15 anni di Ragazze Fuori di Seno: intervista al Dr. Catania sul Corriere della Sera
In occasione del quindicesimo compleanno del forum RFS - Ragazze Fuori di Seno, il Dr. Salvo Catania, fondatore e attuale facilitatore del forum, è stato intervistato sulle pagine del Corriere.it
Intervista al fondatore di Ragazze Fuori di Seno
Nell’intervista al Corriere a cura di Michela Mantovan, il Dr. Catania ha ripercorso l'evoluzione di questi anni, sottolineando come sia cambiato il modo in cui le pazienti affrontano il percorso oncologico.
"Oggi c’è molta più consapevolezza", spiega il dottore, "Le terapie sono progredite, l’informazione è più accessibile e il cancro non è più percepito come un destino ineluttabile".
La maggiore disponibilità di dati, tuttavia, ha creato anche un paradosso: le donne arrivano in ambulatorio più preparate, ma spesso cariche di dubbi e informazioni raccolte sul web, non sempre affidabili. C’è chi non comprende nulla del referto e si sente smarrita e chi arriva dopo notti trascorse su Google o con ChatGPT con tabelle, sigle e statistiche difficili da interpretare. Per questo, afferma Catania, è essenziale fidarsi dell'équipe medica e mantenere un rapporto diretto e trasparente con i professionisti.
Un tema centrale affrontato dal forum negli anni riguarda il tabù ancora legato alla parola cancro. Nonostante una maggiore apertura culturale, il termine continua a evocare paura e fatalismo. Catania ricorda come fino a pochi anni fa la diagnosi fosse sussurrata, quasi non detta, accompagnata da espressioni come "brutto male".
Oggi qualcosa sta cambiando: sempre più persone parlano pubblicamente della propria esperienza, rivendicando il diritto di chiamare la malattia con il suo nome. È un passaggio fondamentale, spiega il chirurgo, perché quando si toglie al cancro la dimensione del “non detto”, si toglie anche parte del suo potere emotivo.
Il dottore si sofferma poi sul momento più delicato del percorso: l’impatto della diagnosi.
"Il primo consiglio che darei è: respira, non sei sola", afferma. La sensazione di smarrimento è normale, così come l’impulso di cercare risposte immediate online. Ma spesso, all’inizio, mancano gli strumenti per distinguere le informazioni corrette da quelle fuorvianti. Da qui l’importanza di affidarsi a specialisti e, soprattutto, di non affrontare il percorso in solitudine.
Chiedere aiuto a una psicologa, a un familiare, a una comunità come RFS, non è debolezza, ma un atto di cura verso se stesse.
Esperienze che hanno fatto la storia di RFS
Con l'occasione dei 15 anni di RFS, il Dr. Catania cita alcune delle storie più significative emerse nel forum.
Tra queste, quella di Lori Fiduciaria, operata nel 1996 e, molti anni dopo, colpita da metastasi ossee diffuse. Nonostante il percorso complesso, Lori è diventata una delle voci più luminose della comunità, capace di affrontare la malattia con una vitalità contagiosa. Nel forum scrive spesso “VIVA LA VITA”, trasformando la sua esperienza in un messaggio di speranza per chi arriva spaventata e disorientata. La sua storia dimostra in modo concreto che si può convivere con il cancro e continuare a vivere pienamente.
Essere una Ragazza Fuori di Seno, spiega il dr.Catania, non significa essere invincibili, ma rifiutare che la malattia scriva l’intera storia della propria vita.
Ne sono un esempio DarkElena Fiduciaria, che ironizza sulle sue metastasi "portate ogni anno in crociera", o Angel, che fino all’ultimo giorno ha continuato a impastare e cucinare. E poi ci sono le long survivors: donne che, a distanza di 20, 30, 40 anni dalla diagnosi, hanno costruito famiglie, carriere e vite piene, dimostrando che il tumore è un evento che segna, ma non determina tutto ciò che viene dopo.
Essere una RFS significa attraversare la paura, accettare le cicatrici, chiedere aiuto quando serve e trovare nella condivisione un modo per riscoprire forza e dignità.
Il forum, negli anni, ha accompagnato centinaia di donne fuori dal “guscio” della diagnosi, trasformando il ruolo passivo del “pacco postale” in una partecipazione attiva, consapevole e condivisa.