Magnetoterapia per sindrome algodistrofica post- frattura polso

Gent. mo Dottore,
il 10 agosto in seguito ad una caduta, mia moglie ha riportato una frattura al polso, riporto il referto: frattura a più rime lievemente scomposta della regione metaepifisaria del radio; frattura dello stiloide ulnare. Alla rimozione del gesso avvenuta dopo 30 giorni, l'ortopedico, presa visione dell' Rx, sospetta sindrome algodistrofica post-traumatica con perdita di tessuto osseo, per cui posiziona valva gessata in posizione neutra eventualmente da sostituire con tutore polso. Poi consiglia la seguente terapia: clody 200 mg, mobilizzazione attiva delle dita e magnetoterapia per 8 settimane. Dopo una settimana, al controllo le viene tolta la valva gessata senza posizionare nessun tutore, in quanto l'ortopedico nota che sia la mano che il braccio presentano notevole rigidità e gonfiore e ritiene che mia moglie, nonostante le abbiano tolto il gesso non abbia fatto nessuna mobilizzazione, per cui non consiglia un tutore ma le dice che da questo momento in poi la guarigione dipende solo da lei, ovvero se si applica o meno a muovere la mano. Prescrive magnetoterapia domiciliare e visita fisiatrica.
Segue visita fisiatrica, riporto il referto: grave deficit articolare, edema arto sup dx, rigidità gomito dx -40 est / -30 flex
-3/4 prono supinazione. Le viene prescritto un ciclo di fisioterapia 10 giorni con obiettivo di recupero completo: ried. motoria indiv. seg. strum. semplice, che ha iniziato proprio oggi. Oggi stesso ci è arrivato il dispositivo per la magnetoterapia impostato a 50 hertz e 50 gauss, che farà la notte per circa 7 ore. A tal proposito volevo chiedere se le terapie impostate sono sufficienti in particolar modo per risolvere il problema dell'osso (e ovviamente anche sbloccare sia gomito che mano), e quanto mia moglie può sforzare il braccio senza creare danni, perchè l'ortopedico ci ha parlato di perdita ossea, di tutore che poi non è stato messo, senza però dirci se ci sono dei limiti, dei movimenti proibiti. Questi giorni abbiamo cercato di smuovere un bel pò il braccio e anche il polso, nonostante ci sia il dolore, per questo chiedo se possiamo andare oltre in modo che mia moglie possa riprendere al più presto la funzionalità senza arrecare nessun danno. Il fisiatra non ha visionato la lastra, si è basato sul referto dell'ortopedico che riporta solo "sindrome algodistrofica" ma non perdita ossea, quindi spero che la fisioterapia prescritta non sia lesiva, perchè non ci abbiamo proprio pensato a riferirgli della perdita ossea.
Mia moglie ha 61 anni.

Vi ringrazio per l'attenzione, attendo una vostra gentile risposta,

Cordiali saluti
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Dr. Domenico Caricasulo Ortopedico, Chirurgo della mano 36 2 1
Non ho in visione ne’ la lastra ne’ la mano . Verosimilmente la Signora può aver sviluppato una CPRS O SINDROME DOLOROSA REGIONALE COMPLESSA ( Sudeck o neuroalgodistrofia ) . Non bisogna prendere sottogamba tale situazione e bisogna intervenire subito :si tratta di una malattia che insorge in seguito a trauma anche minimo alla mano o al piede ,anche se i trattamenti incruenti o cruenti sono stati ben eseguiti . Non esiste correlazione fra entità trauma e malattia .
Si manifesta con importanti segni di infiammazione locale ma spt s.algica : questa è sproporzionata rispetto al trauma ed è una risposta anomala ad infortunio : può essere precipitante un fattore emotivo ed è soprattutto imprevedibile . Tutti gli Autori sono in accordo che può essere dovuta ad interazioni disfunzionali tra SNC e risposta infiammatoria inappropriata .
Quanto fatto fino ad ora anche farmacologicamente va bene .Anche magnetoterapia e’ indicata .
In molti ospedali (appurata la CPRS ) viene trattata con affiancamento dei medici che si occupano di terapia del dolore o reumatologia : viene associata terapia e.v. con neridronato e talvolta sono consigliate terapie di ossigenoterapia Iperbarica .Si tratta comunque di intervenire con trattamenti multidisciplinari

Dr. Domenico Caricasulo