Dolore cronico dopo intervento ernia inguinale
Buongiorno,
Dopo tre anni da un intervento di riparazione di un'ernia inguinale diretta a destra, effettuato nel 2008 mediante "Plastica (Held in Mesh) con plug e rete in polipropilene", sono insorti di dolori nella sede dell'intervento (che permangono a distanza di oltre un anno dal loro iniziale manifestarsi), cioè dolenzia nella zona
dell'intervento, che aumenta sensibilmente alla pressione, e soprattutto un pò più in basso, alla radice destra del pene; senso di pesantezza, a volte fitte; tutti i sintomi
regrediscono sino a scomparire col riposo.
Una recidiva è stata esclusa dalla visita chirurgica e da un'ecografia; anche disturbi di carattere urologico sono fuori questione.
Un amico medico, poiché la sintomatolgia è insorta dopo un perido di notevoli sforzi fisici, ha ipotizzato uno spostamento della protesi o lacerazioni da sforzo, e mi ha detto che l'unica soluzione in tal caso è il reintervento.
Vi chiedo la cortesia di fornirmi pareri e suggerimenti anche sul percorso diagnostico ed eventualmente terapeutico, oltre a quello chirurgico, poiché sono alquanto demoralizzato.
Grazie mille.
Dopo tre anni da un intervento di riparazione di un'ernia inguinale diretta a destra, effettuato nel 2008 mediante "Plastica (Held in Mesh) con plug e rete in polipropilene", sono insorti di dolori nella sede dell'intervento (che permangono a distanza di oltre un anno dal loro iniziale manifestarsi), cioè dolenzia nella zona
dell'intervento, che aumenta sensibilmente alla pressione, e soprattutto un pò più in basso, alla radice destra del pene; senso di pesantezza, a volte fitte; tutti i sintomi
regrediscono sino a scomparire col riposo.
Una recidiva è stata esclusa dalla visita chirurgica e da un'ecografia; anche disturbi di carattere urologico sono fuori questione.
Un amico medico, poiché la sintomatolgia è insorta dopo un perido di notevoli sforzi fisici, ha ipotizzato uno spostamento della protesi o lacerazioni da sforzo, e mi ha detto che l'unica soluzione in tal caso è il reintervento.
Vi chiedo la cortesia di fornirmi pareri e suggerimenti anche sul percorso diagnostico ed eventualmente terapeutico, oltre a quello chirurgico, poiché sono alquanto demoralizzato.
Grazie mille.
[#1]
Il dolore cronico dopo riparazione di un' ernia inguinale è un evento relativamente comune, tuttavia l' insorgenza dopo tre anni con precedente benessere è un evento atipico.Credo opportuna un' attenta valutazione prima di considerare opzioni chirurgiche.
Prego.
Prego.
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
[#2]
Utente
Grazie Dottore; sono conscio dell'atipicità del mio caso, e condivido la Sua perplessità, dato anche che nessuno dei medici interpellati ha saputo indicarmi il da farsi: secondo Lei come potrebbe essere svolta questa opportuna valutazione? La diagnosi clinica non ha portato a nulla, come l'ecografia; ho effettuato RM rachide lombare ma un amico ortopedico ne ha minimizzato gli esiti. Grazie.
[#5]
Utente
Buongiorno Dottore, oggi mi sono fatto visitare in un centro di terapia antalgica; la dottoressa ha ascoltato la mia storia ed esaminato l'ecografia, escludendo recidive; mi ha quindi visitato ed ha riscontrato (l'ho sentito anch'io) una sorta di "cordone" interno alla base del pene a dx e assente a sinistra, esito cicatriziale a suo dire dell'intervento, che potrebbe essere all'origine dei miei fastidi. Ha quindi suggerito un ciclo d'infiltrazioni di cortisone, al fine di alleviare i sintomi e tentare di "sgonfiare" il predetto "cordone": un Suo parere sarebbe gradito. Saluti.
[#7]
Utente
Mi scusi se insisto, ma Le sarei davvero grato se, compatibilmente con il tempo a Sua disposizione, mi fornisse qualche elemento di valutazione in più (con tutti i caveat, ovviamente, della distanza!) sulla "diagnosi" ottenuta ieri e sull'efficacia/rischi dell'approccio terapeutico proposto. Ancora grazie.
[#8]
Come le dicevo il problema non è il tempo ma la necessita' di una valutazione obiettiva ovvero una visita per essere piu' preciso. Questo è un problema che si verifica nel 5-6% dell eernioplastiche con rete e richiede sempre un approccio personalizzato essendo le soluzioni proponibili molto diverse tra loro (farmaci, infiltrazioni, reinterventi...).La valutazione che ha riportato mi sembra coerente con i sintomi riportati. Prego.
[#9]
In effetti la comparsa di inguinodinia dopo tre anni da un'ernioplastica è abbastanza strana, ed è fondamentale discriminare se si tratti di una sequela dell'intervento o di un nuovo problema: la qual cosa presenta aspetti di non secondaria difficoltà.
In tutti i modi, un chirurgo esperto nella chirurgia della parete addominale sa bene quali siano i nervi sensitivi che si distribuiscono alla regione inguinale, e a quali dermatomeri corrispondano, per cui da una prima visita può dedurre se il dolore possa essere riferito a rami nervosi localizzati nella regione dell'intervento. Purtroppo, negli interventi per via anteriore (non laparoscopici, intendo dire) anche eseguiti a regola d'arte, si può sempre verificare un "entrapment" nervoso (cioè un "intrappolamento" di rami nervosi che, ad esempio, vengono inclusi nella reazione fibrosa provocata dalla rete collocata) - ma in genere ciò non avviene 3 anni dopo l'intervento; vi possono essere altre cause di dolore legate all'intervento (come la fibrosi dell'anello inguinale interno), ma anche queste è piuttosto insolito che si presentino dopo 3 anni. Escluderei la rottura della rete, evento davvero eccezionale, ed anche la sua dislocazione (meno infrequente ma anch'essa rarissima). Oppure può essere una condizione che si presenta ex novo: ad esempio una pubalgia per infiammazione dei tendini dei muscoli adduttori della coscia. Lei stesso ammette che il quadro clinico è comparso dopo un periodo di sforzi fisici.
Cosa fare nel suo caso? può provare con le infiltrazioni, ma non vi riponga troppe speranze, l'indice di insuccesso è abbastanza elevato. Una buona alternativa potrebbe essere la dermoablazione con radiofrequenza sotto guida ecografica dei nervi interessati, una volta che siano stati correttamente identificati. Per questo tipo di procedure si deve rivolgere ad uno specialista in terapia antalgica.
In bocca al lupo e cordiali saluti.
In tutti i modi, un chirurgo esperto nella chirurgia della parete addominale sa bene quali siano i nervi sensitivi che si distribuiscono alla regione inguinale, e a quali dermatomeri corrispondano, per cui da una prima visita può dedurre se il dolore possa essere riferito a rami nervosi localizzati nella regione dell'intervento. Purtroppo, negli interventi per via anteriore (non laparoscopici, intendo dire) anche eseguiti a regola d'arte, si può sempre verificare un "entrapment" nervoso (cioè un "intrappolamento" di rami nervosi che, ad esempio, vengono inclusi nella reazione fibrosa provocata dalla rete collocata) - ma in genere ciò non avviene 3 anni dopo l'intervento; vi possono essere altre cause di dolore legate all'intervento (come la fibrosi dell'anello inguinale interno), ma anche queste è piuttosto insolito che si presentino dopo 3 anni. Escluderei la rottura della rete, evento davvero eccezionale, ed anche la sua dislocazione (meno infrequente ma anch'essa rarissima). Oppure può essere una condizione che si presenta ex novo: ad esempio una pubalgia per infiammazione dei tendini dei muscoli adduttori della coscia. Lei stesso ammette che il quadro clinico è comparso dopo un periodo di sforzi fisici.
Cosa fare nel suo caso? può provare con le infiltrazioni, ma non vi riponga troppe speranze, l'indice di insuccesso è abbastanza elevato. Una buona alternativa potrebbe essere la dermoablazione con radiofrequenza sotto guida ecografica dei nervi interessati, una volta che siano stati correttamente identificati. Per questo tipo di procedure si deve rivolgere ad uno specialista in terapia antalgica.
In bocca al lupo e cordiali saluti.
Dr. Salvatore Cuccomarino - Coloproctologo - Chirurgia laparoscopica - Chirurgia bariatrica
https://cuccomarinomd.com
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 16.7k visite dal 11/03/2014.
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