Dopo Weinstein, ridefiniamo i confini della molestia?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Si è appena concluso il quarantaduesimo congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia a cui appartengo.

Ho preso parte una tavola rotonda davvero interessante, dal titolo:

 

ABUSI SESSUALI TRA GIURISPRUDENZA E CLINICA.”

 Ha moderato il prof. Ciro Basile Fasolo, andrologo della società italiana di andrologia ed Emanuela Falcetti, giornalista di Rai 1, che con energia, simpatia ed empatia ha mediato le varie competenze cercando di far passare messaggi chiari e fruibili per tutti.

Gli argomenti erano così suddivisi:

  • Dopo Weinstein: i confini della molestia F. Roia
  • La prevenzione del reato G. Iacobone
  • Aspetti psicosessuologici della molestia V. Randone

 

Fabio ROIA, definito il magistrato a favore delle donne, svolge il suo lavoro a Milano ed ha appena pubblicato un libro "Crimini contro le donne: politiche, leggi, buone pratiche", edito dalla Franco Angeli dove affronta il tema della violenza domestica.

Ha affrontato il tema relativo alla “nozione di atto sessuale e differenza con la molestia sul luogo di lavoro”, ha analizzato i meccanismi di reazione della vittima, i rilievi penali e civili delle vicende ed i pregiudizi e stereotipi esistenti.

 

Giorgio IACOBONE (ex Prefetto a Trento) ha affrontato i seguenti argomenti, suddividendoli in prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

La prevenzione primaria

Il ruolo della polizia postale: attraverso la sensibilizzazione nelle scuole e il monitoraggio dei siti pedopornografici

Il controllo sociale su situazioni rischiose per gli abusi sessuali (cultura etnica, alcool, uso sostanze stupefacenti, clochard)

 

La prevenzione secondaria

Gli atti persecutori e violenza domestica.

L'ammonimento del questore

L'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ad opera degli agenti e ufficiali di p.g.

 

 La prevenzione terziaria serve per evitare la recidiva comportamentale.

 

Il mio contributo riguardava il complesso tema dello Stalker, che io amo chiamare il molestatore camaleontico.

Lo stalker, detto “molestatore assillante”, è un uomo che vive un disagio psichico e relazionale di cui non è consapevole e che non sa gestire; è la figura maschile che più frequentemente correla con il femminicidio.

La diagnosi è davvero difficile perché lo stalker non chiederà mai aiuto ad un clinico non avendo coscienza di avere una problematica che lui confonde come una modalità di esprimere il suo amare.

È un uomo con problematiche psichiche o psichiatriche.

  • è aggressivo
  • è minaccioso
  • è un uomo in cui le emozioni si trasformeranno in azioni, quello che noi clinici chiamiamo acting out.
  • è uomo il quale ha perso aderenza con la realtà, si tratta di una dipendenza affettiva, di un mal d’amore, ecc., ecc..

Lo stalker, inoltre, attua dei comportamenti uguali a chi soffre di dipendenza affettiva.

  • è intrusivo
  • è insistente
  • non regge la distanza (fisica, temporale ed emotiva)
  • non sopporta il rifiuto
  • necessita di “dosi di presenza”
  • nega la realtà perché troppo dolorosa
  • nega la mancanza d’amore.

Lo stalker desidera ad ogni costo avere un contatto con la sua “vittima” - conoscente o di ex fidanzata - con la quale ha intrattenuto una relazione sentimentale, anche breve, spesso mal conclusasi.

 

Ognuno di noi ha concluso con un messaggio da portare a casa, il mio è stato il seguente:

“ Se fa male, non è amore.”

 

Lettura consigliata

https://www.valeriarandone.it/psicologia/violenza-assistita/

Data pubblicazione: 12 maggio 2018

2 commenti

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie, cara Magda, sono appena atterrata.
Stanca ma felice!
Un abbraccio

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