Emozioni funzioni.

Da dove arrivano le emozioni?

Le emozioni che proviamo ogni giorno, fin da quando siamo al mondo, hanno manifestazioni importanti a livello corporeo, dalle quali deriva una chiara sensazione psicofisica che in genere associamo ad esse. Esse derivano dall'evoluzione della specie, sono fortemente adattive e svolgono la funzione di orientarci rispetto alla realtà.

Le emozioni sono da considerare al pari degli eventi tangibili, come tali non si possono modificare né eliminare, vanno prese così come sono, ci parlano in modo chiaro e diretto di chi siamo, di cosa vogliamo o non vogliamo, ci indicano da cosa sono costituite le fondamenta del nostro equilibrio.

A cosa servono le emozioni negative?

Anche le emozioni che possono piacerci di meno, come la rabbia, la tristezza o la paura, sono preziose e non vanno nascoste o represse.

La rabbia serve a segnare il territorio, in senso concreto o più concettuale: la proviamo quando qualcuno o qualcosa ostacola il raggiungimento o il mantenimento di un aspetto della nostra esistenza che riteniamo essenziale. Quindi possiamo provarla di fronte al vicino che calpesta i nostri fiori, al collega che ci prende in giro in pubblico minacciando la nostra reputazione, al genitore o al partner che non riesce a darci l'amore incondizionato di cui abbiamo bisogno.

La tristezza serve a "tirare i remi in barca", limitare le energie in uscita per convogliarle tutte all'interno, dove servono per ristrutturare il nostro senso di identità a seguito di perdite o mancanze su tutti i piani dell'esistenza, dal più concreto al più concettuale.

La paura serve a prepararci per reagire di fronte ad una minaccia, concreta o percepita, reale o pensata, sentita. Può essere una minaccia alla nostra incolumità fisica oppure emotiva, ciò che accade nel nostro corpo è esattamente lo stesso nelle due situazioni, sul piano biochimico e nel sistema nervoso autonomo.

Quindi, anche le emozioni meno piacevoli sono nostre alleate, ci vengono in aiuto.

Ci conducono, se ascoltate, a comprendere i nostri bisogni più profondi, a trovare strategie per affrontare ciò che ci accade, fuori o dentro.

Se proviamo emozioni intense e poco piacevoli e fatichiamo a dare ad esse un senso, può essere il momento giusto per chiedere aiuto: due sguardi sulla stessa cosa aumentano la possibilità di coglierne più aspetti, più sfumature.

Per approfondire:Riconoscere e gestire le emozioni per migliorare se stessi

Data pubblicazione: 25 ottobre 2022

5 commenti

#1
Utente 667XXX
Utente 667XXX

Interessante articolo. Dottoressa spiegherebbe come poter riuscire ad esprimere tali emozioni, evitando di sopraffare?

#2
Dr. Pamela Zambonin
Dr. Pamela Zambonin

Buongiorno;
Ci sono molte direzioni in cui lavorare per raggiungere questo obiettivo.
Non può essere immediato, bisogna darsi tempo.
Prima direzione: riesco a capire e dare un senso a ciò che provo? Mi sento in diritto di provare questa emozione, o sono frenato da qualche percezione mentale legata a colpa, paura del giudizio, giudizio verso me stesso/a?
Seconda direzione: mi auto osservo con curiosità e senza giudizio, e studio questa emozione. Quando si presenta? In quali momenti della giornata? In quali giorni? In quali circostanze? Che cosa la amplifica? Che cosa riesce a quietarla? Ha effetti anche sul mio corpo? Quali?
Terza direzione: in base ai dati che ho raccolto, pianifico strategie, anche molto concrete.
Esempio concreto: provo una rabbia ingestibile perché il vicino di casa ha calpestato i miei fiori. Osservando la mia rabbia mi accorgo che in realtà la provo anche in altri momenti: la mattina, quando devo occuparmi dei figli da preparare per la scuola da sola mentre mio marito fa colazione con calma; al lavoro, quando parlo con le colleghe e sento che nel fine settimana fanno gite divertenti in famiglia, mentre io da tempo non ho più questo spazio spensierato. Mi accorgo che sono arrabbiata perché l'assetto familiare che ho ora non è quello che vorrei, ma non mi permettevo di ascoltare questa rabbia per paura delle conseguenze, separarmi con tre figli sarebbe drammatico, i miei genitori non approverebbero, non ho le forze di mettere in crisi la mia vita, sono stanca. Il pensiero del vicino che calpesta I fiori è l'unico momento in cui mi sento legittimata ad arrabbiarmi senza rischi.
Strategie di gestione: capisco cosa vorrei cambiare nella vita familiare, affronto il marito, parlo della mia fatica anche con i figli, mi sento in diritto di chiedere ciò di cui ho bisogno. Affronto nel caso una terapia di coppia. Cerco spazi di ricarica fuori dalla routine familiare delegando qualche compito ad altri.
Spero di avere reso l'idea

#3
Ex utente
Ex utente

Io ho solo una emozione che mi genera problemi e la attivo esattamente come Fosca nel film di Verdone appena entro in contatto con personalita' ipervigilanti e ossessive;persone che in una logorrea incessante non comunicano niente ma interrompono la tua conversazione in una gara a chi pensa meglio;queste persone sono molto attente a verificare quali siano le cose che ti interessano per attaccarle e mantenere il controllo su di Te ;la vittima come me impara ad avere il controllo su di Se' a non avere coping cioe' a nn saper fronteggiare stress e problemi ampiamente alla portata della persona cioe' ad avere il terrore di essere autonomo emotivamente ed economicamente;sono cicli devastanti a turno di 3/4 giorni h24 ;si ha la sensazione di non avere memoria di nn saper far nulla in questa puntualizzazione perenne logico formale che nn ha alcun senso;o ascolti l'interrogazione su come si guarda la mattonella correttamente in questa interruzione continua mentre costruisci pensieri e ragionamenti tuoi;queste persone appena scegli ti anticipano cosa ti succedera' portando esempi simili ,ti assediano e se rispondi ti ritrovi davanti urla proteste ;di solito tornano indietro su cosa hai detto cambiandogli significato e contesto in continuazione pur di avere ragione;ora conversare con queste persone nn ha alcun senso perché generano sofferenza mentale sia in chi gli sta intorno sia in chi entra con loro in contatto;di solito queste persone si presentano cordialissime e molto affettuose salvo poi ritrovarsi in un incubo..;avendo genitori cosi',l'ex fidanzata cosi',l'amico cosi' la cugina cosi' significa che io ho una dipendenza da ossessivo compulsivo partner;sento il bisogno irrefrenabile di correre da gente distruttiva;queste emozioni che sono?Una forte ansia mista ad angoscia che secondo me elabora la perdita del controllo mia nel nn avere nessun coping sull'ambiente;imparando a fronteggiare questo tipo di persona l'emozione sparisce ma basta uno di questi in un ambiente lavorativo o qualcuno che li ricorda e beh diventa dura perché ti ritrovi esposto a cose assurde assolutamente inventate e ci vuole veramente una preparazione psicologica molto importante per non cadere nella trappola paranoide perché l'emozione di cui parlo e' il terrore nel perdere il controllo sul non avere nessun coping di fronteggiamento;Fosca di Verdone quindi l'assertivita' si impara sia accettando la propria aggressivita'ma soprattutto riscrivendo i coping cioe' la capacità di fronteggiamento con persone molto aggressive con coping distruttivi collaudati;nn so spiegarlo meglio e l'emozione che genera questa esperienza e' veramente odiosa ma se si resta presenti nn la attiviamo ;ho imparato per sopravvivere a nn avere coping perché imbastire una polemica sull'ovvio si trasformava in una guerra all'ultimo sangue ipercognitiva su chi avesse pensieri e ragionamenti migliori in sostanza una perdita di tempo psichica;mamma mia guardate nel mondo esistono persone completamente folli che lavorano perfettamente ipercompetitive socialmente ben integrate ma completamente FOLLI!Se mi salvo e si salveranno quelli che vivono esperienze come le mie,si deve molto anche a questo Sito ai medici di questo spazio a Voi che ci aprite gli occhi e ci permettete di cambiare..anche se ho il terrore a dirlo siete dei Grandi qua sopra!Una salvezza nel web;per ora leggo ancora qualcosina ma lentamente spero di poter salutare con affetto questo spazio per evitare di compensare l'emozione reattiva alla scelta di nn poter avere coping cioe nn ci sono strategie possibili di contatto sano con persone con caratteristiche distruttive;Grazie di cuore per cosa fate e chi e' vittima deve comprendere di essere complice SEI TU che scegli di nn avere piu coping con tipi cosi'...senza reagire da borderline perché e' vero avete ragione voi ,siamo noi a dover cambiare reazioni e azioni davanti a questi comportamenti mentali cioe' nn bisogna colludere;molto difficile a cambiare ma almeno so che significa quella emozione..il terrore a nn avere il controllo sulla assenza di coping per evitare la catastrofe;coping disadattativo ma per cambiare ragazzi mamma mia che ci vuole...molto molto dura e serve uscire da ambienti altamente tossici e competitivi;questa e' l'emozione di cui parlo ma nn e' molto piacevole perché sovrintende a quello che voi chiamate Doc

#4
Dr. Pamela Zambonin
Dr. Pamela Zambonin

Ciao!
Da ciò che scrivi si sente che hai lavorato molto su di te, perché hai deciso di smettere di soffrire così tanto.
Dai cenni che hai scritto sembrerebbe che avendo avuto in famiglia entrambe i genitori con questo funzionamento il tuo istinto ti porta a cercare ciò che, pur se doloroso, senti familiare, senti che ti definisce, ti dà un senso profondo di sicurezza data dalla prevedibilità.
La tua fatica nell'uscire dall' "attrazione fatale" verso questo tipo di persone ci parla del fatto che tu non hai avuto spazio per scoprire ed esprimere chi sei davvero, cosa vuoi, cosa fa nascere in te l'entusiasmo. Più lo scoprirai, più sentirai chi sei, meno avrai bisogno di questo copione. È dura, e si procede un millimetro alla volta. Ma la direzione è quella giusta
Buona continuazione, e complimenti per la tua forza e determinazione!
Uscire da uno stile familiare tendente al doc non è di certo una passeggiata!

#5
Ex utente
Ex utente

Beh il difficile e' proprio imparare a nn reagire come prima con persone che potrebbero ripetere la stessa domanda 800000 volte dicendo gli stessi concetti 8000000 volte;io ho cercato soluzioni per 8000000000 volte ma il lasciapassare A38 per riprendere la metafora di Asterix e Obelix ,non lo avrai mai perché sotto ci sta un altro gioco transazionale che e' inconsapevole per alcuni familiari e inconsapevole per altri ;cioe' ci sono ossessivi compulsivi inconsapevoli e va beh ma poi ci sono ossessivi compulsivi che consapevolmente vanno ad attaccarti usando delle metodiche che nn vanno pensate logicamente come pensa chi ha il doc ma si risponde a tono nel merito e se decentra mai perdere il punto;Se le scrivo che ha scritto un ottimo testo,ma sarebbe il caso di fare ingegneria, vede il suo cervello dirà uuu grazie e poi le arriva qualcosa di profondamente offensivo ;questo e'un modo di pensare e parlare costante nella mia famiglia ;nn si urla la battaglia e' tutta mentale ma mi creda e' una guerra psichica senza che nessuno possa notare nulla;poi ci sta la versione urlata ed e' la stessa dinamica molto estenuante ma almeno nn stai sempre sullo scacchiere iperlogico per fare una contromossa mentale;nn so forse queste cose sono utili entrando nei consigli di Amministrazione perché grosso modo le dinamiche sono molto molto basate su invidia sospetto e ipercontrollo e abuso di posizione dominante( sociale)

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