Nuove droghe: stimolanti camuffati da "Sali da bagno"

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

 Si tratta di preparati sintetici, derivati da sostanze contenute nella pianta del khat (catinoni). Quelle fino ad oggi identificate hanno tutte in comune un effetto “stimolante”, simile a quello delle amfetamine, della cocaina e di alcuni prodotti medici con uso antidepressivo, anti-narcolessia. Alcuni hanno effetto più potente rispetto ai composti utilizzati a scopo medico.

Come ogni altra sostanza, possono essere assunte in vario modo: intranasale, inalatorio, ingerite, iniettate, inserite nel retto, sciolte in bocca.

Circolano camuffati in forma di prodotti per la cosmesi e l’igiene personale, come “Sali da bagno”, “bagni tonificanti” etc (Ivory Wave, Ivory Pure, Ivory Coast, Purple Wave, Vanilla Sky, Bolivian bath, Charlie Sheene tra i nomi utilizzati), solitamente in forma di polveri solubili, con i componenti psicoattivi “non dichiarati” e che sfuggono ai controlli per le comuni sostanze d’abuso.

Come gli altri stimolanti (cocaina, amfetamine) producono effetti eccitatori, ma di intensità tale da corrispondere talvolta ad uno stato di disorientamento e comportamento disorganizzato, che si conclude con sonno o svenimento, e lascia una scia di amnesia al risveglio. Sono frequenti le lesioni contusive e abrasive, le condotte sessuali bizzarre, l’aggressività e l’autolesionismo o automutilazioni. Il consumo è tipicamente solitario, e in un caso su tre la persona assume dosi ripetute in un breve periodo di tempo, secondo un meccanismo di progressiva perdita di controllo interrotto in ultimo dalla perdita di conoscenza o dall’intervento di sanitari.

Le richieste di intervento del centro antiveleni USA nell’arco di un anno e mezzo (2010-2011) sono incrementate da zero a oltre 700/mese.

 

Data pubblicazione: 04 ottobre 2012

11 commenti

#1
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Utente 169XXX

Buongiorno Professor Pacini. Qualche sera fà, un tg di un'emittente locale, io sono di Verona, tra i tanti servizi ne ha mandato in onda uno su una "mostra" allestita presso uno dei tanti palazzi della mia città sui danni che negli anni la psichiatria ha provocato con tanto di galleria fotografica in cui si è voluto mettere in risalto gli obrobri, gli scandali e quanto di peggio si potesse vedere (persone legate a letti, camicie di forza, uomini e donne dallo sguardo perso dietro le sbarre etc. etc.). Sapendo che purtroppo sono fatti accaduti ma spero in epoche lontane, la cosa che mi ha lasciato a dir poco basito è stata l'intervista che l'organizzatore ha rilasciato alla giornalista di turno; nell'attaccare questo sistema criticandone aspramente in mezzi, in primis la terapia elettroconvulsionante, ad un certo punto se ne è uscito con una sparata davvero di pessimo gusto sugli psicofarmaci arrivando addirittura ad ammettere quasi con una punta di trionfalismo che sono meglio le droghe vere e proprie rispetto quel tipo di medicinali. Sicuramente quel signore non si è reso conto del messaggio sbagliatissimo che ha lanciato, offendendo così tutti quei professionisti, Lei compreso, nella figura del dottor Serpelloni e di tanti altri operatori che ogni giorno sono in prima linea contro una battaglia durissima sotto tutti i punti di vista qual'è l'uso di sostanza stupefacenti. Ho pensato subito quando qualche anno fà, un noto cantautore che fece un paragone simile (magari gli antidepressivi fossero come la cocaina!) scatenò una levata di scudi, venne giustamente a mio avviso radiato da qualsiasi programma televisivo nonostante le pietose smentite che ha tentato di fare presso parecchi salotti televisivi pomeridiani e serali con la solita mezza scusa che le sue parole erano state travisate. Allora io sono per la diversità di opinione, rispetto ogni idea, c'è chi alla parola "psicofarmaco" spalanca la bocca come si parlasse del diavolo, (il copione vuole che proprio chi nutre tanto pregiudizio ne abusi spesso in proprio ) ma sentire una tale eresia da un poverello del genere che con la sua mostra- ambasciata provocatoria ha dimostrato una simile pochezza come uomo e come persona mi ha infastidito non poco. Mi auguro di non essere stato l'unico a sentire quanto Le ho riportato e che vengano presi i dovuti provvediment Concludo, riguardo la terapia elettroconvulsionante, conosco due persone molto note che grazie a tale "tortura" sono rinate. Quel signore prima di farneticare luoghi comuni almeno si informasse! Certi piccoli uomini bisognerebbe proprio farli tacere.
Mi scusi se sono piombato nel Suo blog in questa maniera e con la stima di sempre, Le porgo i miei più distinti saluti. G.V.

#2
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Dr. Matteo Pacini

Sì, ho presente la mostra, è una campagna che racconta una storia, non documenta la scienza e la realtà psichiatrica. Purtroppo fa leva su un "buco nero" culturale: le persone non vedono la malattia mentale perché non vedono la fisiologia mentale. Per questo la psichiatria è facilmente attaccabile come corpo estraneo della medicina, perché non è sentita come una disciplina medica pura e semplice.
La differenza tra droga e farmaco è nota, non è difficile spiegare quale sia, sta praticamente tutta in un parametro farmacologico. Eppure chi è entusiasta delle droghe si appella al concetto di farmaco, salvo poi inspiegabilmente denigrare il concetto di farmaco come "droga" legale. In una contraddizione che è sotto gli occhi di tutti, ma al suo posto "buca" il video l'allarme contro gli "psicofarmaci". Lo stesso concetto di psicofarmaco non è un concetto medico, a meno che non si intenda i farmaci usati dallo psichiatra, che vuol dire tutto e nulla. I pazienti hanno l'idea che i farmaci dello psichiatra rimbambiscano, cambino la personalità e rendano incapaci di agire, il che non avrebbe senso medico, ma questo è quello che le persone culturalmente sospettano e si aspettano da un farmaco psichiatrico.
L'uscita di Morgan fu il "solito" equivoco dell'utilizzatore che crede che gli antidepressivi siano eccitanti, e viceversa, equazione sbagliata in entrambe le direzioni. Idem per l'identificazione del disagio dell'utilizzatore di stimolanti con la depressione, e per l'equivoco (voluto) dell'uso di droghe come pratica antidepressiva di strada (è un movente rarissimo).

#3
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Dr. Matteo Pacini

Sul tema dello shock ho revisionato anche , per una rivista di storia contemporanea, i primi anni di storia dell'ect, poiché uno degli argomenti per sostenere che era ed è una tortura è il suo impiego nei campi di concentramento durante la guerra, insieme ad altri strumenti di esperimenti su cavie umane. Dai documenti del processo di Norimberga e da altre testimonianze si ricava una visione di come quel tipo di trattamento, all'epoca il più avanzato e facile da eseguire, fosse utilizzato secondo i canoni dell'epoca, indipendentemente dal contesto (su entrambi i "fronti").

#4
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Utente 169XXX

Considerato tutto quello che il nazismo ha combinato, penso che l'ect la si possa considerare una tortura "soft" rispetto a quello che le documentazioni storiche col tempo hanno portato alla luce. Fatta questa mia personale premessa, non sono contrario a tale terapia perchè ho visto con i miei occhi i risultati su persone che non si alzavano neanche più dal letto, guardate a vista per evitare il peggio, ridotte ad uno stato larvale e già dopo poche applicazioni eccole di nuovo in pista. Una di queste mi raccontò che dopo la seduta fatta in Hospital day, se ne andava a fare shopping tutta contenta. Penso che anche il grande schermo con pellicole che sono diventate veri e propri cult movie (Qualcuno volò sul nido del cuculo per esempio) abbia contribuito ad alimentare con scene piuttosto cruente pregiudizio e paura verso questo tipo di applicazione. Sui farmaci si sà, possono essere armi pericolose se usate con imperizia ma questo non comprende solo ed esclusivamente i tanto demonizzati "psicofarmaci" ripeto, vale per tutti anche i comunissimi antidolorifici da banco che i mass media ce li propinano a tutte le ore usando pubblicità accattivanti, persone moribonde da febbre ed influenze varie o bloccate da dolori ed ecco che grazie alla pasticchetta, in pochi miniti saltano, corrono, sorridono; il solito paradosso.
Sull'uscita del tipo che ha organizzato la sua mostra, che ha tutta l'aria di una manovra politicizzata da chi inneggia alla legalizzazione delle droghe classficandole leggere o pensati, almeno si fosse fermato ad una considerazione personale basandosi magari su esperienze da lui avute o a lui note, senza biechi paragoni. Le dirò francamente Professor Pacini che mi aspettavo che si muovesse qualcosa ed invece il silenzio; e lo trovo alquanto strano visto che proprio Verona è amministrata da un sindaco molto tosto, che divide l'opinione pubblica e che proprio al citato "cantautore" dopo le sue deliranti dichiariazioni, negò a più riprese il Teatro Romano per eventuali esibizioni. Poi la cosa finì a tarallucci e vino e alla fine si esibì, non sò con che successo però. Io che mastico musica dalla mattina alla sera ho sempre avuto difficoltà a definire artista o peggio "cantautore" un personaggio del genere, si oddio ha una discreta cultura musicale, ma i veri cantautori quelli con la C maiuscola sono ben altri (Battisti, Baglioni, Dalla, De Gregori e anche il controverso Vasco Rossi) non di certo uno che è stato sbattuto sul satellite a far da giudice ad un branco di illusi convinti di diventare star per poi trovarsi nell'anonimato una volta spenti i riflettori. E poi un pensiero è andato pure a chi come me ha ascoltato un tale cretino, e magari stà iniziando o è alle prese con una terapia per un disturbo d'ansia e dell'umore. Non mi stupirei se qualcuno ha spedito dritto dritto nella spazzatura gocce, compresse e quant'altro. Sarò ripetitivo non me ne voglia, ma è stata una vera e propria offesa verso chi spende e mette a disposizione le proprie energie e professinalità per non dico debellare, ma almeno tenere sotto controllo una piaga che si allarga sempre più a macchia d'olio. E Lei lo potrà solo confermare. Ho avuto la fortuna di conosocere per caso il Dottor Giovanni Serpelloni, un gigante d'uomo che ha passato, e passa ancora notti intere con le forze dell'ordine, creando task-force sopratutto nei fine settimana per contrastare tale fenomeno, nel caso vengano farmati giovani e anche meno sotto l'effetto di tali sostanze. Ma penso che chi ha scelto questo tipo di missione, abbia pure messo in conto i controsensi a cui sarebbe andato e andrà incontro e di sicuro non sarà una cavolata detta da un sempliciotto a mitigarne o farli desistere dai loro intenti. E questo vi fà onore, al di là di tutto. Pero...è anche vero che spesso basta una voce per cambiare il mondo nel bene e anche nel male. Con la stima di sempre, Le porgo i miei più distinti saluti. G.V.

#5
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Utente 706XXX

Sono esterefatta ed avvilita dal constatare come la malattia mentale venga considerata meccanicisticamente una semplice malattia organica del cervello senza tener conto dell'esistenza della "mente" ovvero quel qualcosa di unico e speciale che contraddistingue ogni essere umano e che è molto di più di una serie di reazioni chimiche o collegamenti elettrici a livello neuronale ma è data dalla somma di esperienze, ricordi, affetti ed emozioni che costituiscono la storia personale di ogni paziente e che a volte possono determinare sofferenza e malattia. A mio parere, e anche secondo il parere di diversi psichiatri,i farmaci e l'elettroschock sono solo un rimedio sintomatico per calmare le gravi crisi acute e non servono affatto a risolvere il problema. Quello che mi chiedo è : perchè ci si rassegna a considerare la malattia mentale come incurabile e si condanna queste persone a prendere farmaci a vita per poter campare?( Mio fratello prende ansiolitici e antidepressivi da 25 anni per poter portare la "maschera" di persona normale).
Perchè non si fa abbastanza ricerca e sperimentazione riguardo alle nuove tecniche di psicoterapia(vedi ad esempio EMDR) e perchè non si fa in modo che siano accessibili a tutti e non solo a chi può permettersersi delle terapie private?
Perchè non si cercano psicoterapie specifiche anche per la schizofrenia, (e non sono impossibili,vedi il caso di "Diario di una schizofrenica")invece di considerare lo schizofrenico come un pazzo incurabile?
Credo che la risposta sta nel fatto che a qualcuno conviene considerare qualsiasi malattia, quelle mentali comprese,non un problema da risolvere, ma da tenere cronicamente a bada con farmaci o altri trattamenti.
Hai la depressione? Qual'è il problema, ti fai 6 mesi di pillole con regolare ricetta medica e passa tutto e poi se ti ritorna ti fai un altro ciclo di terapia e poi un altro e un altro ancora, tanto è tutto regolare, si fa la visita, c'è la ricetta ed è tutto a posto, mica sei un drogato.
Anzi, se vuoi fare prima ed evitarti tante noie ti fai un Day hospital dove ti mettono giusto un pò di corrente elettrica al cervello e poi te vai tutto contento a fare shopping al centro commerciale.
E' questo il parametro di felicità e di salute mentale della nostra società: essere contenti di fare shopping.
Per quanto riguarda l'uso delle droghe, il problema è troppo complesso per poter esprime un'opinione in poche righe, ma in sostanza si può dire che il collegamento che c'è tra droghe e psicofarmaci consiste che nel fatto che l'uso della droga comporta sempre l'esistenza di un certo disagio, insoddisfazione, malessere, poi magari alcuni lo riconoscono come tale e riconno al medico, altri lo negano e ricorrono alla droga magari facendosi il vanto di un gesto artistico di protesta o come lo si voglia definire.
Se poi lo psicofarmaco possa essere inteso come una droga questo dipende dai parametri secondo cui si voglia fare questa classificazione.
Sul fatto che anche lo psicofarmaco possa "rimbambire", cambiare la personalità o rendere incapaci d'agire posso testimoniare direttamente e indirettamente( avendone fatto la prova di persona e avendolo visto accadere ad altre persone) che questo può realmente succedere pur usandolo secondo l'esatta prescrizione medica, pertanto non si tratta di un mito o di una leggenda culturale.
Io credo che la vera cura per la malattia mentale vada cercata per altre vie, lontano da quella che porta ai farmaci, alle droghe o all'elettroschock.
Grazie per aver accolto la mia opinione.P.T.

#6
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Utente 169XXX

Gentile utente P.T., non intervengo di certo in difesa del Professor Pacini in quanto sà benissimo difendersi da solo. Se Lei ha letto il mio intervento nel blog in qualità di semplice utente del portale, la mia è stata un critica verso un messaggio e lo ripeto sbagliatissimo che un tizio che ha allestito una mostra qui a Verona ha mandato paragonando migliori le droghe illegali rispetto agli psicofarmaci. Converrà con me che in un momento sociale così complicato, dove la tossicodipendenza dilaga in maniera vertiginosa (e non solo tra ragazzetti eh) è un'offesa verso tutte quelle figure, medici, volontari, comunità di recupero e ci metto pure forze dell'ordine, che quotidianamente hanno a che fare con questa piaga. Lungi da me il fare propaganda su farmaci e altri rimedi e ciò che ho riportato come esempio non è frutto di fantasie bensì persone che conosco, e grazie a questa pratica sono tornate a vivere (e non solo per fare shopping in centri commerciali, quello lo possiamo considerare un mero dettaglio). Visto che Lei ha portato l'esperienza di Suo fratello, io Le potrei raccontare di un mio carissimo amico, ci conosciamo da sempre che a causa di una ricaduta pesante nel disturbo d'attacchi di panico, dopo anni di benessere grazie ad una molecola (e non era imbottito o rimbambito eh anzi) son più di 3 anni che vive un proprio inferno in parte da me condiviso visto che, se non sono all'estero per lavoro, gli sono vicino sempre; abbiamo girato non sò quanti studi medici, ci siamo scontrati con quella che io definisco "malasanità" e "malaumiltà", passati sotto le mani di "professionisti" che con prove e penso, farmaci sbagliati, lo hanno letteralmente massacrato al punto che oramai non vuole più vedere nessuno, non crede più a nulla e "vive" da eremita rinchiuso in casa mentre prima era la persona più solare, vivace, di compagnia che ci potesse essere. Una vera e propria forza della natura. Non Le nascondo che, sono da poco rientrato, in quei lunghi mesi in cui mi sono trovato dall'altra parte del mondo, oltre a sopportare ritmi di lavoro impressionanti facendo i conti con una caldo insopportabile, temevo sempre di ricevere la fatidica telefonata in cui mi si annunciava il peggio. Pensi un pò. Detto ciò mi và di pensare che ci siano anche medici bravi, preparati che non si limitano solo a compilare ricette o "imbambolare" una persona in difficoltà ma che sanno muoversi nella vasta gamma degli psicofarmaci con giudizio, responsabilità e sopratutto buon senso. Ma questo non vale solo per la psichiatria, ogni branca della medicina colleziona in equal misura successi ed insuccessi, diagnosi sbagliate e diagnosi giuste. Io ho conosciuto persone, e sicuramente pure Lei, che sono resuscitate, altre che non sono più risalite del tutto dai loro malesseri fisici od emotivi che siano. Anche se sò che sarà un impresa titanica convincerlo, riguardo il mio amico, nonostante i suoi rifiuti nel farsi aiutare, io una strada la vorrei proprio tentare certo che sarà l'unico in grado di tirarlo fuori da quell'abisso che è sprofondato. E chi ha orecchi, anzi rettifico, occhi per intendere...intenda. La saluto cordialmente. G.V.

#7
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Dr. Matteo Pacini

Non capisco di preciso cosa c'entri con il post, comunque commento brevemente.

Le sue nozioni circa la psichiatria in merito a come funzionano e cosa fanno i vari trattamenti sono sbagliate.
Come dice Lei, "crede" che la soluzione sia un'altra. La soluzione in parte c'è già e in parte si spera arrivi, in ogni caso io non "credo" niente, altrimenti mi troverei nella condizione ridicola di dover dare questa o quella cura in quanto le trovo "simpatiche" o "ci credo", mentre invece l'esercizio intellettuale è completamente opposto, ed è quello di non aggrapparsi a teorie ma di ricostruire i fenomeni secondo l'osservazione e la misurazione.
Quindi è scontato che io non condivida la sua opinione.

#8
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Utente 706XXX

Gentile professore e gentile utente,
mi fa piacere confrontare la mia opinione con la vostra e sopratutto mi sento vicina all'apprensione di chi si trova ad avere parenti o amici che soffrono per questo tipo di patologie.
Per il resto non "credo" che le mie nozioni riguardo alla psichiatria e ai relativi trattamenti possano definirsi del tutto sbagliate, e uso il termine "credo" perchè relativamente alla medicina abbiamo sempre a che fare con credenze, cioè con opinioni, modi di interpretare una patologia che variano da medico a medico, da paese a paese e sopratutto cambiano nel tempo (basti pensare a cosa si "credeva" scientificamente esatto in campo medico 200 anni fa).La medicina non è una scienza esatta come non lo è nessuna scienza umana, perchè la natura (e lo stesso essere umano che ne fa parte) è a tutt'oggi ben lontana dall'essere stata pienamente compresa.
Quello che possiamo fare è tentare di capire, osservare e cercare di proporre cure utili ,che poi possono andare nel senso dei farmaci o della psicoterapia ma mi auguro che tali cure tengano in ogni caso conto dell'elemento umano e mirino a risolvere i sintomi piuttosto che tenerli semplicemente a bada.
Naturalmente questa è solo la mia opinione in merito alla medicina e alla scienza in generale, ognuno ha diritto di esprimere la sua e mi scuso se il mio commento( in certi passaggi volutamente sopra le righe e provocatoriamente sarcastico) può essere apparso ostile rispetto al lavoro degli psichiatri e all'uso dei farmaci.Io spero solo che si faccia più spazio ad altre terapie, oggi sicuramente trascurate e poco accessibili.
Grazie. P.T.

#9
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Dr. Matteo Pacini

Le terapie ad oggi trascurate e poco accessibili, considerando quelle di provata efficacia, sono sostanzialmente la terapia elettroconvulsivante, altamente efficace su alcune condizioni gravi e scarsamente accessibile, in quanto non disponibile se non in alcuni centri pubblici (escludendo quelli privati). Per il resto, si stanno facendo progressi con le tecniche chirurgiche di implantologia (fuori dal cranio come la stimolazione vagale o intracranica come la stimolazione profonda).
Esistono anche, ed è bene dirlo, tecniche di efficacia mai provata né "ipotizzata" in termini scientifici che sono largamente diffuse e spesso sono quelle di prima linea. Nelle tossicodipendenze basti ricordare la sottoutilizzazione o cattiva utilizzazione (documentata) delle cure oppiacee a fronte della insensata diffusione di presunte "disintossicazioni" rapide o lente, o terapie "della parola", o "ambientali" o "rieducative" che, bene o male che siano eseguite, non hanno a che vedere con la natura della malattia.
Trascurata è anche la psicoterapia comportamentale, spesso a vantaggio di altre psicoterapie, e anche a causa della compartimentazione assurda del tipo "psichiatri da una parte, psicoterapeuti dall'altra", che non ha ragione di essere; e a causa della diffusione di presunte "terapie" psicologiche che in realtà non appartengono all'ambito della psicologia scientifica.

#10
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Utente 706XXX

Egregio dott. Pacini
mi sembra ormai chiaro che il suo orientamento medico sia di tipo strettamente organicistico-meccanicistico e pertanto prenda in considerazione come validi solo quei trattamenti che siano conformi a questa particolare visione del malato e della malattia.Sarebbe opportuno però che il paziente venga informato anche dell'esistenza di altri trattamenti che valutano la malattia mentale secondo altri parametri e che propongono modi di curare non meno validi dal punto di vista dell'efficacia terapeutica.
Sarà poi facoltà del paziente poter decidere se sottoporsi a trattamenti che comprendano farmaci, o TEC, o brevi terapie cognitivo-comportamentali,come quelli che lei ha illustrato, o piuttosto altre terapie psicologiche come psicoanalisi, analisi bioenergetica, training autogeno o EMDR, (che non sono e non devono essere considerate terapie "figlie di un Dio minore"). Ovviamente valutando gli effettici collaterali, i rischi, i benefici,i costi, i tempi del trattamento e scegliendolo quindi dopo aver ricevuto un'adeguata informazione sui mezzi attualmente a disposizione per curare. P.T.

#11
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Dr. Matteo Pacini

Vede, non esiste orientamento meccanicistico, tantomeno organicistico. Stiamo parlando di cervello umano, di organismo umano e di interazione tra organismi. Se ne può fare una descrizione come fenomenologia d'organo o fenomenologia sociale, o fenomenologia psicologica, o fenomenologia su qualsiasi altro piano ancora più complesso si voglia. Resta sempre qualcosa che fa capo ad una biologia di cui è bene conoscere le leggi, altrimenti si ragiona sulle manifestazioni come se fossero substrati.

Le terapie non sono "figlie di nessun Dio", quelle che sono figlie di dei non appartengono all'idea di terapia scientifica.
Per quanto riguarda l'EMDR, o la psicoterapia comportamentale, sono terapie squisitamente biologiche che agiscono con strumenti non chimici, mentre quelle farmacologiche agiscono con strumenti chimici. Ma non è che le terapie psicologiche siano "non organiche".
Altre cose sono delle "parole", che è bene non siano considerate figlie di nessuno finché non filiano da qualche evidenza sperimentale.
Proprio l'ECT, dai costi ridotti e anche dalla convenienza in termini di effetti collaterali, risente di questo squilibrio tra terapie commerciali e non commerciali. Allo stesso modo alcune psicoterapie molto commerciali perché culturalmente nobilitate non hanno alcun crisma di terapia scientifica, e questo a discapito di altre che sono poco popolari.
L'analisi ad esempio è una teoria non medica, sviluppata anche da medici ma su concetti biologicamente senza corrispondenza. Non ha una tradizione scientifica e tutt'oggi opera senza richiamarsi a nessuna misurazione o documentazione sistematica di tecniche, risultati e diagnosi.
Non tutte le scuole di pensiero esistenti devono essere indicate come fossero strumenti assodati per la cura di qualcosa, e soprattutto non esiste che un medico aderisca ad uno strumento come lo strumento e il metodo fossero la stessa cosa. Lo stesso medico può curare con medicine, psicoterapia, ECT, chirurgia, a seconda delle situazioni e dei ragionamenti che fa sul caso.
Resta da riflettere però come l'ostilità sia solo unilaterale, mai viste "campagne" contro qualcosa da parte di chi si occupa di psicofarmacologia, se mai giudizi dati in risposta a campagne denigratorie o disinformative. Resta anche da ricordare che per proporre una cura a base di un farmaco il tutto è controllabile in riferimento a numerosi parametri, che devnoo essere dimostrati prima di dire che un farmaco x sia utile, mentre altri metodi rimangono "sedicenti" e di solito non misurati, e spesso neanche misurabili.

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