Artrosi della mano e arrampicata sportiva.

Buongiorno, racconto brevemente i fatti che mi hanno portato a richiedere un consulto:

A settembre 2009 subisco un trauma alla mano destra durante una partita di pallacanestro. Il dolore locale è molto forte, con marcata compromissione funzionale del pollice (ad esempio impugnare il volante, allacciarmi le scarpe, utilizzare le chiavi mi è quasi impossibile). Applico solo del ghiaccio e qualche pomata. Gradualmente la situazione migliora, ma continuo a percepire un disturbo di fondo e un leggero dolore durante movimenti più importanti (ad es. uso del trapano, "pinzate", ecc.). A novembre mi decido ad eseguire una visita specialistica: il medico curante mi invia da un anestesiologo che ipotizza una tendinite e richiede una RMN. Eseguo la RMN a dicembre e questa riporta che "l'indagine ha rilevato una diffusa disomogeneità di segnale della spongiosa ossea dei capi articolari della metacarpo-falangea del primo raggio, più evidente sul versante metacarpale, per edema, in un quadro di possibili iniziali fenomeni artrosici, con lieve ispessimento delle strutture capsulo legamentose; si apprezza sottile falda liquida intrarticolare (...)".

Aggiungo che ho 29 anni (M) e pratico abitualmente alpinismo e arrampicata sportiva. Non vi è familiarità per patologie artrosiche. Ora mi chiedo: è possibile ipotizzare nel mio caso specifico una rizoartrosi? In tal caso, devo aspettarmi una compromissione significativa nelle future attività di vita quotidiane e lavorative? Potrò contuinuare a praticare l'arrampicata sportiva (cosa per me molto importante)? E' possibile che tale condizione sia derivata dal singolo evento traumatico, oppure è più probabile che sia conseguenza di un'errata ergonomia e di un sovraccarico delle articolazioni in uno sport così "stressante" per le stesse? Ovviamente appena avrò possibilità sentirò un ortopedico, ma mi spaventa molto quanto ho letto (referto che, tra l'altro, non ho ancora avuto modo di far leggere al medico curante a causa delle festività appena trascorse).
Grazie
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
1) "il medico curante mi invia da un anestesiologo". Un "anestesiologo"?
2) la presunta artrosi (dico così perché non ho visto le rx) è tra metacarpo e 1^ falange. Quindi non si può parlare di rizoartrosi, che è invece tra trapezio e metacarpo.
3) faccio fatica a pensare che a 29 anni possa avere l'artrosi (ma non si sa mai)
4) l'idea che mi sono fatto è che alla base di tutto ci sia stata una lesione del legamento collaterale ulnare della metacarpo-falangea. E' solo una ipotesi, non avendoLa visitata, ma ritengo che sia necessaria una visita presso un Chirurgo della mano per valutare la stabilità dell'articolazione e, di conseguenza, quello che si può fare. A Torino può rivolgersi alla UO di Chirurgia della Mano del CTO di Torino o a quella del M.Vittoria, oppure all'UO di Ortopedia di Moncalieri. Può trovare qui http://www.sicm.it/regioni.html?reg=12 gli Specialisti della Sua provincia, anche se limitatamente a quelli iscritti alla Società.
Può avere qualche informazione sulla lesione che ho citato a questi links: http://www.ortopedicoabologna.it/index.php?id=44 ricordando comunque che si tratta solo di una ipotesi. La diagnosi la farà lo specialista, dopo averLa interrogata e averLa visitata.
Cordiali saluti

Umberto Donati, MD

www.ortopedicoabologna.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Mille grazie per la celere risposta.

1) In effetti anche io ero perplesso riguardo alla visita di uno specialista in anestesia (c/o San Giovanni Antica Sede), che infatti si è subito consultato con un collega (credo ortopedico) durante la prima visita.

2) Cercando informazioni sulla rizoartrosi ho trovato riscontro su molti dei sintomi descritti, e sulla localizzazione del dolore (proprio alla base del pollice). Non sapendo interpretare la RMN, avevo associato (erroneamente) le due cose.

3) Per inquadrare ulteriormente possibili fattori di rischio: maschio, non fumatore (da circa 6 mesi, prima saltuario), normopeso, pratico regolare attività fisica, ho un lavoro di carattere prevalentemente intellettuale (e non al computer) e quindi a scarso rischio di traumi all'articolazione.

4) Ho letto il documento da Lei suggerito e la descrizione sembrerebbe rispecchiare quanto mi è accaduto e le mie attuali difficoltà. Unica eccezione per la presa a piena mano, che non mi genera alcun dolore. Al contrario, ciò avviene nella presa "di forza" di piccoli oggetti tra pollice e indice.

Prendendo per buona la sua ipotesi, in attesa di rivolgermi presso i centri d'eccellenza da lei indicati per una diagnosi clinica, posso aspettarmi di riprendere una regolare attività sportiva (e ovviamente una piena funzionalità della mano)? Il tempo finora trascorso dall'evento può aver cronicizzato la patologia o aver peggiorato la buona riuscita di un trattamento? La "stecca di Zimmer" (o altro tutore) potrà ancora essere applicata dopo tutto questo tempo?

Grazie ancora per la gentile attenzione.

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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
L'immobilizzazione con la stecca o il tutore ha significato solo nei primi giorni del trauma. A questo punto occorre valutare la stabilità per prendere in considerazione una possibilità chirurgica.
Senza sapere qual è la situazione non è possibile prevedere "una piena funzionalità della mano" o meno.
La presa che Lei chiama "a piena mano" risulta dolente se interessa anche il pollice: per questo ho fatto l'esempio di sollevare una bottiglia. Se afferra la bottiglia dell'olio (verticale, piena e senza tappo) per portarla da un posto all'altro il pollice (e soprattutto quel legamento) viene coinvolto in modo determinante. Tuttavia non è quello il test dirimente: esistono specifiche manovre che prevedono anche il confronto con la mano sana.
Ci tenga aggiornati, se vuole.
Cordiali saluti
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Oggi sono andato dal medico curante che, analisi alla mano, ipotizza una tenosinovite del primo raggio. Mi ha tranquillizzato riguardo a fenomeni artrosici precoci e prescritto una visita fisiatrica per impostare una terapia (forse infiltrazioni, forse kinesiterapia), saltando a pié pari una visita ortopedica (che in un primo tempo sembrava invece intenzionato a prescrivermi).
Chiedendo se tale quadro può essere coerente con i disturbi sopra riportati, ringrazio per l'aiuto ottenuto su questo sito dal Dr. Donati, davvero prezioso.

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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
Non posso sapere "se tale quadro può essere coerente con i disturbi sopra riportati". Devo però sottolineare che anche se lo fosse questo non comporterebbe automaticamente che la diagnosi sia corretta. Ribadisco la utilità di una visita presso un chirurgo della mano.
Cordiali saluti