Truffa nella Salute Mentale

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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta

In Italia negli anni sessanta-settanta nacque un movimento di avanguardia che estese ai sofferenti psichici i diritti civili, fino ad allora negati.

La chiusura dei Manicomi Pubblici avvenne molto più lentamente del previsto, e si concluse in Campania nel 1992.

Già la legge quadro istitutiva dell'attuale SSN impose il modello dei Centri di Salute Mentale sul territorio come alternativa all'esclusione sociale.

Questo modello si aprì successivamente alla sperimentazione di Centri Crisi, Centri Diurni, Accoglienza Notturna, Case Famiglia, Coperative Sociali, Integrazioni pensionistiche, e via dicendo, modificando tutte le interpretazioni legislative in campo di diritto di famiglia e di diritto lavorativo.

La parte più ideologica e radicale rimase delusa dal constatare che la sofferenza psichica, come diceva lo stesso Basaglia, ispiratore del movimento, esiste davvero e sconvolge la vita non solo de singolo individuo ma a volte di interi nuclei familiari.

Lo sforzo compiuto da parte dei Centri di Salute Mentale di garantire i diritti civili dei sofferenti psichici ha prodotto molta letteratura in materia, ma questa non è affatto entrata nei corsi universitari regolari, se non marginalmente.

Anche i Manicomi Privati (oggi Cliniche Convenzionate o non.convenzionate, ma sempre a spese del SSN) e quelli Giudiziari (gli OPG) rimasero aperti per accogliere quel disagio che la carenza di personale o di strutture e mezzi rendeva inadatti alla vita civile.

Attualmente stiamo andando incontro ad un paradosso.

Da una parte stiamo chiudendo per una legge calata dal parlamento gli OPG, la cui storia ha vincolato veri sofferenti psichici per tutta la vita anche per reati minori e non pericolosi, mentre ha aperto i cancelli delle Case Circondariali a mafiosi e camorristi , l più celebre dei quali fu Cutolo, che addirittura fondò e diresse la Nuova Camorra Organizzata dall'interno del Manicomio GIudiziario di Aversa. La loro chiusura implica che le persone che hanno commesso reati minori e non sono pericolose socialmente vengano rilasciate ed affidate alle famiglie ed ai Centri di Salute Mentale Competente, mentre gli altri vadano trasferiti, con pena certa e non più con un ergastolo aleatorio, nelle Case Circondariali definitivamente. A volte i Centri di Salute Mentale, quando la famiglia non è disponibile o è inesistente usano a loro volta, progressivamente, dei Manicomi Privati (abbiamo detto comunque a spese del SSN) o le proprie strutture di accoglienza (Case Famiglia e SIR).

Dall'altra stiamo chiudendo per volontà implicita di alcuni psichiatri, per interesse del comparto e su mandato delle Regioni i Centri di Salute Mentale pubblici, eliminando tutti quanti i servizi che necessitano della copertura del medico almeno reperibile sulle 24 ore, che sono la maggioranza, tranne gli SPDC ovvero i reparti ospedalieri per il ricovero a breve termine generalmente obbligatorio ai sensi della legge sui TSO. L'interesse degli psichiatri è quello di non avere più la responsabilità delle urgenze, delegate al 118, che non ne però ha ancora acquisito le modalità in modo adeguato, L'interesse degli infermieri è giustamente quello di garantirsi uno stipendio adeguato lavorando sulle 24 ore e questo sta producendo il loro trasferimento in massa negli SPDC o in altri reparti ospedalieri. La motivazione dei medici di abbandonare le urgenze per dedicarsi al territorio viene in realtà falsificata dalla realtà, laddove il personale viene nei fatti spostato negli SPDC o altrove ed il tempo ed i servizi dedicati al territorio vengono semplicemente eliminati o gravemente decurtati.

L'effetto è che stanno aumentando i ricoveri in TSO, giacché nessuno si occupa ufficialmente del "disagio psicichico" finché non diventa urgenza, ma anche i ricoveri nei Manicomi Privati (ripeto comunque a spese del SSN), con un aggravio enorme sulla spesa pubblica ed in opposizione al mandato generale delle ultime "spending review" o tagli al "welfare" o tagli al "diritto alla salute" come si è detto nel tempo.

Il "disagio psichico" ci fa dolorosamente confrontare con il fallimento di tutte e tre le principali radici culturali ed operative della Salute Mentale:

1) quella biologica, incapace di indicare perfino le cause delle patologie psichiche;

2) quella psicoterapica, perfino controindicata in caso di psicosi,;

3) quella sociale, che non può evitare ma solo ridurre le difficoltà relazionali e lavorative dei sofferenti psichici.

Nessuno dubita della buona volontà dei colleghi e dei politici impegnati, sono gli effetti che preoccupano gravemente, tanto più che solo la Salute Mentale continua a mantenere in vita una evidente dicotomia. Il sistema privato convenzionato in tutte le altre branche è assolutamente sovrapponibile per metodiche ed effetti sulla vita dei pazienti e solo dei particolari, tra cui l'eventuale scelta del chirurgo, la brevità delle liste d'attesa o la migliore accoglienza alberghiera sono significative. Nel caso della Salute Mentale, abbiamo detto, mentre dal 1992 sono chiusi i Manicomi Pubblici ed il sistema funziona in modo diffuso su tutto il territorio, nel privato convenzionato esistono solo i Manicomi Privati e manca ogni progetto credibile di dismissione o meglio di trasformazione, incentivata, sia ben chiaro, sempre dal SSN, in un modello territoriale, fosse anche solo alberghiero come le Case Famiglia e le SIR.

Nessuno nega che i colleghi psichiatri siano soprattutto esausti di un lavoro territoriale, non riconosciuto come usurante ai fini pensionistici, a differenza di quello nei reparti ospedalieri, anche perché i colleghi più giovani di solito hanno ormai più di 40 anni e non si prospettano concorsi in alcun modo, ma solo aumento del carico lavorativo, per il pensionamento progressivo dei più anziani. Nessuno però ha ancora provato ad usare la legge deroga sul 118 per assumere in questo modo nuovo personale direttamente indirizzato in protocolli specifici (uno psichiatra ed infermiere, invece di medico internista o chirurgo ed infemiere) a garantire appunto un servizio ai sofferenti psichici all'utenza specializzato sul trattamento psicoterapico e psicofarmacologico, nei limiti consentiti dalle norme vigenti.

Dubito che questa sarebbe una panacea, ma almeno si ridurrebbe la gravità del taglio ai servizi territoriali e si aumenterebbe la prevenzione della sofferenza psichica quando è, soprattutto nei pazienti cronici, nella fase del "disagio psicico" invece che abbandonarli finché non raggiungono una crisi che obblighi all'oneroso ricovero in TSO o l'abbandono nei Manicomi Privati.

Manlio Converti

 

 

 

 

 

 

Data pubblicazione: 16 dicembre 2012

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