicazione: 21 maggio 2016

4 commenti

#1
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Buongiorno Dr. Vincenzo Sidoti, Le chiedo il consenso per una domanda: i Medici Neurologi richiedono la Emogasanalisi Arteriosa ai Pazienti con Sclerosi Multipla?
In seguito ad una mia ricerca sulle cause delle malattie Neurodegenerative, posso affermare con assoluta certezza che, tutti i Pazienti con la SM hanno la Pressione Parziale di Ossigeno, i cui livelli sono indicati dalla pO2 arteriosa, MOLTO DIMINUITI RISPETTO ALLA NORMA.
Infatti, le ricerche che riguardano la Sclerosi Multipla hanno riscontrato che, le Donne si ammalano più frequentemente degli uomini della SM, il motivo di questa differenza lo si può capire constatando che, le Ragazze e le Donne svolgono una minore attività fisica aerobica in confronto degli uomini, ed è proprio a causa della Inattività Fisica che si riscontra una MINORE OSSIGENAZIONE NEL SANGUE e la conseguente RIDUZIONE dell'energia elettrochimica generata dal MINORE APPORTO dell'Ossigeno Disciolto Paramagnetico nel Flusso Cerebrale e in tutto il Corpo, provocando in questo modo la demielinizzazione della guaina degli Assoni, causando i conseguenti danni i quali impediscono la trasmissione degli Impulsi Elettrochimici che azionano i Muscoli, deteriorando anche con la stessa causa le Attività Cognitive.
Vede Dr. Sidoti? E' sufficiente controllare la pO2 arteriosa dei Pazienti con SM, si riscontrerà senz'altro una pO2 molto diminuita rispetto alle Persone Sane di pari età, confermando che, per una Cura efficace della Sclerosi Multipla è necessario prescrivere delle terapie (C-PAP, oppure Ossigenoterapia Iperbarica) le quali aumentano stabilmente la Concentrazione di Ossigeno nel sangue, aumentando quindi la pO2 Cerebrale e Generale, si otterrà in questo modo la RIGENERAZIONE PROGRESSIVA DI NUOVE CELLULE MIELINICHE DEGLI ASSONI, consentendo la regressione fino alla completa guarigione dalla Sclerosi Multipla.
Il mio Saluto con Stima Dr. Vincenzo Sidoti.
Pino Fronzi

#2
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http://www.sclerosimultipla-e.it/vivere/attivita-fisica-sm.shtml

Buongiorno, riguardo alla malattia neurodegenerativa Sclerosi Multipla, se consentito vorrei aggiungere una realtà poco considerata, la quale può essere di grande aiuto per le Persone affette dalla SM.
E' molto importante, considerando le proprie possibilità fisiche, praticare il regolare Esercizio Fisico Aerobico, per merito del quale AUMENTANO gli Atti Respiratori, rafforzandosi anche il Sistema Cardiovascolare.
In seguito a questi due benefici si ottiene il Neuroprotettivo Aumento dell'Afflusso Cerebrale, aumentando anche la Concentrazione di Ossigeno al Cervello che vuol dire AUMENTO della pO2 Cerebrale e generale.
In seguito all'aumento stabile della Ossigenazione al Cervello il Paziente con la SM otterrà dei chiari benefici, perché si attiverà l'automatismo che produce la Crescita di Nuove Cellule Mieliniche della Guaina degli Assoni (rimielinizzazione) migliorando progressivamente in questo modo la trasmissione degli Impulsi Elettrochimici (segnali nervosi) i quali azionano i Muscoli, le Attività Cognitive e Sensoriali, determinando quindi la regressione della Sclerosi Multipla.
Possiamo capire che, tutte le Terapie le quali AUMENTANO STABILMENTE la Ossigenazione al Cervello risultano protettive per ottenere la regressione della malattia neurodegenerativa.
Sinceri Saluti
Pino Fronzi

#3
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Ossigeno biatomico (Wikipedia)
A temperatura e pressione standard, l'ossigeno si trova in forma di gas costituito da due atomi. Si indica nel seguente modo: O2 (numero CAS: 7782-44-7). Questa sostanza è un importante componente dell'aria prodotta dalle piante durante la fotosintesi clorofilliana, ed è necessaria per la respirazione degli esseri viventi.

La specie O2 viene frequentemente e impropriamente chiamata "ossigeno" (per una sineddoche); per una nomenclatura univoca e non ambigua di O2 si possono utilizzare i seguenti termini: ossigeno molecolare, ossigeno biatomico, ossigeno diatomico o diossigeno.

L'ossigeno biatomico O2, allo stato liquido e a quello solido, ha colore azzurro ed è altamente paramagnetico. La teoria degli orbitali molecolari ha spiegato il fenomeno del paramagnetismo e ha confermato che il legame è da considerarsi doppio: i due elettroni meno legati in O2 occupano orbitali degeneri di simmetria π ed hanno spin paralleli. Ciò porta ad uno stato fondamentale di tripletto che ha come conseguenza una straordinaria inerzia cinetica nelle reazioni di ossidazione di molecole organiche diamagnetiche perché tali reazioni avvengono senza la conservazione del numero quantico totale di spin.

https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Henry

EMOGASANALISI (pO2, pCO2)

v.n.: pO2 sangue intero arterioso 100 mmHg

sangue intero venoso 35-40 mmHg

pCO2 sangue intero arterioso 35-45 mmHg

sangue intero venoso 38-49 mmHg

pH sierico 7.35-7,45

sangue intero arterioso 7,33-7,43

sangue intero venoso 7.35-7,45

% saturazione in O2 (sangue arterioso) 93-98%

I gas vengono trasportati ai tessuti e dai tessuti dal sangue circolante ed a livello capillare si verifica lo scambio tra sangue e cellule; a livello polmonare si verifica poi lo scambio di gas tra sangue e aria alveolare per diffusione attraverso le pareti alveolari. L'analisi dei gas nel sangue è importante per definire l'insufficienza respiratoria.

pO2

La pressione parziale dell'ossigeno è in rapporto alle capacità di ossigenazione del sangue da parte dei polmoni e di trasporto da parte dell'emoglobina.

La pO2 varia in funzione dell'età del soggetto:

20-29anni 90-l00mmHg

30-39 anni 85-95 mmHg

40-49 anni 81-91 mmHg

50-59 anni 77-87 mmHg

60-69 anni 73-83 mmHg
_____________________________________________

Mi scusi Dr. Vincenzo Sidoti, ma vorrei completare il commento che riguarda la possibile regressione fino alla completa guarigione dalla malattia neurodegenerativa Sclerosi Multipla.
Invio tre studi, il primo dei quali suggerisce che, la molecola di ossigeno è fortemente paramagnetica, e noi sappiamo che l'O2 è presente in minima quantità anche nel sangue, la cui pressione parziale è indicata dalla pO2 arteriosa.

Nel secondo link possiamo leggere la famosa Legge di Henry, nel quale il Chimico Dr. William Henry descrive la solubilità di un gas immerso in un liquido.
La legge di Henry è stata riportata in Fisiologia Medica, non accorgendosi però che, il Dr. William Henry, a quei tempi, NON POTEVA SAPERE CHE IL GAS OSSIGENO E' UNA SOSTANZA PARAMAGNETICA, e quindi, questa dimenticanza ha impedito fino ad ora alla Scienza Medica di capire la reale funzionalità dell'Ossigeno Disciolto Paramagnetico nel sangue, il quale non è utilizzato per la ossigenazione cellulare, infatti questa funzionalità è dovuta alla Ossiemoglobina.
Ma, proprio perché PARAMAGNETICO, l'Ossigeno Disciolto PRODUCE ENERGIA ELETTROCHIMICA IRRADIATA NEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO, e, insieme ad altri componenti del sangue, che sono: l'Idrogeno, gli Elettroliti, le Membrane Cellulari Polarizzate, e quindi l'O2 Disciolto è indispensabile per far generare i Potenziali d'Azione, detti anche Impulsi Elettrochimici, i quali determinano tutte le Attività del Cervello, del Cuore, e dei Muscoli, compresi i muscoli lisci delle arterie e delle vene.
Dunque, appare chiaro che, la eventuale carenza di Ossigeno Disciolto Paramagnetico che può verificarsi anche a causa delle Vasocostrizioni Arteriose, causa la RIDUZIONE dell'Energia Elettrochimica irradiata nel sangue, provocando la disattivazione delle Membrane Cellulari Polarizzate, causando conseguentemente il deterioramento delle Cellule del Cervello, del Cuore, e dei Muscoli, provocando così le malattie degenerative una delle quali è la Sclerosi Multipla.
Dr. Sidoti, nel terzo articolo il quale invio in copia-incolla, ci sono scritti i valori normali della pO2 arteriosa in base alla età della Persona, è anche interessante notare che in questo studio NON SI FA CENNO AL PARAMAGNETISMO DELL'OSSIGENO.
Quindi possiamo leggere indicativamente che, quando siamo giovani e non abbiamo malattie la pressione parziale di ossigeno paramagnetico è abbastanza alta, a 20-30 anni la pO2 dovrebbe essere circa 90-100 mmHg, poi negli anni seguenti la pO2 diminuisce progressivamente, infatti, vediamo che a 60-70 anni la pO2 ben che vada precipita a 73-83 mmHg.
Ora è molto importante una riflessione Dr. Sidoti, i Medici non si sono accorti che, chi ha la pO2 nella norma o più alta può beneficiare di una Migliore Salute, al contrario chi ha la pO2 arteriosa diminuita rispetto alla norma rischia più frequentemente le malattie degenerative Neurologiche e Oncologiche.
Dr. Sidoti, per questo motivo nel primo commento Le chiedevo: i Medici richiedono ai Pazienti affetti dalla Sclerosi Multipla la Emogasanalisi per controllare i valori della Ossigenazione nel sangue?
Dunque appare evidente che se ai Pazienti con la SM si riscontrano dei livelli della pO2 molto diminuiti rispetto alla norma, vuol dire che, AUMENTANDO la pressione parziale di ossigeno nel sangue, con tutta probabilità si potrà ottenere la regressione progressiva della Sclerosi Multipla.
Questa realtà può verificarsi perché: aumentando i livelli dell'Ossigeno Disciolto Paramagnetico nel Flusso Cerebrale e in tutto il Corpo, AUMENTA L'ENERGIA ELETTROCHIMICA prodotta dal Paramagnetismo dell'O2 irradiato nel Sistema Cardiocircolatorio, attivando un'automatismo che consente la CRESCITA DI NUOVE CELLULE NEL CERVELLO, ottenendo così anche la Rigenerazione delle cellule mieliniche (rimielinizzazione) precedentemente deteriorate dalla carenza di Ossigeno Disciolto Paramagnetico nel Flusso Cerebrale, beneficiando in questo modo della regressione progressiva della malattia neurodegenerativa Sclerosi Multipla.
Dr. Vincenzo Sidoti, ringrazio Lei e gli altri Stimati Medici, per avermi consentito la possibilità nel descrivere quello che sono più che certo di aver capito svolgendo una ricerca sulle cause delle malattie Neurologiche e Oncologiche.
I più Cordiali Saluti
Pino Fronzi




#4
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Buon pomeriggio dottore volevo sapere se ci sono interazioni tra zoloft e sirdalud
Grazie

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