Cinema e psichiatria: Matrix, il viaggio verso la coscienza di malattia

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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Farmacologo, Psicoterapeuta

Neo (il protagonista) è un personaggio schivo, introverso, ha pochi amici, preferisce non uscire e passare il suo tempo, come hacker, a craccare i programmi al computer. Ha sempre avuto la sensazione che nel mondo intorno a lui qualcosa non funzionasse come doveva, ha sempre avuto la sensazione, il sospetto, che qualcosa intorno a lui non andasse. Tutto funzionava nella solita routine, che passa sempre con quella sensazione di chi sulla soglia non sa se entrare o rimanere fuori. La sua vita “tranquilla” viene scossa un giorno quando qualcosa inizia a cambiare, come improvvisamente succede a chi si risveglia all’improvviso da un sogno, come succede a chi all’improvviso inizia a dubitare della verità che detiene, della verità che pensava che esistessero intorno a lui. Sogno e realtà iniziano a fondersi, confondersi in una atmosfera fatta di  allucinazioni/illusioni dove l’individuo Neo perde progressivamente la sicurezza del suo mondo verso una profonda incomprensione, destabilizzazione. Ecco che iniziano ad entrare nella sua vita delle persone “ guida” che cercano di dare un senso ai suoi sospetti, che cercano di illuminarlo verso quello che dovrà fare per liberare le sue catene da Matrix.

« Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. »

Allora il mondo che prima riteneva di conoscere diventa “strano”, Neo inizia a non capire cosa sta veramente succedendo ed in una atmosfera fatta di allucinazioni (la bocca che improvvisamente scompare), deliri (agenti che sanno tutto di lui e lo perseguitano), dissociazione (non riesce più a distinguere se è sogno o realtà quello che sta vivendo) e ansia, incontra la persona che sta cercando da una vita, Morpheus.

Inizia così la discesa, che poi è una vera e propria risalita della coscienza, verso una più profonda conoscenza del sé, verso una più profonda conoscenza della propria “malattia”. La scelta della pillola rossa, la scelta di una vita diversa, rappresenta in effetti l’accettazione che qualcosa dentro di sé ed all’esterno non sia davvero realtà, quella realtà che aveva sempre ritenuto essere reale e vera. Raggiunge infine la “verità”, la “verità” che davanti agli occhi e dentro di sé aveva sempre vissuto una sua “proiezione”.

Il risveglio infine è brusco, fatto di on/off, ma quando gli occhi infine si aprono, le parole rendono, il giungere della luce, definitiva la liberazione. Dalla vecchia vita, fatta di menzogne, finalmente ha raggiunto la libertà e la definitiva propria capacità di autodeterminazione: “Welcome to the real world”.

Data pubblicazione: 28 marzo 2013

11 commenti

#1
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interessante analogia, vale solo per le malattie psichiatriche "vere" o anche per i disturbi minori?

#2
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Dr. Matteo Preve

Gentile utente, quello che ho cercato di descirvere é una condizione che puó essere legata ai disturbi maggiori ed anche ai mininori. In particolare volevo fare riferimento alla consapevolezza dello stato di malattia che molte volte viene raggiunto successivamente alla introduzione della terapia farmacologica ed alla successiva risoluzione dei sintomi. In questo caso il film matrix mi sembrava appropriato.
Cari saluti

#3
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prima della consapevolezza della malattia dovuta alla cura, il sospetto della malattia, l'idea di matrix, da cosa deriva?

#4
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Dr. Matteo Preve

Beh in Matrix progressivamente Neo é guidato alla consapevolezza, prima sente che il mondo intorno a lui é un mondo non reale, ha sempre avuto il sospetto che non fosse reale o che qualcosa non tornasse. Poi viene guidato verso la consapevolezza dalle figure di Trinity e Morpheus.
Esistono diversi libri che collegano il cinema alla psichiatria e viceversa, e io li ritengo molto utili (i libri ma anche le pellicole cinematografiche), perché aggiungono sempre qualcosa alla comprensione e migliorano l'idea che ha la persona della malattia mentale (come forma di psicoeducazione verso tutte le malattie).
Cari saluti.

#5
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trovo molto interessante questo approccio. Leggendo il suo articolo mi è venuto in mente Blade Runner, nel momento in cui si parla della segretaria-replicante che inizia a sospettare che le sue verità in realtà siano state costruite. Però non so se il mio pensiero sia corretto o se mi ricordi bene il film.

#6
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Dr. Matteo Preve

Si, anche in Blade Runner, c'é la scoperta da parte della replicante della "veritá". Ma é una scoperta che genera un trauma acuto (la replicante scappa). Piú che una scoperta giudata si tratta di una implosione, in quanto il detective le rivela la sua condizione senza mezzi termini (cosa che alle volte puó anche essere utilizzato strategicamente in psicoterapia).

#7
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la scelta di una rivelazione diretta, invece che un accompagnamento graduale nella consapevolezza di sé (non sarà uno shock?) dipende dal tipo di psicoterapia o dal tipo di disturbo? Ha letture o film da consigliarmi?
grazie

#8
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Dr. Matteo Preve

Infatti si é uno shock, come accade nel film! Delle volte peró in psicoterapia 8io mi riferisco alla psicoterpia che conosco la psicoterapia cognitiva), a seconda del tipo di disturbo e in relazione alla relazione terapeutica che si viene a stabilire, si puó anche procedere portando la persona sul nucleo della sua sofferenza.
Ma se volesse leggere dei libri in proposito al cinema e psichiatria le potrei consigliare:
Vero come la finzione: la psicopatologia al cinema, primo autore Balestrieri e Cinema e psichiatria, primo autore Gabbard (che puó facilmente trovare in internet).

#9
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Ex utente

dopo una simile doccia fredda, la malattia viene accettata?
la ringrazio per i consigli di lettura, le farò sapere!

#10
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Dr. Matteo Preve

Come le ho specificato, dipende da disturbo a disturbo ed in alcuni tipi di disturbi puó essere sconsigliato e sconsigliabile. Ed é sempre il terapeuta a decidere.
Se vuole un esempio come film, le consiglio Shutter Island.

#11
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Ex utente

era una curiosità.
Mi avevano parlato di quel film, lo guarderò appena avrò tempo.
grazie.

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