La bellezza sta nel cervello di chi guarda
Una specifica regione nella parte frontale del cervello si "illumina" quando apprezziamo la bellezza di un opera d'arte o l'armonia di una esecuzione musicale. E' il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLoS ONE dal quale si evince che la carattersitica comune a tutte le opere d'arte, quale che sia la loro natura, è la capacità di attivare la stessa regione cerebrale, supportando il punto di vista di David Hume e di tanti altri secondo i quali la bellezza risiede nell'osservatore piuttosto che nell'oggetto osservato.
21 volontari appartenenti a diverse etnie e substrati culturali, sono stati invitati a giudicare una serie di dipinti o di esecuzioni musicali, assegnando un voto tra tre possibilità: bello, indifferente o brutto. Nel corso dell'osservazione o dell'ascolto, i soggetti sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale (fRMN), ossia un esame di "brain imaging" che consente di osservare direttamente quali aree del cervello si attivano mentre si svolge un determinato compito.
I ricercatori hanno osservato che una parte della regione frontale del cervello, nota come corteccia orbito-frontale mediale, e che rientra nei circuiti cerebrali che controllano il piacere, si attivava maggiormente nei soggetti che ascoltavano un brano musicale o guardavano un dipinto che avevano precedentmente giudicato come belli. D'altra parte non è stata riscontrata nessuna attivazione di particolari zone del cervello in corrispondenza della visione o ascolto di un'opera gudicata come brutta.
In altri studi la corteccia orbito-frontale mediale era già stata associata all'apprezzamento della bellezza, ma questa è la prima volta che gli scienziati sono stati in grado di dimostrare che la medesima area cerebrale è attivata sia nella "visione" che nell'"ascolto" della bellezza. Questo implica che la bellezza esiste nel cervello sottoforma di concetto astratto.
Oltre alla corteccia orbito-frontale, è particolarmente interessante anche l'attivazione di un'altra area specifica, vicina alle zone centrali del cervello, e denominata nucleo caudato. Il nucleo caudato aumenta proporzionalmente la sua attività in relazione alla visione di dipinti giudicati belli. Lo stesso nucleo caudato è stato messo in relazione in precedenti studi con l'amore e con il romanticismo; i risultati attuali sembrano quindi supportare l'idea che esista un correlato neurale che spieghi la relazione tra bellezza percepita e amore.
I ricercatori concludono con l'affermare che quasi tutto può essere considerato una forma d'arte, ma solo quelle crezioni che generano l'attivazione della corteccia orbito-frontale ricadono nella "bellezza dell'arte".
Un dipinto di Francis Bacon, ad esempio, può avere enormi meriti artistici, ma può anche non essere considerato un bel dipinto. Lo stesso discorso può valere per i compositori musicali, per il cervello di molte persone, alle quali piace il rock, può essere più stimolato da un pezzo di Van Halen piuttosto che da una sinfonia di Wagner.
Fonte: Tomohiro Ishizu, Semir Zeki. Toward A Brain-Based Theory of Beauty. PLoS ONE, 2011; 6 (7): e21852 DOI: 10.1371/journal.pone.0021852