Patient-centred approach: an important cultural aspect of urology

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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

Questa è una conclusione tratta dalla Sig.ra Romy Lamers (NL) nella sua relazione centrata sulle preoccupazioni del paziente affetto da patologie urologiche discussa durante una delle tante sessioni del Congresso Europeo di Urologia 2015.

Nonostante gli sforzi per migliorare questo aspetto, i pazienti non sono ancora del tutto soddisfatti delle informazioni che ricevono dai loro medici, e la ricerca mostra che questo può influire sulla loro qualità di vita.

Nel periodo 2006-2009 è stato condotto uno studio osservazionale su 999 pazienti a cui è stato diagnosticato il cancro alla prostata. A tutti i pazienti sono stati somministrati questionari per indagare lo stato di salute connesso alla qualità della vita, alla percezione di malattia ed al livello di soddisfazione riguardanti le informazioni ricevute dal chirurgo.

Un paziente su tre non era soddisfatto delle informazioni ricevute.  La soddisfazione per la qualità di informazioni e la comprensione del problema e della strategia terapeutica da parte del paziente è positivamente associata alla qualità di vita ed alla percezione di malattia. Questi risultati sottolineano la necessità di migliorare l'informazione data ai pazienti da parte del medico.

Si sono inoltre messe in rilievo le nuove modalità di interazione medico-paziente, come l’utilizzo di Skype, dei social network, l’ utilizzo di registrazioni audio di consulti da dare al paziente su supporto informatico per riferimenti futuri e l’iscrizione a gruppi di supporto online.  

Il Prof. Bertrand Tombal (BE) ha evidenziato che gli ottimi risultati della moderna chirurgia esposti da chirurghi di livello internazionale deficitavano della presentazione di dati relativi al “punto di vista del paziente”, in quanto la verifica della qualità di vita dello stesso era principalmente diretta a verificare i tempi di recupero post-operatori, la ripresa della attività lavorativa e sociale, il recupero delle funzioni biologiche quali la continenza e la potenza sessuale. Tali risultati analizzati da studiosi che non si occupano di chirurgia e che tenevano presente il vissuto di malattia del paziente, davano risultati completamente differenti in termini di qualità di vita. Non bisogna dimenticare che dire al paziente “Lei è affetto da cancro della prostata” ha un impatto notevole sulla psicologia del paziente così come la terapia stessa e gli effetti collaterali da essa indotti.

Ad oggi l’Urologo come tutti i chirurghi ha la mente concentrata soprattutto sull’atto chirurgico con notevole incremento dell’autostima dopo ogni intervento, mettendo le aspettative del paziente in secondo piano.

In conclusione l’approccio centrato sul paziente è un aspetto che va culturalmente migliorato nell’ambito Urologico.

In questa sessione è stato presentato il progetto Europa UOMO che ad oggi è la più grande organizzazione Europea dei pazienti affetti da cancro alla prostata che ha l’obiettivo principale di migliorare la conoscenza e la cura della malattie della prostata in tutta Europa ottimizzando il dialogo medico-paziente e lo sviluppo sanitario grazie all’utilizzo di piattaforme online per raggiungere un pubblico quanto più vasto possibile soprattutto la popolazione dell’ Europa centrale ed orientale dove risulta abbastanza deficitaria.  Attraverso l'educazione e le linee guida orientate al paziente si può promuovere la consapevolezza e gli atteggiamenti di prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie urologiche.

 

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Data pubblicazione: 25 marzo 2015

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