L'educazione affettiva nelle scuole

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Dr. Leopoldo Vitagliano Psicologo, Psicoterapeuta

Ciascun individuo vive in più sistemi (familiare, scolastico, amicale, ecc.) ed è l’armonia fra le richieste dei vari sistemi che contribuisce al benessere individuale.

Per questo motivo è fondamentale che la Scuola oggi, accanto alla sua funzione culturale, sia in grado di adottare una strategia tale che permetta agli studenti di sviluppare capacità relazionali, affrontare meglio i problemi della loro vita scolastica e familiare e di capire meglio se stessi e le proprie interazioni con gli altri, per prevenire il disadattamento di alcuni e promuovere il benessere psicofisico di tutti.

L’educazione affettiva si propone di favorire i comportamenti pro-sociali degli individui, incrementando i sentimenti d’accettazione e di fiducia in sé e le capacità di far fronte agli stress emotivi e alle relazioni interpersonali attraverso atteggiamenti di collaborazione, solidarietà e mutuo rispetto.

Nella Scuola si sono moltiplicati nel tempo “progetti”, ma è da notare come l’educazione affettiva sia stata esclusa da quelli che sono i “Programmi Ministeriali” ufficiali. Infatti, da un lato si presenta un’offerta formativa didattica chiara e ben delineata da precisi programmi e libri di testo, e dall’altro ci scontriamo con un’offerta formativa confusa ed incerta e dipendente da elementi culturali e scelte delle scuole stesse. Se una scuola decide attraverso i suoi organi collegiali di non attivare nessun’altra iniziativa al di fuori dell’esigenza scolastica, non produrrà alcun benessere nei confronti dei propri alunni.

I Progetti d’educazione affettiva si propongono di far raggiungere ai destinatari consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie emozioni, l’accettazione delle possibilità e dei limiti individuali, la capacità di confrontarsi con gli altri, l’abilità di risolvere efficacemente conflitti e problemi e di favorire i comportamenti pro-sociali.

I metodi non si limitano ai contenuti didattici e alle modalità di trasmissione di questi, ma mirano all’instaurazione di un buon rapporto nel gruppo classe tra studenti, insegnanti e scuola.Obiettivo centrale è di favorire la conoscenza reciproca, la socializzazione e la collaborazione tra tutti i membri del gruppo classe. Altri obiettivi che si propone di raggiungere sono: fare in modo che i ragazzi imparino a discutere insieme, rispettando le idee altrui, sentendosi arricchiti dal confronto con gli altri e liberi di esprimere le proprie opinioni; poter risolvere insieme eventuali conflitti, cooperando nella ricerca di possibili soluzioni.Questa metodologia vuole essere uno strumento privilegiato per l’educazione alla convivenza democratica, promuovendo le potenzialità individuali, sostenendo la libertà d’assunzione di scelte e d’autonomia, migliorando la gestione della classe, fornendo strumenti per organizzare la convivenza al fine di star meglio insieme.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Bandura, A. (1996), Il senso di autoefficacia. Trento: Erickson.
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  • Goleman, D. (2005). Intelligenza emotiva: che cos'è, perché può renderci felici. Milano: BUR.
  • Gordon, T. (1991). Insegnanti efficaci. Teramo: Giunti et Lisciani.

 

Data pubblicazione: 16 aprile 2014

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