I poveri restano sempre poveri, i ricchi sempre ricchi. Perchè?

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Il termostato economico

Vi siete mai chiesti perché la maggior parte della gente ha uno standard finanziario immutabile nonostante differenti compensi economici ottenuti per una serie di ragioni fortuite e/o professionali?

Sicuramente vi sarà capitato di conoscere storie di persone che hanno ricevuto una cospicua eredità o una grossa vincita al gioco ma che hanno dilapidato il tutto nel giro di pochissimo tempo, così come sarete venuti a conoscenza delle vicissitudini dei grandi della finanza che, nonostante qualche fallimento, hanno sempre saputo ricostruire il loro impero economico.

Il lettore si chiederà quale sarà il segreto che si cela dietro questo bizzarro andamento, che fa si che i ricchi continuino a rimanere ricchi ed i poveri a rimanere poveri nonostante il caso, di tanto in tanto, conceda loro qualche possibilità?

Probabilmente rimarrà perplesso nell’apprendere che se gli eventi sociali (discendenza economica, lavoro, studi, ambiente) hanno un sicuro ruolo nel rimpinguare e/o svuotare le tasche di un individuo, è, innanzitutto, il suo modello cognitivo di percezione del denaro che fa la differenza, oltre alle informazioni finanziare necessarie in suo possesso che, insieme, vanno a forgiare questo modello mentale che alcuni geni della finanza come Herv Eker chiamano termostato economico.

Esso, proprio come un vero termostato, in grado di mantenere costante la temperatura di una struttura, fa si che un individuo mantenga un determinato equilibrio economico sia esso basso, medio, oppure alto. Appare chiaro che personaggi noti al pubblico come multimilionari abbiano un termostato regolato ad un livello elevatissimo rispetto alla gente comune che, anche dopo una grossa vincita, torna, nel giro di pochissimi anni, a ricondurre la stessa vita di un tempo; un termostato regolato su livelli decisamente bassi.

Ma in cosa consiste questo termostato?

Esso è “semplicemente” quell’insieme di acquisizioni apprese, di atteggiamenti, credenze e informazioni sul denaro che un individuo acquisisce nel corso della sua vita.

Il termostato può essere forgiato grazie ai meccanismi ben noti alla psicologia dell’apprendimento quali modellamento e condizionamento verbale.

  • Nel primo caso gli atteggiamenti del sistema famigliare verso il denaro, il loro modo di gestirlo, così come le stesse scelte finanziarie (negative o positive) vengono tramandate come una sorta di eredità, e ripetute in modo acritico, poiché forniscono l’unico modello disponibile da imitare.
  • Nel secondo caso, quello del condizionamento, sono le opinioni sul denaro che vengono interiorizzate dopo un vero e proprio martellamento nel tempo sul significato del denaro, la sua importanza e, soprattutto, sulla possibilità o meno di appartenere ad una categoria economica oppure no.

Quanti hanno sentito ripetersi dai genitori frasi del tipo: non saremo mai ricchi, non è un mondo che ci appartiene, oppure il denaro non è tutto, dietro il denaro c’è sempre del marcio.

Sono frasi che entrano a far parte di un programma mentale che vanno a regolare questo termostato economico. E sarà quest’ultimo a dirigere certi comportamenti finanziari, come una sorta di centrale di comando che dirige come un timone le mosse da effettuare.

Es.: la presenza di un termostato regolato su livelli bassi potrebbe spingere un individuo a rifiutare un’offerta lavorativa più remunerativa ma troppo stressante rispetto ad una meno complicata ma, nello stesso tempo, meno soddisfacente da un punto di vista economico, semplicemente sulla base di un programma appreso del tipo: il denaro non è importante, lo è più dedicarsi ai propri hobbies!

Altro elemento importante che va a regolare questo termostato è rappresentato da quella serie di informazioni che un individuo ha o non ha sui comportamenti finanziari e le loro conseguenze, come la capacità di acquisire beni cosiddetti passivi (mutui, automobili) ossia tutto ciò che crea debito e toglie soldi dalle tasche e beni attivi (investimenti) che producono denaro, ed il loro giusto rapporto di equilibrio. La mancanza di conoscenze in tal senso non permette una gestione positiva del proprio denaro così come la difficoltà a non vedere il valore delle proprie scelte economiche a lungo termine.

E’, quindi, questo termostato, parte integrante del modello cognitivo di denaro di un individuo, fa si che un certo possedimento economico si mantenga su livelli medi, si riduca drasticamente, oppure aumenti in modo vertiginoso.

Il termostato, costituito da credenze e informazioni, determina, ovviamente, una certa aspettativa sulle proprie capacità di acquisire o produrre denaro. Più il livello di regolazione è basso, minore sarà questa aspettativa e, come Rosenthal insegna, essa determinerà la realtà, in questo caso, economica.

La buona notizia, per il lettore, è che il livello di questo termostato può essere modificato. La percezione del denaro può variare, così come può modificare il significato che ad esso attribuiamo.

Ma i primi passi necessari, affinchè questo avvenga, devono essere quelli dell’acquisizione di informazioni finanziare (libri, articoli, corsi di formazione). Maggiori saranno le conoscenze in tal senso, diversa sarà la percezione dei soldi e maggiori saranno le aspettative di guadagno.

  • Ma quanti sono disposti ad impegnarsi nella ricerca di informazioni?
  • Quanti lavorerebbero, per cominciare, sul proprio termostato economico mentale?




Data pubblicazione: 22 novembre 2012

19 commenti

#5
Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

C'è anche da considerare che:
Quando una persona che ha esperienza incontra una persona che ha i soldi, molto presto la persona che ha esperienza avrà i soldi e la persona che ha i soldi avrà esperienza.
- E. Lauder

Purtroppo però alcuni non riescono mai a beneficiare dall'esperienza.

#11
Ex utente
Ex utente

A mio avviso l' articolo presenta solo una teoria senza nessuna dimostrazione scientifica, ed è quindi l' ennesima dimostrazione che la psicologia non è solo "osservazione scientifica" ma anche tanta filosofia allo stato puro, pertanto in perenne contraddizione con se stessa.

Per quanto riguarda l' argomento trattato, potrei citare i nomi di innumerevoli imprenditori famosi che erano figli di famiglie povere. Così come potrei citare innumerevoli figli di ricchi finiti in miseria.
Ogni teoria filosofica sembra credibile fino a quando ci piace aderirvi.

#15
Utente 219XXX
Utente 219XXX

Da quello che ho capito l'articolo illustra delle linee tendenziali. Del resto qualsiasi scienza allo stato attuale non ambisce ad altro se non ad illustrare delle tendenze prevalenti rispetto ad altre in rapporto ad un dato campione.

"potrei citare i nomi di innumerevoli imprenditori famosi che erano figli di famiglie povere. Così come potrei citare innumerevoli figli di ricchi finiti in miseria."

Questo mi sembra un atteggiamento poco scientifico. Il sentito dire rimane nell'ambito dell'opinione, non della scienza che invece necessita di rilievi secondo precise metodologie e controlli.

#18
Ex utente
Ex utente

Buongiorno,
il mio rapporto con il denaro nella vita è stato dettato in parte dall'insegnamento di mia madre (che ha patito la fame vera) e la "sensazione" che i soldi vanno spesi perchè , in qualche modo tornano.
Recentemente ho ricevuto un notevole patrimonio (oltre a quanto accumulato nel tempo) e ho scelto in questo modo:

- una cospicua parte (80%) investita e fonte di rediito, io lo chiamo lo zoccolo duro del mio patrimonio.
- il restante 20% da usare per togliermi soddisfazioni e voglie che in questo momento della vita, come donne, diverimento e altro, desideravo da tempo.
Io non posso sostenere o meno la sua tesi, ma "stranamente" da quando ho preso queste decisoni economiche, sopratutto sul divertimento, pur non avendo abitualmente mai partecipato a giochi o scommesse in denaro, vinco con estrema facilità vincite al gioco e parlo di svariate migliaia di euro, in pratica è come se la fortuna mi sostenesse (solo oggi ho vinto 160 euro, ma ho avuto punte di 9.000). Questo fatto è anche riconosciuto da chi mi sta intorno (loro dicono che ho C..., perchè dopo che loro giocano alle videoslot e perdono, io mi siedo e comincio a vincere, come ieri sera con oltre 400 euro.
Io non so spiegarmelo, ma sembra che (a parte alcuni episodi) la dea bendata mi segua e soprattutto, non gioco per vincere ma solo per divertrmi, a differenza del giocatore tipico alla ricerca del "colpo vincente". Ovvero se gioco per puro divertimento vinco, se gioco per vincere denaro on ne imbrocco una. Tipico è il caso di quando stavo uscendo dal locale e ritrovatomi con 10 euro in tasca (alle 2 del mattino e pieno di sonno) ho pensato "ma dai due colpi alla slor, tanto 10 più o 10 meno...", morale, al terzo colpo da 2 euro vincita da 1.000 euro. Era come se una voce mi dicesse "vai e gioca", ho provato la sensazione di divertirmi ancora un colpo e voilà.
Di questo fenomeno ne ho fatto motivo di studio e mi sto impegnando nel valutarlo, per vedere se esiste una logica simile a quello descritto nel suo articolo.
Grazie per l'ospitalità e cordiali saluti.

#19
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

Gentile utente la logica va ricercata nelle scelte personali effettuate con strategia. Il tipo di atteggiamento verso il denaro può dirigere comportamenti che possono essere più o meno funzionali. La fortuna o MEGLIO il caso non può essere contemplata in queste strategie. Bisogna stare attenti a non sovrastimare le vincite e sottostimare le perdite che potrebbero essere di gran lunga superiori.

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