Maestro violenta alunno, due colleghe lo "coprono"

Non ci sono parole per descrivere quello che sarebbe avvenuto in una scuola elementare del cremonese: un piccolo alunno sarebbe stato violentato due volte da un maestro, e due maestre che l'hanno colto sul fatto non sarebbero intervenute a difendere il bambino.

In occasione del primo stupro una maestra avrebbe aperto la porta dello spogliatoio e, vista la scena, sarebbe uscita per aspettare fuori il bambino invece di intervenire; un'altra maestra, invece, avrebbe colto in flagrante il pedofilo appartato con il bambino nei bagni della scuola e, dopo aver consolato il piccolo, gli avrebbe chiesto di non dire nulla per non creare problemi.

Le minacce di morte che il maestro pedofilo ha rivolto alla piccola vittima, combinate con la richiesta di non parlare rivoltagli dall'altra maestra, lo hanno motivato a non dire nulla per diversi giorni, finchè non ha più potuto conservare il segreto e si è confidato con la mamma. 

I medici, visitandolo, hanno raccolto elementi utili a confermare la violenza subita dal bambino.

Visto che parliamo di maestre elementari, che dovrebbero avere una certa preparazione, sensibilità e cultura, fa male apprendere che non avrebbero difeso il piccolo denunciando subito il loro collega, ma che la loro preoccupazioni sarebbe stata solo "non avere problemi".

Ipotizzando che i fatti siano veri (la cautela è d'obbligo) è ancora peggio pensare che altri bambini sono affidati alla loro responsabilità e alla loro supervisione, con l'ovvia fiducia delle famiglie nel loro ruolo ed operato.

Si spera davvero che queste persone, se saranno riconosciute colpevoli, non siano messe più nelle condizioni di lavorare con i bambini.

La condotta delle due insegnanti sarebbe anche più grave di quella del pedofilo: per lui forse potrebbero essere ravvisati segni di una patologia psichiatrica che spiegherebbero la sua condotta, per quanto non la giustificherebbero, ma per le due donne non esisterebbero scuse nè esimenti (se saranno condannate).

 

Sempre oggi è emersa la notizia di una violenza di gruppo compiuta da 7 ragazzini napoletani su un loro compagno di scuola 13enne durante una gita in Puglia.

Il ragazzino è stato vittima di un gioco finito male, ed è rimasto sconvolto per quello che è successo. I compagni sono stati sospesi per 15 giorni e obbligati a seguire un percorso di recupero interno alla scuola.

 

A mio parere la presenza di psicologi nella scuola di ogni ordine e grado, liberamente consultabili dagli insegnanti e dagli studenti e impegnati in programmi specifici di prevenzione del disagio, permetterebbe di prevenire determinati fatti anche mediante una formazione più specifica rivolta agli insegnanti - visto che, evidentemente, non tutti si rendono conto di quali danni una violenza sessuale produca in una piccola vittima.

 

Rassegna stampa sui fatti di Cremona:

www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=145255&sez=HOME_INITALIA

www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/2325

Rassegna sui fatti di Napoli:

www.ilmattino.it/articolo.php?id=145036&sez=NAPOLI

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/04/10/news/tredicenne_denuncia_violentato_in_gita-14742413/

www.ilmattino.it/articolo.php?id=145223&sez=NAPOLI

Data pubblicazione: 12 aprile 2011

4 commenti

#3
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

macchè lo sanno bene quello che provoca la violenza sessuale su un ragazzino. Il fatto è che non è figlio loro. Come non era parente loro il povero ragazzino malmenato. Psicologo nelle scuole ok, ma scapaccioni di quelli che fan male pure. Intendesi per scapaccioni qualsiasi misura di contenzione, di dissuasione e di annichilazione.

#4
Utente 437XXX
Utente 437XXX

uno deve aver paura di mandare i figli a scuola...che mondo gente.

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