Le dita del diavolo: il dispetto delle ossessioni

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Sulla parete Nord del Duomo si Pisa si può osservare un particolare curioso, che è stato appositamente conservato ed è oggetto di spiegazione durante gite guidate. Si tratta di una pietra di epoca romana su cui sono scavati dei "buchini" somiglianti a impronte di piccole dita, come quelle che le dita possono lasciare su un impasto da cuocere, quelle che si osservano ad esempio su una focaccia. Sono comunemente chiamate le "dita del diavolo", e si è immaginato che le abbia lasciate il diavolo nel tentativo di arrampicarsi sulla parete della chiesa per ostacolarne la costruzione. Questa denominazione deriva però da una loro caratteristica: sono di varie dimensioni, e sono disposte in maniera confusa, senza descrivere alcuna figura, cosicché nel contarle è inevitabile avere sempre un risultato diverso. Il conto delle ditate del diavolo non torna mai uguale. Non significa che non le si riesca a contare tutte, ma se si prova a rifarlo il conto non torna più. Il diavolo, stizzito per il fallimento del suo tentativo, avrebbe lasciato come dispetto questo trucco magico che cambia continuamente il numero delle sue impronte.

E' naturalmente un gioco, seppur inquietante. Negli anni è anche probabile che negli infiniti conteggi effettuati alcune ditate si siano spianate, altre approfondate, altre ancora siano state scrostate al punto da confonderle con la pietra piana circostante. Il carattere diabolico delle ditate sta proprio nel fatto che un numero mai uguale a se stesso sia comunque compreso entro i confini di una pietra. Come in altri paradossi o giochi matematici, dentro confini apparentemente sicuri (una superficie delimitata) c'è invece l'indefinito. Dentro la certezza c'è l'incertezza. Questa è una regola fondamentale delle ossessioni. Risolvere le ossessioni con la certezza significa aprire altri fronti di incertezza, con la conseguenza che chi cerca di rassicurarsi finirà per dover sostenere il peso di una struttura ossessiva enorme, con mille propaggini di dubbio. Alla fine, su uno scheletro di apparente certezza si costruisce un corpo di incertezze ramificate. Il problema di chi è assorbito dal disturbo ossessivo è proprio quello di continuare a complicare lo scheletro, con la conseguenza di dover poi completare inevitabilmente ogni nuova appendice con il dubbio che lo avvolge. Un meccanismo a scatole cinesi, in cui alla fine la scatola originaria, che è la certezza di partenza, non è più niente, se non il contenitore di tutte le incertezze.

La terapia antiossessiva non consiste quindi nel contare le dita del diavolo per poter capire quante realmente siano, ma nel rinunciare a contarle, o nello stufarsi di contarle, accettando il fatto che in natura il loro numero non tornerà mai uguale contandole più volte. Non a caso sono chiamate ditate "del diavolo", perché l'ansia creata da questo conto che non torna mai è appunto una sfida per l'uomo, alla ricerca di certezze. Il diavolo avrebbe, per dispetto, inciso sulla parete della chiesa un dettaglio che ne neutralizza tutto il potere rassicurante. La compattezza dell'edificio, l'armonia delle forme, l'unicità della verità divina, la sua immutabilità, sono tutte messe in dubbio da qualche "ditata" che non rovina certamente l'apparenza della chiesa (non si vedono neanche a distanza già di qualche metro), ma inserisce dentro questa armonia un elemento "non uguale a se stesso", un principio di indefinizione. Le ditate del diavolo ricordano all'uomo la sua relatività. In senso terapeutico questo dettaglio è quello che dà senso al tutto, perché il tutto, l'armonia e la verità, esistono a prezzo di una relatività di fondo, e sono quindi una visione e un sentimento, piuttosto che non una conoscenza. La via d'uscita dalle ossessioni sarà quindi quella in cui non è la certezza a essere sporcata dal "dispetto del diavolo", ma è proprio la sostanziale indefinizione e relatività a fondare poi la comprensibile ricerca di modelli assoluti e certi. Le illusioni cognitive delle ossessioni, come la perfezione, la pulizia, l'incontaminazione, la simmetria, la bellezza, e così via, sono quindi le nostre pareti mentali su cui tentiamo di contare le ditate del diavolo, lasciate da esperienze, delusioni, dubbi. Anziché cercare di costruire la verità come una rappresentazione di comodo intorno alle ditate, si finisce per cercare di contare le ditate per stabilire quale sia il loro numero, e farle "tornare" dentro una realtà calcolabile e immutabile. Il vero "dispetto" è l'ossessione, e non i conti che non tornano, che invece sono alla base di ogni sogno umano di compiutezza e di perfezione, e un tentativo certamente affascinante di spiegare la realtà, sempre con un bordo che avanza, una parte che rimane scoperta, o un nodo centrale che rimane sciolto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Pisa

Data pubblicazione: 07 luglio 2012

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

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2 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Bella idea, è vero che se contassimo quelle ditate troveremmo (non solo gli insuccessi, ma anche ciò che è andato bene) una possibile ditata perchè le certezze, ormai improntate dalle ditate del diavolo, diventerebbero lo schema di cotrasto delle incertezze stesse, lasciando cosi solo impronte e non più ricordi.
Bell'articolo.

#2
Ex utente
Ex utente

Ricordo la prima volta che entrai in uno studio di un Terapeuta/Psichiatra ebbi a risolvere il problema di Satana;grosso modo per comprendere questo problema bisogna ragionare come un bambino che e' terrorizzato dall'uomo Nero;il problema nn e' l'uomo nero o Satana ma avere la certezza che quell'evento non possa realizzarsi(il soprannaturale);il Doc ha un contenuto che cambia ma grosso modo e' l'esperienza di un bambino che sta nel mondo senza i Genitori e l'unica memoria che ha di loro e' una svalutazione e un'accusa a nn lanciarsi nell'ignoto!Il primo giorno di scuola?Beh,l'emozione e' quella li' tra la disperazione il terrore e l'allarme sotto accusa;ora se questa esperienza la viviamo a contatto con qualcosa di immaginario e pittoresco come Satana e beh..ci sta che si reagisca con il Terrore;per mia esperienza questo tipo di Doc mi porto' a studiare delle cretinate terribili oddio ho una bella cultura da post Doc ma grosso modo si cerca la spiegazione del Panico di un bambino convinto di aver perso i genitori stando nel mondo da solo;da solo vuol dire senza i genitori cioe' senza la loro interiorizzazione emotiva.Il Satanismo e' un buon modo per vincere il Doc perché quei tipi cosi' strambi ti spiegano che e' meglio scappare nell'immaginario che affrontare la realta' che e' molto piu' complicata di una setta.Ricordo un utente terrorizzato di diffamare il nostro beniamino Dott.Pacini e beh io mi chiedevo ma perché quell'utente nn comprende gli estremi della diffamazione?Oggi e' un banale illecito civile eppure era terrorizzato all'idea di offendere lo Psichiatra?Ecco io penso ci sia questo sotto il nucleo dell'ossessione poi sia chiaro la compulsione mirerebbe a inibire la reazione distruttiva dell'Onnipotente.La Chiesa nn aiuta perché se dici che in questo Mondo governa il Diavolo e beh se credi (credere significa che cosa affermi e' autentico)alle parole degli uomini di Chiesa in termini letterali ecco che e' naturale sviluppare l'equazione su Satana;e' stata la mia prima ossessione e devo dire che ho vinto questo problema studiando da Psichiatra di serie D.L'unico modo per vincere il Doc e' interiorizzare uno Psichiatra amico o piu' di Uno perche' la Scienza diventa come dire...l'antidoto a qualsiasi pensiero magico fuori binario.Personalmente e'nato per esposizione ad una psicosi ma grazie alla Psichiatria la paura si riduce ad una banalita': Si vabbuo' Santi Madonne Diavolo guarda un poco appena le cose vanno male nella vita va sempre a finire come il film Premonitions.La Scienza e' una gran figata sebbene quando si muore o si sta molto male fisicamente purtroppo servirebbero contesti sociali supportivi.La Psichiatria rimane secondo me una Scienza molto valida perche` a differenza della Psicologia mira ad esporre il paziente al cinismo sociale, all'invidia sociale e a tutte quelle esperienze di conflitto necessarie per evolvere;la corteccia pre frontale secondo me aiuta a comprendere cosa accade a pianificare ma soprattutto a ridurre quel senso di pericolo per l'incertezza da Altro da Se' non noto;basta riconfigurare perché sai sempre davanti che succede se strutturi una attenzione di senso

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