Amfetamine, MDMA e nuove droghe eccitanti: disturbi psichiatrici persistenti

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Le amfetamine sono una droga diffusa in diversi paesi, non sempre con le stesse modalità d’uso. In alcuni paesi le amfetamine sono una delle principali droghe di abuso per via endovenosa o inalatoria, mentre in altri l’uso è per bocca e riservato ad ambienti festaioli. La MDMA o ecstasy è conosciuta come protagonista di una "moda" degli anni ’90, ma non si tratta di una sostanza nuova (fu sintetizzata nei primi anni del 1900) né è nuova come droga (era già popolare negli anni ’70), mentre nuovo è il contesto.

L’uso produce sostanzialmente uno stato di aumentata energia, ridotto bisogno di riposo e sonno, euforia e sensazione di vicinanza emotiva agli altri, spavalderia, impulsività.

L’ecstasy è una sostanza con un potere neurotossico. Nella formulazione per bocca non tende a indurre facilmente una dipendenza, ed è invece responsabile di danni funzionali e strutturali al sistema nervoso. Le persone che la utilizzano la considerano una sostanza che si può gestire senza perdere il controllo, ma non considerano adeguatamente il rischio di danno da semplice uso, rischio che è maggiore quando l’uso è ripetuto a breve distanza o in dosi consecutive. L’effetto di dosi ripetute è cumulativo, inizialmente può essere reversibile, tuttavia anche se i sintomi del "down" scompaiono, il ripetersi del consumo può gradualmente esaurire la capacità del cervello di riequilibrarsi, oppure promuovere dei cambiamenti della funzione cerebrale che poi si mantengono anche dopo aver cessato l’uso da mesi.

Gli effetti a lungo termine, cioè in persone che non fanno attualmente più uso, sono depressione, insonnia, depersonalizzazione e flashbacks. Tra gli effetti frequenti a lungo termine sono riportati anche sintomi come dolore alla schiena, rigidità al collo, rigidità articolare con impaccio nei movimenti, mal di testa ricorrenti, crampi addominali.

Il fenomeno del flashback è un esempio di come la conseguenza dell’uso non è solo un possibile danno di segno opposto agli effetti immediati della sostanza (depressione opposta all’euforia, ansia opposta alla disinibizione, depersonalizzazione opposta alla sensazione di grande e facile coinvolgimento). Alcuni fenomeni vedono il cervello riprodurre alcuni effetti come se avesse "imparato" un’attività modellata su quella dell’ecstasy.

Più rare sono le psicosi. Sono comunque riportati casi di psicosi a lungo termine in persone senza familiarità per psicosi.

Rispetto al modello classico di psicosi, le psicosi da MDMA possono avere connotati leggermente diversi, iniziando come disturbi con sintomi somatici e un cambiamento del carattere verso un umore più cupo, svogliato, con una sensazione persistente di essere "cambiati", non più come prima, estranei alla propria vita, ai propri interessi, preoccupati di non star bene. A questo può aggiungersi in seguito in una parte delle persone una componente psicotica vera e propria, con deliri di riferimento (che gli altri facciano riferimento a noi, in genere in senso negativo), di persecuzione, di cambiamento corporeo (aver perso funzioni, sentirsi parti del corpo rigide, gonfie, immobili o spostate, storte etc). A differenza delle psicosi classiche, questi deliri possono svilupparsi senza alterazioni dell’umore evidenti, o con alterazioni minori, senza agitazione.

Complessivamente, si possono distinguere fenomeni corrispondenti ad una sorta di "down" prolungato, e sintomi corrispondenti invece ad una intossicazione prolungata (psicotici), forse però uniti da un meccanismo comune.

Il trattamento di questi quadri fa riferimento sia al tipo di sintomi presentati, sia al meccanismo d’azione che media la tossicità dell’MDMA.

 

Creighton et al., 1991, Br J Psychiatry

 Mc Guire et al., 1994- Br J Psychiatry

Cohen, 1995 - Prog Neuro-Psychopharmacol Biol Psychiatry

Data pubblicazione: 03 giugno 2011

24 commenti

#1
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Utente 168XXX

Caro Dottor Pacini io soffro proprio dei disturbi che causerebbe l'esposizione prolungata all'ecstasy...
Peró quando sono nati i miei disturbi non avevo mai utilizzato l'ecstasy.
Anzi 2 anni dopo l'insorgenza dei disturbi provando una assunzione di ecstasy una volta nella mia vita avevo assistito alla totale scomparsa dei miei sintomi per qualche ora...
Ben sapendo che l'ecstasy fa malissimo non l'ho più assunta.
Peró è curioso che io abbia gli stessi sintomi non causati dall'ecstasy che sono identici a quelli causati dall'ecstasy e la remissione degli stessi durante una somministrazione acuta di ecstasy.
Quindi i circuiti che l'ecstasy danneggia devo averli di mio mal funzionanti.
Quindi una terapia adeguata nel mio caso sarebbe quella di ricostruire quei circuiti con qualche medicina mediante assunzione prolungata nel tempo.È questo forse l'effetto degli antidepressivi?

#2
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Utente 168XXX

Altra cosa se l'ecstasy in acuto conferisce benessere empatia socievolezza spavalderia disibinizione e in cronico l'esatto contrario.
Non è mai venuto in mente di sintetizzare una molecola che agisca in maniera diametralmente opposta all'ecstasy.
Ovvero che in acuto provochi inibizione malessere ansia asocialità diffidenza.
Magari in cronico una sostanza del genere avrebbe l'effetto acuto dell'ecstasy.
Ovvero quando passa l'effetto ci si sente dei leoni.Tecnicamente una sostanza che tempra il carattere...Logicamente avrebbe senso...

#3
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Dr. Matteo Pacini

No, francamente non vedo il senso. Sostanze come dice Lei ce ne sono, non sono droghe ma medicinali usati ovviamente per altri scopi, e quelli sono effetti collaterali se mai.

I circuiti su cui agiscono le droghe sono esistenti nel cervello, altrimenti le droghe non ci entrerebbero. Alcune terapie sono pensate proprio per "ricostruire" il funzionamento di questi circuiti, o sostituirlo, indipendentemente dalla causa che ne abbia prodotto il malfunzionamento.

#4
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Utente 168XXX

La parola ricostruire mi piace di più perchè da l'idea di tonificare rinvicorire aggiustare rinforzare quei circuiti debilitati quindi andando a curare la causa.
Sostituire mi piace di meno perchè mi sa tanto come puoi funzionare solo col farmaco fino a quando anche questo non perderà d'efficacia...
Che pensieri contorti...

#5
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Dr. Matteo Pacini

E' ovvio che a tutti piace più la prima. Però questo non ha peso. Si cura nel modo in cui si può, non in cui si vorrebbe.

#6
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Salve dottore, ma dei problemi come questi è possibile vederliattraverso una risonanza magenetica cerebrale?

#7
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Salve dottore, ma dei problemi come questi è possibile vederliattraverso una risonanza magenetica cerebrale?

#8
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Dr. Matteo Pacini

Sì, ma per adesso questo non aggiunge niente al quadro che ci si fa con una visita, anzi. Le immagini confermano che ci sono anomalie, ma sono esami fatti per ricerca più che per mettere a punto poi le cure. Un giorno forse si potranno calibrare le cure mediante gli studi di neuroimmagine.

#9
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Utente 349XXX

Quindi se penso di avere questi problemi se faccio una risonanza cerebrale e risulta negativa posso stare tranquillo?

#10
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Dr. Matteo Pacini

No, non ci siamo capiti. Temevo che facesse questo ragionamento. Prima di tutto si tratta di altri esami di neuroimmagine. Poi da come parla sembra che il suo pensiero sia quello di escludere danni al cervello, allora non ci siamo capiti. Non mi aveva chiesto questo ma se i sintomi descritti sopra avevano anche delle "immagini" corrispondenti e se serviva a qualcosa fare esami di quel tipo per vederle. La risposta era, sì, si possono vedere, e no, non servono a niente di particolare.

#11
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Utente 349XXX

Dottor Pacini sono sempre il ragazzo della ultime due domande Sulla risonanza, le volevo dire che io purtroppo abito a londra e vorrei parlare con uno specialista e con tutto il tempo che sono stato su internet ho trovato lei come il piu preparato sull'argomento perció le volevo chiedere se era possibile scambiarci un paio di domande in privato per e-mail o telefono magari. Grazie in anticipo attendo una sua risposta al piu presto, buona giornata!

#12
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Ex utente

Buongiorno Dottore, volevo porLe questa domanda: anche se si utilizza per una sola volta questa sostanza si producono gli effetti collaterali da Lei citati? se sì, in che misura?e dopo quanto il cervello riprende le sue funzioni normali?

#13
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Dr. Matteo Pacini

Una sola volta è improbabile, nel senso che in questo caso è un fattore scatenante. Può accadere ma in questo caso l'importanza dell'amfetamina è relativa o nulla, è un disturbo che viene fuori con l'amfetamina così come poteva venir fuori con altri fattori o da solo.

#14
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La ringrazio. Ora vorrei parlare di me... ho fatto uso di MDMA per 5 anni circa, non sempre capitava 1 volta al mese, a volte 2, a volte per 2-3 mesi non facevo nulla. usavo però anche altre droghe come lsd e cocaina anche quelle ogni tanto come l'extasy. mi è capitato a volta anche di mischiarle. non usavo grandi dosi, mai esagerato.
poi nel 2014 ho iniziato a fare solo uso di MDMA e lì ho raggiunto proprio l'apice, il consumo era regolare, 1-2 volte al mese con una dose di circa 0,5-0,6 per volta. e ho iniziato a soffrire di attacchi di panico e di tutti gli effetti collaterali che ha citato, a livello fisico mal di schiena, rigidita e quant'altro, e a volte mi sentivo anche appunto di aver perso delle funzioni, sentivo parti del corpo gonfie o storte o spostate... ecc... Ma il peggio erano gli attacchi di panico e ancora di più: la depersonalizzazione.
adesso è da gennaio dell'anno scorso che non faccio più uso di nulla.
e devo dire che non ho più niente, sono scomparsi tutti gli effetti negativi, gli unici rimasti sono un po di rigidita alla schiena e alle articolazioni (che sto curano con stretching ed esercizio fisico), ma soprattutto, cosa che mi preoccupa, soffro ancora di depersonalizzazione e flashback. e qui arriva la mia domanda: quanto possono potrarsi a lungo questi effetti collaterali, considerando il mio passato e che è ormai da un anno che non faccio nulla? io sento che ogni giorno svaniscono sempre di più. ma ogni tanto ho proprio questa sensazione di non appartenere al mondo che tutto sia finto, mi sento strana, mi faccio domande sulla vita e sulla morte... e mi preoccupo. non sempre succede, anzi devo dire che prima mi capitava spesso, ora sì e no una volta al mese. ma vorrei sapere se sparirà del tutto questa cosa.
La ringrazio in anticipo.

#15
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Dr. Matteo Pacini

Posso durare a lungo, e probabilmente le terapie con farmaci che migliorano il metabolismo di quei neuroni danneggiati dall'MDMA hanno effetto favorevole sulla ripresa. Mentre va detto che più i sintomi sono espressi e più c'è la possibilità che il disturbo invece si consolidi e rimanga stabile.

#16
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Lei caro dottor Pacini può anche venire qua e succhiarmi ben bene le palle con il suo articolo del cazzo.
Quando l'ho letto mi sono imparanoiato totalmente visto che i sintomi qui descritti corrispondevano ai miei dopo aver sovradosato MDMA un anno fa e mai più da quella volta, ma non tiene minimamente in conto del fatto che possano anche essere causati anche dall'ansia, problema che infatti io ho e nessuna psicosi persistente. Quindi moderi attentamente i termini prima di far venire le paranoie alla gente per aver fatto un consumo sporadico di MDMA, e dipingerci tutti come pazzoidi irrecuperabili, perchè una volta capita che ne usi un pò di più; vediamo invece come si possono verificare adeguatamente i sintomi e quali possono essere altre possibili cause diverse dall'uso di anfetamine

#17
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Dr. Matteo Pacini

Gentile (anzi maleducato) utente,

Se lei si imparanoia da solo senza aver capito niente non mi riguarda, così come non mi riguarda la sua maleducazione.

L'articolo dice esattamente quello che dice Lei, il problema è che invece non ci ha capito niente dell'articolo. Nessuno ha detto che Lei dovesse avere alcunché, né ha chiesto in merito. L'articolo dice "rare sono le psicosi".
Però anziché rileggerselo e prendersela con se stesso preferisce perder tempo a introdurre una serie di offese.

I termini li moderi Lei, se non è in grado di capire gli articoli perché li legge in uno stato allarmato, non li legga.

Il suo stile offensivo, associato al non aver capito una virgola dell'articolo, la copre da sé di ridicolo. In ogni caso segnalo la cosa allo staff per vedere se sia il caso di impedirle di intervenire ancora qui e altrove.

#18
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Non si preoccupi mi asterrò da solo dallo scrivere ancora, era solo questo che mi interessava dire

#19
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Dr. Matteo Pacini

Ottimo, complimenti. In poche righe è stato maleducato, se l'è presa per cose che l'articolo NON dice e non ha espresso alcuna idea. Mi pare che sia sufficiente

#20
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Staff Medicitalia.it

L'utente - maleducato - è stato cancellato perennemente da questa piattaforma.
Un simile turpiloquio non è ammesso su medicitalia.it.

Ricordo inoltre, che l'offesa online (su blog, forum o social) è diffamazione a mezzo stampa ed è considerata, ora più di prima, per la sua persistenza e latenza, un reato molto più grave rispetto ad altri mezzi di comunicazione come la radio, la TV, i giornali o addirittura per strada.

Aggiungo che l'educazione è d'obbligo nei confronti di chi si mette a disposizione del prossimo in modo disinteressato come ha fatto in questo caso il dr. Pacini e come fanno gli oltre 8mila professionisti iscritti a questo portale medico scientifico

Si può dissentire, senza necessariamente offendere.

Grazie
Staff Medicitalia.it

#21
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Ex utente

Dottore salve.
Ho letto tutti i suoi articoli e le volevo fare una sola domanda.
Ho fatto uso di mdma poche volte. L'ho usata sporadicamente, 3 o 4 volte l'anno per 3 anni. Dopo l'ultima volta ho avuto problemi di attacchi di panico e depressione. È passato un anno dall'ultima volta che l'ho utilizzata. In questo anno ho avuto dei periodi di totale benessere e dei periodi negativi.
Ultimamente ho un'ansia costante tutto il giorno, leggera molto leggera ma costante.
Pensa sia dovuto all'uso pregresso di mdma e che possano essere sintomi irreversibili?

#22
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Dr. Matteo Pacini

Va fatta prima una diagnosi sindromica, poi categoriale (tipo: panico, oppure dag, oppure altro), e in base a questo poi si procede all'eventuale trattamento. Trattandosi di sindromi comuni, se parliamo di sindromi ansiose, o anche umorali, non val la pena di arrovellarsi sul ruolo di un uso sporadico di sostanze, semplicemente è uno dei possibili fattori scatenanti, il che vuol dire che tende ad incidere in chi è predisposto.

#23
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Si sono stato da uno psichiatra.
Per lui il mio era un problema di tipo ansioso e ossessivo. Mi chiedevo continuamente se mi fossi provocato dei danni irreversibili. Nessuna psicosi o altre cose più gravi.
Questo stato ansioso mi porto' poi a deprimermi e a lasciare i miei hobby e la mia vita.
Poi mi sono ripreso e ho avuto delle settimane molto positive.
Il mio psichiatra mi disse che se mi fossi provocato dei danni irreversibili, non avrei avuto dei miglioramenti e quindi neanche quelle settimane positive.
Lei lo confermerebbe?
Ora sto meglio, solo che il pensiero un po è rimasto.
Quando mi viene dall'ansia o sono un po' triste, ripenso a quell' episodio e mi chiedo se possa essere responsabile l'mdma, però di certo sto molto meglio di prima.
Il pensiero è rimasto ogni tanto ma ora svolgo una vita normale e sono più sereno.
Grazie mille per il suo tempo.

#24
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Dr. Matteo Pacini

Il pensiero un po' è rimasto, e non deve andar via per rassicurazioni, perché in questo modo si alimenta. Se uno sta meglio, o magari bene, e si pone quel problema, la risposta non è che qualcuno le dica se si è prodotto danni irreversibili, in questo modo perde la capacità di giudicare direttamente e in maniera pratica e sommaria le cose, e rimane prigioniero di paradossali dubbi sul nulla.

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