Il sesso dopo malattie ed interventi cardiaci

Una vita sessuale soddisfacente consente alla coppia di raggiungere un livello di tranquillità e serenità non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche e soprattutto durante e dopo la convalescenza di pazienti vittime di infarti, trombosi coronarica o che hanno subito interventi cardiochirurgici. Spesso capita che dopo l’intervento o la malattia si presentino difficoltà o, in casi estremi, l’impossibilità di riprendere l’attività sessuale desiderata, causando nel paziente (sia uomo che donna) paura, frustrazione e inevitabili conflitti coniugali.

E’ importante ricordare che il sesso è un evento biologico e istintivo, presente da sempre nella storia evolutiva dell’uomo e, in forme diverse, in tutte le fasi della vita. Perché sessualità non è solo avere un rapporto penetrativo completo ma è toccarsi, abbracciarsi, rimanere sdraiati uno accanto all’altro senza avere come fine ultimo il raggiungimento dell’orgasmo. Ed è questa nuova sessualità che è necessario far riscoprire a tutti quei pazienti cardiologici che si apprestano a ricominciare a vivere dopo un evento cardiaco o un intervento. 

Studi condotti dall’American Heart Association dimostrano la necessità del paziente di avere informazioni riguardo al funzionamento sessuale dopo infarto, angina, interventi di by pass o di malformazioni congenite, o in presenza di insufficienza cardiaca. In modo particolare essi chiedono se è possibile una vita sessuale dopo un evento cardiaco perché spesso le coppie credono che dopo la malattia o l’intervento la loro sessualità sia destinata a finire.

Compito del sessuologo, in accordo con il cardiologo, sarà quello di aiutarli a definire una nuova relazione intima, fatta di nuovi modi, più soft e tranquilli, di esprimere desiderio e vicinanza. A seconda della gravità della problematica cardiaca cardiologo e sessuologo valuteranno il supporto adeguato. Nei casi più gravi, in cui l’attività sessuale è bandita a causa di una seria compromissione cardiaca, la sfida sarà quella di costruire una nuova sfera intima basata sul “toccare”: baci, carezze, abbracci, contatto fisico. Sessualità è anche questo.

Capita molto spesso che i pazienti in convalescenza cardiologica presentino problemi sessuali. Le cause possono essere molteplici: farmaci, diabete mellito, ipertensione, insufficienza cardiaca, ansia e depressione. Sarà compito del cardiologo o del cardiochirurgo fornire tutte le informazioni necessarie al paziente, per consentirgli un ritorno il più sereno e funzionale possibile alla vita quotidiana, sia lavorativa, che sociale e sessuale. Per questo motivo è compito del medico specialista informare i pazienti sugli eventuali rischi che potrebbero correre,siano essi bassi o severi, e aiutarli a gestirli, indicando come e quando riprendere le proprie attività.

Una differenza sostanziale in questi casi si basa sul tipo di evento cardiaco sperimentato dal paziente. Generalmente chi ha subito un intervento chirurgico, per by – pass o malformazioni congenite, presenta meno paura a riprendere l’attività sessuale rispetto a un paziente vittima di infarto: il primo percepirà l’intervento come la correzione di un difetto rischioso per la vita, il secondo avrà timore che l’acuto si ripresenti, magari proprio durante l’attività sessuale.

E’ per questo che risulta essere necessaria una consulenza condotta da professionisti di diversa estrazione: cardiologi, cardiochirurghi, psicosessuologi, non solo diretta al paziente ma anche al partner, perché il problema non è del singolo ma della coppia. Spesso anche i coniugi sani presentano ansia e depressione, e anche loro hanno il bisogno di capire come tornare ad una vita sessuale e relazionale soddisfacente e soprattutto coerente con la situazione medica.

I pazienti presentano problemi differenti a seconda del loro sesso di appartenenza. Le donne manifestano insoddisfazione, conflitti relazionali, paura, difficoltà nel raggiungere l’orgasmo e si sentono meno attraenti.

Gli uomini invece tendono a rifiutare o a evitare di fare avances per paura di un insuccesso sessuale, dovuto a scarsa eccitazione o per timore di un deficit di erezione o disturbi nell’eiaculazione, problemi molto diffusi, soprattutto nei casi in cui si assumono farmaci. Molti dei medicinali necessari per il sistema cardiovascolare possono avere effetti collaterali sul desiderio e sulla capacità sessuale: antiipertensivi, tranquillanti, antidepressivi, farmaci che controllano le aritmie e l’angina pectoris, betabloccanti e diuretici.

Nella donna invece, i farmaci possono portare secchezza vaginale, con conseguente possibilità di sviluppare la dispareunia (dolore nel rapporto), mancanza di orgasmo o difficoltà nel raggiungere e mantenere l’eccitazione.

Ricordiamoci che sono farmaci salva – vita e quindi è assolutamente sconsigliato sospenderli improvvisamente, nonostante gli importanti effetti collaterali che possono presentare. Il cardiologo o il cardiochirurgo dovranno sempre essere i riferimenti per qualsiasi dubbio o necessità: in questi casi l’autogestione è assolutamente vietata e possono essere assunti solo ed esclusivamente farmaci prescritti dal medico.

Nel caso dei partner di pazienti colpiti da infarto miocardico ci troviamo di fronte a percezioni diverse. L’uomo percepisce la donna colpita dall’evento cardiaco come più fragile, evitando quindi avances che portano ad un calo del proprio ruolo di maschio. Conseguentemente la donna, essendo meno cercata, si sentirà poco attraente e femminile. Di contro nei casi in cui è l’uomo ad aver avuto un infarto, la partner inizierà a sviluppare un’incertezza emotiva e sessuale, dovuta al fatto che non è più in grado di riconoscere nel compagno una figura forte e protettiva. Non sempre ciò accade, ovviamente. Molto frequente è, come già detto in precedenza, il timore di avere un attacco cardiaco durante lo sforzo coitale. In questo caso è necessario che il paziente chieda espressamente al cardiologo di indicargli il massimo sforzo che può compiere nel quotidiano, e farsi indicare tempi e modi di una ripresa completa dell’attività sessuale.

Fin’ora si è parlato principalmente di fattori fisici legati a problemi sessuali. In realtà non mancano quelli psicologici. I blocchi maggiori nascono da paura e depressione. Paura di stare nuovamente male e depressione a causa dell’esperienza vissuta, della sensazione di sentirsi fragili e in pericolo di vita. Inoltre il periodo trascorso in ospedale può lasciare i pazienti impauriti e tristi, ansiosi o irritabili, insofferenti e scostanti. Questi sintomi tendono a scomparire entro tre mesi dall’evento cardiaco. In caso di periodo protratto, sarebbe necessario informare il cardiologo e valutare di rivolgersi ad uno psicologo per un sostegno adeguato.

Per prepararsi a riprendere nuovamente l’attività sessuale è necessario per prima cosa rimettersi in forma e affidarsi ad un’equipe di specialisti pronti ad affiancare il paziente in questo ritorno alla vita. Per prima cosa è necessario avere il benestare del cardiologo nella ripresa progressiva delle varie attività quotidiane e nello specifico di quella sessuale.

Per riprendere il prima possibile una vita regolare è utile fare esercizio fisico costante e soft (ad es. camminate, ginnastica dolce) concordato precedentemente con il cardiologo, ricordarsi di seguire un’alimentazione sana, dedicare parte della giornata al riposo e ultimo ma di primaria importanza, seguire le prescrizioni mediche indicate. Evitare assolutamente di fumare e di essere esposti a fumo passivo.

Dal punto di vista psicologico è importante rendersi consapevoli delle proprie emozioni e imparare a gestirle. Ad entrambi i coniugi sarà richiesta una maggiore flessibilità e pazienza, cercando di condividere il più possibile occasioni piacevoli.

In affiancamento al medico specialista il sessuologo fornirà il sostegno necessario per consentire al paziente e al coniuge sano di giungere gradualmente ad uno stato di benessere sessuale conforme alla situazione.

Ad esempio, potrebbe essere suggerito di avere rapporti sessuali dopo due ore dalla fine dei pasti, in un ambiente fresco e confortevole e, se possibile, meglio con il partner abituale. Importante suggerire le posizioni più adatte perché, non dimentichiamocelo, soprattutto i soggetti operati a cuore aperto e che hanno subito sternotomia (taglio e divaricazione dello sterno) per alcuni mesi a seguire non possono in alcun modo sforzare la muscolatura e l’ossatura del petto. In questo caso, per ovviare a questo problema e per consentire al paziente cardiologico di fare meno sforzo possibile, indipendentemente dal tipo di evento cardiaco subito, si dovranno evitare tutte quelle posizioni che prevedono l’uomo sopra (es. missionario).

In questo caso verrà suggerito di optare per posizioni sedute o supine. Nel caso della posizione del missionario si può ovviare facendo sì che sia il partner sano ad essere sovrastante. E’ necessario che da entrambi le parti si aggiustino le reciproche aspettative sessuali.

Ci saranno sicuramente conflitti e problemi da superare a causa dell’emotività e della condizione fisica del coniuge convalescente, ma con pazienza e il giusto sostegno di figure professionali specializzate si riuscirà a superare anche questo ostacolo e a ritrovare un nuovo benessere sessuale, magari anche più soddisfacente di prima. Non dimentichiamoci però, che la miglior medicina è sempre la stessa: amore, tanto, tantissimo amore. 

Data pubblicazione: 23 febbraio 2016 Ultimo aggiornamento: 10 marzo 2016

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