Sonno, anestesia, ibernazione...l'uomo in viaggio verso il futuro!

luigigrosso
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo

 

Il SONNO rappresenta, per l’essere vivente, un momento di recupero delle forze fisiche e psichiche. Una fase in cui tutto il metabolismo viene rallentato. Per capirci è come se un’auto di giorno va a 130Km all’ora e di notte va a 30Km all’ora. Tutto questo non avviene bruscamente – non si passa dalla veglia al sonno in un batter d’occhio – infatti, vi sono dei livelli di approfondamento della fase del sonno che sono direttamente proporzionali al massimo livello di recupero psico-fisico. L’ EEG (elettroencefalogramma) ci ha consentito di scoprire tale meccanismo. H. Berger, parlò per la prima volta dell’elettroencefalogramma  nell’uomo, Nel 1937, A. Loomis, E. Harvey e G. Hobart fecero la prima descrizione elettroencefalografica del sonno che li portarono a dividere la notte cerebrale in cicli di cinque stadi designati dalle prime lettere dell’alfabeto: A (sonnolenza), B (sonno leggero), C (sonno mediamente profondo), D ed E (sonno profondo). E’ proprio nel sonno profondo che recuperiamo!. Nel sonno fisiologico noi viviamo un altro importante momento della nostra vita….il SOGNO. I sogni sono oggetto di grandi studi. L'interpretazione dei Sogni, è sicuramente da ritenere una delle pietre angolari della scienza psicoanalitica: fu Freud stesso a definire l’analisi del sogno come la via regia verso l’inconscio. Freud portò sempre un profondo rispetto per la sua vita onirica: fin da molto giovane aveva l’abitudine di annotare i suoi sogni ed approfondirli attraverso attente osservazioni.

L’ ANESTESIA  è un “sonno farmacologico” indotto da sostanze mediche che alterano la fisiologica attività metabolica del dormire. Quando viene fatta una anestesia generale tutto quanto è percezione viene bloccato. Quindi sono bloccate le stimolazioni dolorose ma anche quelle percettive cioè il soggetto viene reso incosciente totalmente. In realtà è il cervello che non riceve più impulsi sia dolorifici che ambientali del mondo esterno.   L'anestesia generale permette il realizzarsi di tre fondamentali condizioni, l’ANALGESIA (non si sente dolore), l'AMNESIA (non c’e nessun ricordo) e la PARALISI MUSCOLARE. Ma allora in che cosa differisce dal sonno? La risposta è ovvia, nel sonno manteniamo la percezione del dolore e del mondo esterno mentre nell’anestesia no!.  Infatti se una persona dorme, basta un rumore forte che si sveglia subito; nell’anestesia tutto questo non è possibile. Anche il sogno appartiene esclusivamente al sonno. Non è possibile sognare durante un’anestesia profonda. Infine l’anestesia ha limiti di tempo, infatti non può durare per tempi molto lunghi. Quindi non può essere sfruttata per mantenere un “corpo” nel tempo fino a che si vuole.

L’ IBERNAZIONE UMANA è una realtà straordinaria e sconcertante allo stesso tempo. Bisogna distinguere tra ibernazione in morte (che si fa oggi) e ibernazione in vita (che si spera di fare domani). Infatti, mentre l’ibernazione in morte è una realtà, l’ibernazione in vita è un sogno che ancora dovrà realizzarsi. Alcuni scienziati italiani stanno lavorando sull’ibernazione umana ottenendo importanti risultati.  La procedura per l'ibernazione di un paziente, negli Stati Uniti, inizia di solito nella sala di rianimazione di un ospedale, dove lo stesso è in fin di vita per una grave malattia. Tale sistema è possibile negli USA poiché le leggi di stato lo consentono. In Italia tutto questo non è possibile poiché la legge prevede un periodo di osservazione per lo meno di 24 ore. Nemmeno in regime di donazione di organi è possibile poiché anche in questo caso – seppur ridotto – bisogna attendere 6 ore per l’espianto di organi. L’ibernazione in vita è una speranza perché si può “congelare” una malattia per un periodo più o meno illimitato in attesa di nuove scoperte per curare quella stessa malattia. Pensate a quanto succedeva prima del 1946 (epoca della scoperta della penicillina) che si moriva per una banale bronchite. Se avessimo potuto ibernare un uomo nel 1940 oggi lo avremmo potuto curare con tutti gli antibiotici che abbiamo a disposizione.

A differenza della ibernazione in morte quella in vita è sicuramente più complicata poiché bisogna mantenere lo stato di efficienza di tutti gli organi. Oggi questo sta diventando possibile grazie ad un gruppo di ricercatori italiani cui è stato affidato dalla AGENZIA SPAZIALE EUROPEA di svolgere ricerche in proposito. Infatti si è scoperti una molecola “DADLE” (D-alanina, D-leucina encefalica) che induce un letargo simile a quello degli animali.  Una curiosità in proposito, una società americana la “Alcor Life Extension” è specializzata in ibernazione post-mortem. Leggevo su “Repubblica” che farsi ibernare costa 120mila dollari. Il problema sta nel fatto che non è conosciuto ad oggi la possibilità di …disibernarsi (concedetemi il termine) non è ancora conosciuta. Ma c’è la speranza che in futuro tutto questo possa accadere e quindi “vivere nel futuro”.

Tutto quanto detto ha un significato? Si. Quale!? Certamente quello di arrivare alla possibilità di mantenere un corpo in …sospensione di vita:

  • Per viaggi nello spazio
  • Per cure da effettuare nel futuro
  • Per sperimentazione
  • Per desiderio di immortalità

Logicamente va sottinteso che ognuno di noi si fa le proprie valutazioni sulla reale necessità di tutta questa ricerca.

Dr. Luigi Grosso

Data pubblicazione: 21 giugno 2011

Autore

luigigrosso
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso Università Federico II - Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 16279.

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