Più spazio alla motivazione

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta

Quanto conta il livello di motivazione personale nella riuscita di se stessi? Influenza anche lo star bene con se stessi? È connessa alle potenzialità individuali?

Gli studi sulla motivazione hanno inizialmente posto l’attenzione su due aspetti, sganciandoli l’uno dall’altro. I sostenitori delle motivazioni intrinseche le legano alla sfera affettiva e dei bisogni personali, mentre i sostenitori delle motivazioni estrinseche privilegiano l’idea della loro utilità per il perseguimento di certe mete e di certi obiettivi.

In realtà la motivazione è un anello di congiunzione tra i diversi aspetti che compongono la personalità: da un lato viene alimentata dai processi emotivi e cognitivi che spingono il soggetto ad agire, dall’altro si riflette sulle potenzialità individuali, rappresenta e compone, in parte, la personalità individuale.

In questo senso è fondamentale per tutto ciò che di positivo si vuole fare nella propria vita ed incrementa, ma è anche incrementata, dall’autostima personale ed influenza, ma è influenzata, dallo stato emotivo individuale. Comprendere e sviluppare la motivazione  è un elemento basilare per migliorare la propria vita.

Ecco quindi che il primo passaggio consiste nel dialogare con se stessi, chiedersi cosa si desidera veramente per la propria riuscita, chiedersi se lo si desidera effettivamente, se è la scelta più autentica che ci si sente di fare e, dunque, recuperare la volontà per  raggiungere il  proprio obiettivo, caricare le energie, fisiche, psichiche ed emotive.

Può essere utile identificare un percorso che consente di raggiungere la meta definitiva, procedendo per step graduali di obiettivi attuabili in tempi sufficientemente ridotti, così da poter valutare progressivamente se la strada intrapresa è stata realisticamente progettata, ma anche in modo da poter trarre soddisfazione dalle proprie riuscite e alimentare autostima e motivazione in un cerchio che progredisce con un movimento a spirale.

Un passo fondamentale è quello di inserire delle variabili, di non procedere in modo routinario; ciò permette di non cadere in scelte o comportamenti stereotipati che potrebbero far abbassare il livello di attenzione ed indurre a proporre comportamenti automatici. Il primo passo consiste nel cambiare le proprie abitudini: conoscerle, comprenderle e capire come funzionano. Esse sono le cose che si fanno  con il minimo sforzo cosciente, per cui consentono di agire senza dover pensare a quello che si sta facendo, è come viaggiare con il pilota automatico; sono spesso formate da comportamenti ripetuti creati sui modelli da seguire su base quotidiana.

In secondo luogo è utile valutare  la propria  tendenza a procrastinare decisioni e azioni. Perché si decide di rimandare a domani? Se le motivazioni che inducono a posticipare la messa in atto di scelte già prese non vengono focalizzate e analizzate, continueranno a ripresentarsi rendendo difficoltoso procedere. Di solito l’atto di procrastinare è la manifestazione di una difesa emotiva, un modo per proteggersi perché si teme che il proprio intervento possa causare conseguenze negative, possa rivelarsi fallimentare, per cui si cerca di evitare tale conseguenza posticipando ad un tempo di là da venire le azioni collegate.

La chiave per superare la tendenza a procrastinare è quella di concentrarsi sul processo, sul percorso nel suo svilupparsi più che non sui risultati, osservando eventuali errori per apportare modifiche e correzioni, facendo tesoro dei feedback degli altri per ricalibrare i propri sforzi.


Riassumendo il percorso per dare maggiore spazio alla motivazione personale:

  1.  chiarire cosa si vuole, cosa si desidera e per quali motivi; stabilire degli obiettivi e ideare un percorso per raggiungerli, focalizzare la meta finale e immaginare il proprio stato emotivo a lavoro ultimato;
  2.  pensare a lungo termine, non fermandosi alle difficoltà iniziali,ai dubbi, che favorirebbero la naturale tendenza a procrastinare, ma considerando i vantaggi dell’obiettivo conclusivo;
  3. godere delle piccole vittorie, consente di rinnovare la motivazione di partenza ed è un modo per dare a se stessi un feedback positivo sulle proprie capacità;
  4. revisionare le strategie, di solito ci sono più strade per raggiungere un obiettivo, per cui è importante cercare e valutare i percorsi alternativi in grado di far ripartire il percorso con un adeguato  livello di motivazione;
  5. valutare i risultati, riconsiderandoli periodicamente si possono ricalibrare a seconda dello stato emotivo del momento per decidere se hanno ancora la priorità o se ne sono emersi altri di nuovi.

 

Data pubblicazione: 10 aprile 2011

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