Dispnea sibilo asma.

Sibili respiratori e dispnea: nessuna correlazione con l'asma bronchiale

L'asma bronchiale è una patologia infiammatoria cronica caratterizzata da svariate fasi di riacutizzazione che riguarda, però, i bronchi di oltre la quindicesima generazione bronchiale.

Considerando che le generazioni bronchiali dalla trachea agli alveoli sono 23, capiamo che si tratta del polmone "profondo": i sibili respiratori da tale livello non possono essere percepiti dallo stesso paziente asmatico.

Quali sono le cause del sibilo laringeo?

I sibili percepiti, invece, provengono dalla via aerea alta extratoracica, a livello cioè laringeo, quasi sempre per secrezioni che sgocciolano per via retronasale in laringe, producendo così i classici sibili (wheezing) che con l'asma bronchiale, però, non hanno alcuna correlazione diretta.

Potrebbero concomitare, ma non sono assolutamente diagnostici. Tali sibili, però, si propagano lungo tutto l'albero respiratorio e sono percepibili con l'auscultazione su tutto il torace.

Basterebbe effettuare colpi di tosse efficaci e ripetuti, atti a rimuovere le secrezioni per ridurre o eliminare tali sibili che molto spesso sono anche inspiratori, tipici proprio della via aerea alta extratoracica, ovvero laringei.

Quali sono le cause della dispnea (o fiato corto)?

Il sintomo dispnea, cioè difficoltà respiratoria, caratterizzato da fiato corto, sensazione di peso sul petto e senso di occlusione respiratoria, sono assai spesso secondari a stati emotivi con relativa tensione nervosa e quindi muscolare, di tutti i muscoli corporei, compresi i muscoli inspiratori.

Questi rimangono contratti anche a fine inspirazione, non permettendo così il normale e completo svuotamento polmonare.

Le inspirazioni successive avvengono partendo da polmoni sempre più pieni. È solo per questo che le inspirazioni successive diventano sempre più corte e più "faticose", dovendo allargare un torace che in precedenza non si è svuotato correttamente. Di qui la sensazione di respiro corto e faticoso, la dispnea appunto.

Altro fattore che può concomitare nel determinare la dispnea è l'ostruzione nasale. L'aria che attraversa la bocca invece che dalle narici dà un input molto inferiore al "centro del respiro".

Tale centro nervoso è posto nel nostro "midollo allungato" e attiva i muscoli inspiratori in modo automatico, inconscio, permettendoci per esempio di respirare anche durante il sonno. Tale centro viene attivato soprattutto dalla quantità di ossigeno ed anidride carbonica circolanti, ma anche dalla percezione dell'aria che attraversa le vie aeree superiori, niente in particolare il naso. Non percepisce, però, quanto i polmoni siano già pieni di aria oppure no.

Quindi, meno aria attraversa il naso, più vengono attivati i muscoli inspiratori, meno si svuotano i polmoni e più corto e faticoso è il respiro. Chi ne volesse una dimostrazione pratica, occluda il naso con una "molletta" e sentirà prima o poi, la sensazione di fatica respiratoria: la dispnea.

Come fare la diagnosi di asma bronchiale?

Non possiamo quindi basare la diagnosi di asma bronchiale su dispnea e sibili respiratori, che sono invece ritenuti i sintomi principali.

Si può fare la diagnosi di asma bronchiale solo in relazione agli esami spirometrici: una corretta verifica di un deficit ostruttivo, con significativa e reale broncoreversibilità dopo inalazione di bronco dilatatore, darà la corretta diagnosi di asma bronchiale.

La diagnosi basata su un esame di bronco stimolazione deve essere effettuata con molta attenzione e ritenuta positiva solo con bassi dosaggi. 

Una diagnosi non corretta di asma bronchiale e terapia anti asmatica in atto, non permetteranno più di capire, con esami successivi nella norma, se tale normalità è stata raggiunta grazie alla terapia o se sarebbe risultata della norma anche senza alcuna terapia.

Considerando che la dispnea relativa a substrato ansioso è anche più evidente e che in altre patologie e che regredisce molto bene anche solo per "effetto placebo", si può facilmente intuire che è difficile sospenderla per una verifica diagnostica.

Alcune persone, a volte, rimangano in terapia antiasmatica a vita, anche se non sempre affette da tale patologia. Con tutto ciò che ne deriva per la qualità di vita soprattutto (con ansia che peggiora anche in relazione al timore di una patologia, l'asma, non sempre perfettamente conosciuta). Da considerare, inoltre, per i costi relativi.

Data pubblicazione: 16 ottobre 2023

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