Disturbo Bipolare - Stati misti - due film sulla mania nei soggetti distimici

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze

Il Disturbo Bipolare è un disturbo dell'"eccitazione" e dell'eccitabilità mentale, in cui il termine "disturbo dell'umore" rende l'idea solo in parte, perché l'umore come lo si intende oggi non è esattamente lo stesso concetto dell'umore in termini antichi, cioè "flusso di energia".

L'umore può essere di diversi tipi, ad esempio l'umore depresso o depresso-eccitato sono due condizioni in cui l'umore come sintomo isolato può essere uguale, ma la situazione è radicalmente diversa, cioè in un caso è inibita/spenta, nell'altro eccitata/furiosa. Sempre negatività, ma "carica" diversa. La "polarizzazione", cioè una sorta di eccitazione dei parametri in un senso, rende l'umore non semplicemente "triste" ma "teso nella tristezza", "lanciato nella tristezza", "fremente nella tristezza".

In un celebre cartone animato (Ken il guerriero) si dice "Non è l'ambizione a dare forza al proprio pugno, ma la tristezza di cui un uomo si fa carico". Nel Disturbo Bipolare si potrebbe dire che non è il temperamento gioioso a dar carica alla mania, ma la tensione depressiva", che è un concetto già espresso da autori non recenti quando dicevano che la tensione non la vedevano tanto nell'euforia, ma nella disperazione.

Questi episodi, con umore "giù" e eccitamento comportamentale e di pensiero, sono detti "stati misti dell'umore", e sono la prima cosa da capire in fatto di disturbo bipolare. Spesso colpiscono persone che prima, come temperamento, magari non erano assolutamente esuberanti o gioiose o iperattive. Due esempi si trovano in due film, uno più famoso come "Taxi Driver" con De Niro e l'altro sulla stessa linea, "The Assassination of Richard Nixon" Con Sean Penn.

 

I protagonisti sono due "sconfitti", o meglio sue orfani, apolidi della società contemporanea. In Taxi Drive il protagonista fa il taxista ed è a contatto con il marcio della società dedita allo sfruttamento del prossimo, in nome di soldi (pochi o tanti non importa) e alla degradazione dell'umanità che svende i propri valori. Nel film con Penn, il protagonista è un venditore poco capace che non riesce ad accettare di dover fingere, recitare e manipolare il prossimo per convincerlo a vendere prodotti magari scadenti o non corrispondenti alle sue reali esigenze. Entrambi si ritengono gli ultimi "onesti" in un mondo di sciacalli e cannibali. Entrambi vedono una continuità tra i piani bassi della società (i "venditori" istruiti con appositi libri a fregare il prossimo sono come i papponi che irretiscono le ragazze scappate di casa nei loro giri di prostituzione) e i piani alti, in cui nuotano i capi politici (Nixon) o aspiranti tali (il candidato senatore di Taxi Driver).

Gli onesti sono disorientati: il taxista sembra alienato, non sa come si corteggia una donna, non sa neanche esprimere di preciso cosa lo turba, ma sente di non riuscire più a reggere la corruzione diffusa, il grande accordo tra i grandi e i meschini per una società di menzogne e sfruttamento reciproco. Così nella sua solitudine medita di diventare lui un "vendicatore" dell'onestà, un giustiziere che scuoterà le coscienze senza agire in nome di nessuno, se non in quello di una giovane prostituta da cui è platonicamente colpito, come simbolo della necessità di un riscatto e di una purificazione per la salvezza del mondo.

Il venditore è invece ossessionato da Nixon, il presidente che il suo capo gli indica come "il miglior venditore del mondo", perché è stato eletto, ha tradito le promesse elettorali e poi le ha ripetute riuscendo a farsi rieleggere con grandi consensi. Il politico menzognero che ha "venduto un'intera nazione" e i piccoli venditori di provincia che si ritagliano qualche bonus cercando di raggirare elegantemente i loro clienti: tutti tasselli dello stesso sistema. Il venditore "Penn" è frustrato, si sente tradito in tutto, dalla ex-moglie che ha altre relazioni, dai burocrati che lo fanno attendere per un finanziamento, ai superiori che lo umiliano perché non sa essere abbastanza sfacciato e di polso con i clienti.

In partenza miti, diventano iracondi, con poche parole e una crescente rigidità verso il mondo: più il mondo chiede loro di adattarsi e ragionare, più loro insistono caparbiamente a testa bassa, quasi a provocare quello scontro finale a cui ormai si sentono destinati. Diventano provocatori, insofferenti, prendono iniziative come in una "fuga in avanti". Con gli altri, da timidi e impacciati, da perdenti e insicuri, diventano "sarcastici". Gli altri non possono capire, o non vogliono farlo per vigliaccheria, e così adesso loro si riprenderanno tutto il dovuto, o porranno fine ad una inutile catena di soprusi o meschinità. La prospettiva presto si allarga, sale di livello, diventa totale: non più un riscatto personale, un riscatto del mondo intero tramite la propria esperienza personale.

E' iniziata una fase maniacale con di tipo "missionario", in cui non c'è neanche un delirio vero e proprio, solo una missione che diviene la cosa più urgente e importante, e a cui seguirà una rivoluzione, un cambiamento radicale, un gesto che cambierà la storia e riporterà gli uomini all'onestà. Entrambi vogliono uccidere il grande simbolo della corruzione (il politico), ma anche scontrari con la meschinità dei non-potenti.

Il finale sarà negativo per Penn, positivo per De Niro, che sarà poi prosciolto per problemi mentali e avrà anche la gratitudine dei genitori della giovane prostituta, che è stata ricondotta a casa dopo che lui ha sterminato protettore e titolare del motel in cui si prostituiva.

 

E' in effetti vero che spesso questi stati di eccitamento "misti" (furiosi ma con umore negativo, con una vena eroica e missionaria ma anche con un senso di inevitabile sconfitta o di immolazione di sé contro un mondo che non offre vie di sbocco) colpiscono persone con carattere prima mite, o comunque riservato e riflessivo. In questi caratteri non vi è in realtà una inibizione vera, una povertà, una lentezza, ma una sorta di fremito, di inquietudine, di stato sognante costantemente frustrato o frenato da sentimenti di sfiducia, di pessimismo e di tristezza. Persone sensibili ma accese, che quando si ammalano di disturbo bipolare mostrano una faccia "nascosta". Anziché recuperare un equilibrio a proprio favore però, queste fasi producono uno squilibrio totale sul versante opposto, in cui cambia la capacità di reazione ma non l'umore di fondo, sempre negativo. Insomma, anziché un condottiero brillante, o un rivoluzionario di successo, si ha un eroe che entra in scena per scrivere il capitolo finale della sua storia, spesso con finali tragici su di sé e sugli altri.

 

Queste forme pongono problemi di trattamento non indifferenti, perché particolarmente conflittuali nelle conseguenze e perché spesso sono scambiate per depressioni. Inoltre, il ritorno all'umore precedente non è di per sé totalmente desiderabile da parte della persona, per cui un trattamento psicoterapico è spesso da abbinare per far comprendere alla persona la differenza tra rivincita "maniacale" e miglioramento delle proprie potenzialità a partire da una posizione realistica.

Data pubblicazione: 13 marzo 2011

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

Specialista con oltre 25 anni di esperienza clinica e di ricerca in psichiatria, focalizzato su dipendenze da oppiacei, doppia diagnosi e terapia farmacologica. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali e docente universitario, ha ricoperto ruoli di rilievo in società scientifiche e comitati editoriali. Riconosciuto per contributi innovativi nella gestione integrata delle dipendenze e nella farmacoterapia personalizzata.

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