Epicondilite
Buonasera,
Ho 22 anni. Quattro anni fa iniziai ad avvertire un leggero dolore al gomito destro; dolore che, presto, si estese al sinistro. Un ortopedico mi diagnosticò l'epicondilite: mi prescrisse ghiaccio, antinfiammatori ed un tutore a fascia. Il dolore, piano piano, andò diminuendo. Non sparì mai del tutto. Ma lì per lì non vi feci molto caso: ero convinto che si trattasse di un problema di poco conto. Così abbandonai la cura.
Ora, a 4 anni di distanza, il dolore persiste. Non provo molto dolore; posso eseguire diverse attività fisiche senza grandi conseguenze (trazioni alla sbarra, distensioni su panca, nuoto); si tratta di un dolore leggero e costante, che aumenta se sottoposto a tensione, e non si placa durante i periodi di riposo.
Sotto consiglio di un fisioterapista, ho ripreso (Febbraio-Marzo) a indossare tutori a fascia, ad applicare ghiaccio e antinfiammatori localizzati. Il dolore, rispetto al periodo in cui facevo esercizi in palestra, non è granché cambiato.
Avrei, dunque, due domande:
- L'epicondilite cronica può essere trattata come una comune epicondilite?
- E' possibile che la prima diagnosi sia stata errata - che non si tratti, cioè, di epincondilite, ma di un'altra patologia?
Grazie in anticipo!
Ho 22 anni. Quattro anni fa iniziai ad avvertire un leggero dolore al gomito destro; dolore che, presto, si estese al sinistro. Un ortopedico mi diagnosticò l'epicondilite: mi prescrisse ghiaccio, antinfiammatori ed un tutore a fascia. Il dolore, piano piano, andò diminuendo. Non sparì mai del tutto. Ma lì per lì non vi feci molto caso: ero convinto che si trattasse di un problema di poco conto. Così abbandonai la cura.
Ora, a 4 anni di distanza, il dolore persiste. Non provo molto dolore; posso eseguire diverse attività fisiche senza grandi conseguenze (trazioni alla sbarra, distensioni su panca, nuoto); si tratta di un dolore leggero e costante, che aumenta se sottoposto a tensione, e non si placa durante i periodi di riposo.
Sotto consiglio di un fisioterapista, ho ripreso (Febbraio-Marzo) a indossare tutori a fascia, ad applicare ghiaccio e antinfiammatori localizzati. Il dolore, rispetto al periodo in cui facevo esercizi in palestra, non è granché cambiato.
Avrei, dunque, due domande:
- L'epicondilite cronica può essere trattata come una comune epicondilite?
- E' possibile che la prima diagnosi sia stata errata - che non si tratti, cioè, di epincondilite, ma di un'altra patologia?
Grazie in anticipo!
[#1]
Gentile Signore,
tutto è possibile: andrebbe valutato clinicamente ed ecograficamente.
In ogni caso, lei commette un grave errore a lasciare le cose come stanno, con un dolore sempre presente sia pure modesto.
In questo modo, la patologia si è cronicizzata e la sua risoluzione completa e definitiva diventa certamente più difficile da ottenere.
Le consiglio di cominciare al più presto le varie terapie fisiche (laser yag, ultrasuoni, tecar, onde d'urto, ecc.); se queste fossero insufficienti farei una o due (non di più) infiltrazioni locali di steroidi. Se neanche questo dovesse risolvere il problema, ha due sole alternativa: o operare (lo considero un tentativo estremo), oppure provare con le cellule staminali e i fattori di crescita piastrinici (terapia molto più efficace del semplice PRP o gel piastrinico comunemente impiegato; noi a questo mix rigenerativo aggiungiamo anche l'ozono, che ha spiccate e immediate qualità antidolorifiche ed antiinfiammatorie).
Io sto usando questa nuova metodica ambulatoriale con grandissima soddisfazione mia e dei pazienti.
Però, ripeto, ha già molte altre alternative a sua disposizione.
Buona domenica.
tutto è possibile: andrebbe valutato clinicamente ed ecograficamente.
In ogni caso, lei commette un grave errore a lasciare le cose come stanno, con un dolore sempre presente sia pure modesto.
In questo modo, la patologia si è cronicizzata e la sua risoluzione completa e definitiva diventa certamente più difficile da ottenere.
Le consiglio di cominciare al più presto le varie terapie fisiche (laser yag, ultrasuoni, tecar, onde d'urto, ecc.); se queste fossero insufficienti farei una o due (non di più) infiltrazioni locali di steroidi. Se neanche questo dovesse risolvere il problema, ha due sole alternativa: o operare (lo considero un tentativo estremo), oppure provare con le cellule staminali e i fattori di crescita piastrinici (terapia molto più efficace del semplice PRP o gel piastrinico comunemente impiegato; noi a questo mix rigenerativo aggiungiamo anche l'ozono, che ha spiccate e immediate qualità antidolorifiche ed antiinfiammatorie).
Io sto usando questa nuova metodica ambulatoriale con grandissima soddisfazione mia e dei pazienti.
Però, ripeto, ha già molte altre alternative a sua disposizione.
Buona domenica.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Caro Utente,
la risposta del Collega Leccese è assolutamente ben modulata, corretta e circostanziata.
Due piccolissime annotazioni da Specialista in Diagnostica per Immagini e da Radiologo Interventista, entrambi, ahimè, di vecchia data.
-Esiste una gran confusione tra epicondilite ed epitrocleite: nel primo caso sono coinvolti i muscoli estensori del polso e delle dita (epicondilite); nel secondo caso i muscoli epitrocleari, cioè dei flessori del polso e delle dita (epitrocleite).
Secondo i modi di dire comuni, il primo è il "gomito del tennista", il secondo è il "gomito del golfista".
-Mentre l'indagine di prima istanza è e resta l'ecografia, in un caso di alterazione cronica quale è il Suo, consiglierei caldamente un corretto mappaggio con adeguata indagine RM
Per il resto, totalmente d'accordo con quanto suggerisce il Collega come strategia terapeutica (è assolutamente sovrapponibile a quella che adottiamo nella mia Unità Operativa).
Indicato comunque l'impiego di un tutore durante lo svolgimento della attività sportiva o lavorativa pesante; se non sono efficaci i cosiddetti tutori a fascia, molto meglio i tutori regolabili a valva con compressori.
la risposta del Collega Leccese è assolutamente ben modulata, corretta e circostanziata.
Due piccolissime annotazioni da Specialista in Diagnostica per Immagini e da Radiologo Interventista, entrambi, ahimè, di vecchia data.
-Esiste una gran confusione tra epicondilite ed epitrocleite: nel primo caso sono coinvolti i muscoli estensori del polso e delle dita (epicondilite); nel secondo caso i muscoli epitrocleari, cioè dei flessori del polso e delle dita (epitrocleite).
Secondo i modi di dire comuni, il primo è il "gomito del tennista", il secondo è il "gomito del golfista".
-Mentre l'indagine di prima istanza è e resta l'ecografia, in un caso di alterazione cronica quale è il Suo, consiglierei caldamente un corretto mappaggio con adeguata indagine RM
Per il resto, totalmente d'accordo con quanto suggerisce il Collega come strategia terapeutica (è assolutamente sovrapponibile a quella che adottiamo nella mia Unità Operativa).
Indicato comunque l'impiego di un tutore durante lo svolgimento della attività sportiva o lavorativa pesante; se non sono efficaci i cosiddetti tutori a fascia, molto meglio i tutori regolabili a valva con compressori.
Dr. Casimiro Simonetti
http://www.villastuart.it/i-nostri-medici/dottor-casimiro-simonetti?rq=simonetti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.8k visite dal 25/03/2017.
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