Versamento ascitico

mio marito (56 anni) e’ affetto in seguito ad una linfoadenectomia retroperitoneale, da versamento ascitico in addome.
in data 28.06.2007 ha subito un intervento di orchiectomia al testicolo dx per neoplasia maligna. in data 28.08.2007 gli e’ stata effettuata la linfoadenectomia retroperitoneale. gli sono stati tolti 42 linfonodi di cui uno magligno. gli sono satati consigliati 2 cicli di chemioterapia preventiva che l’oncologo ha rifiutato di fare a causa del cospiquo versamento ascitico. da allora c’e’ stato una serie di tentativi per eliminare questa complicanza post operatoria dovuta probabilmente alla rescissione di un grosso canale linfatico: dieta leggera priva di grassi, ricovero di 12 giorni a digiuno assoluto con alimentazione in vena, impianto di shunt peritoneo per eliminare il liquido ascitico, linfoscintigrafia, pet-tac, ulteriore piccolo intervento per controllare lo schunt che non funzionava che ora a parere dei medici funziona, ma non si vede il risultato vista la quantita’ di liquido chiloso in addome, nel frattempo numerose paracentesi (ultimamente ogni settimana con tolti da 6 a 8 litri ogni volta) e molti disagi e sofferenze dovute alla pressione di questo liquido(forti crampi agli arti inferiori, problemi respiratori, forte accelerazione del battito cardiaco, problemi di alimentazione e digestione). sono gia’ passati 5 mesi dall’intervento di linfoadenctomia, mio marito e dimagrito di 15 kg e i medici parlano di difficile risoluzione del caso.
gradirei sapere se esiste un intervento chirurgico per riparare la lesione del dotto linfatico, se questo tipo di intervento e’ particolarmente difficile per il medico e pericoloso per i pazienti e in quale ospedale posso rivolgermi visto che i medici della struttura dove e’ in cura mio marito non sono in grado di effettuarlo e non ci danno indicazioni. ne parlano come ”ultima spiaggia” perche’ prima o poi questo dotto linfatico si chiudera’.
ringrazio e saluto.

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Dr. Antonio Carrano Chirurgo generale 27 1
Sicuramente si tratta di una sequela chirurgica non di facile soluzione . Io proporrei una nutrizione parenterale prolungata ad alto tenore calorico sopratutto in proteine ,associerei una terapia ex adiuvantibus con octreotide 0,2 per tre die sc per 30 giorni. inoltre dopo una successiva valutazione con tc a 64 slides a doppio contrasto valuterei se si tratta della porzione di dotto linfatico retro duodenale per cui maggiori chances di intervento chirurgico. Come chirurgo retroperitoneale le consiglio il parere di Dott. Giuseppe Confuorto
Recapito telefonico per informazioni 0817472449

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Attivo dal 2007 al 2013
Chirurgo generale, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza
Gentile Utente,
sono daccordo con i Medici che hanno in cura e con l'amico Antonio (che, mi si permetta, saluto caldamente memore dei tempi universitari passati insieme!) sulla difficile e lunga strada che porterà alla risoluzione del quadro clinico di suo marito.
In effetti, non si tratta di semplice ascite, ma di cosa si tratta?
E' un chiloperitoneo dovuto ad una lesione di un dotto linfatico o è una ascite chilosa dovuta ad una malattia neoplastica diffusa in sede intra e retroperitoneale?
Immagino che gli esami che ha fatto, e soprattutto la linfoscintigrafia e la pet-tac abbiano chiarito il problema. Si si è visualizzata la sede della perdita è verosimile che si tratti semplicemente di una lesione di un grosso dotto linfatico. Altrimenti, può essere una ascite chilosa da malattia neoplastica avanzata.
Nel primo caso le opzioni sono due: (1) attendere (magari con una terapia di supporto come quella consigliata dal dr Carrano e che comunque i Medici che seguono suo marito sapranno sicuramente consigliargli) o (2) intervenire chirurgicamente.
L'attesa, che è la terapia che preferisco, può durare anche parecchio, perché un dotto linfatico prima o poi si chiude (come giustamente hanno detto i Colleghi), ma possono passare anche parecchi mesi. In ogni caso, il digiuno totale con nutrizione parenterale totale e octreotide a dose piena per via endovenosa dovrebbe durare ben più di 12 giorni! E' un po' come le fistole enteriche: almeno 8 settimane!!!
L'intervento chirurgico non è dei più semplici, poiché reintervenire su un addome già operato è di per se una situazione poco agevole per le aderenze e l'alterazione dei rapporti anatomici; poi, non è semplicissimo rilevare la sede della lesione (l'assunzione di abbondante quantitativo di latte il giorno prima dell'intervento può aiutare...). Infine, il rischio di complicanze è elevato.
Lo shunt peritoneogiugulare spesso non funziona o funziona a tratti, ma era una carta da giocare.
Se si tratta, invece, di una ascite chilosa da malattia metastatica (la pet avrebbe dovuto dircelo...), il problema è molto più grande perché ovviamente non è sui dotti linfatici che si deve lavorare, ma sulla malattia neoplastica. E questo è compito degli oncologi (visto che dal punto di vista chirurgico è stato fatto tutto).
Resto a sua disposizione
Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
[#3]
dopo
Utente
Utente
RINGRAZIO PER LA CONSULENZA FORNITAMI.
LUNEDI’ MIO MARITO, SU CONSIGLIO DEI MEDICI CON CUI E’ IN CURA, SARA’ RICOVERATO IN UNA STRUTTURA SPECIALIZZATA DOVE CI HANNO ASSICURATO CHE IL CASO SARA’ RISOLTO E CHE EVENTUALMENTE SI FARA’ UN INTERVENTO IN LAPARASCOPIA DI RIPARAZIONE DEL DOTTO
O DI UN BAY PAS.
IL VERSAMENTO ASCITICO E’ DOVUTO AD UNA LESIONE DI UN DOTTO LINFATICO PER L’INTERVENTO DI LINFOADENECTOMIA
NUOVAMENTE RINGRAZIO E SALUTO
Alimentazione

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