Sospensione antidepressivi

Salve,sono una ragazza di 27 anni,Vi scrivo perchè vorrei un parere:Da circa 7 o 8 anni sono un cura con antidepressivi.La cura è iniziata perchè avevo disturbi alimentari.Lo psichiatra mi prescrisse l'anafranil,affiancandolo poi al prozac.Nel corso di questi anni ho assunto diversi antidepressivi sempre affiancati all'anafranil,ma senza mai togliere quest'ultimo.Anzi per un lungo periodo ho assunto solo l anafranil da 75 mg,per alcuni periodi associato al tegretol.Questo fino all'estate scorsa,quando sono stata ricoverata per una subocclusione intestinale.Il mio psichiatra ha quindi deciso di sospendere l'anafranil ed inserire il prozac.Subito dopo la sospensione dell'anafranil avevo vari disturbi che poi sono cessati con l'assunione della fluoxetina.A gennaio ho deciso che era il momento di dire basta ai farmaci,cosi ne ho parlato con il mio psichiatra che d'accordo con me sulla possibilità di provare mi hadetto che dovevo iniziare a ridurre.Assumevo 30 mg di prozac,cosi ne ho tolto 10,poi altre 10 poi tutto.Questo su indicazione dello psichiatra.Lo scalaggio è durato circa 40 giorni.All'inizio stavo bene,anzi forse anche meglio.Poi ho iniziato a stare male.Avverto da un mese formicolio in tutto il corpo,nervosismo,brividi di freddo continuo,tremore tipo scosse e non riesco a dormire.Insomma la mia qualità di vita è davvero peggiorata.Non mi sento depressa ma non so come fare per uscire da questa situazione e quale sia la cosa giusta.Quello che voglio chiederVi è se esiste una possibilità di poter superare e attutire questi sintomi senza dover riprendere l'antidepressivo.Esiste un modo per "disintossicarsi"senza stare cosi male?se si a chi posso rivolgermi?Temo che il mio psichiatra mi riprescriva e farmaci,io attribuisco questo stato alla sospensione del trattamento e non la vedo come una ricaduta,perchè troppo repentina rispetto alla sospensione,insomma è solo un mese che non assumo antidepressivo e non posso avvertire sintomi che tra l'altro non ho mai avvertito neanche nei momenti peggiori!Cosa mi consigliate?Mi scuso per la lunghezza del messaggio ma volevo essere chiara sperando in una soluzione.Grazie.Cordialmente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ha iniziato con il piede sbagliato e adesso si trova a fare i conti con ragionamenti che non la aiutano nel risolvere la situazione.
"A gennaio ho deciso che era il momento di dire basta ai farmaci". Poteva deciderlo prima, dopo, il problema è che se lo lascia decidere al medico in genere è meglio. Il medico dovrà poi indicarle un modo per sospenderli se lei non li vuole più prendere, ma ovviamente questa non è una scelta del medico, è un accomodamento ad una sua imposizione.
Se adesso sta male deve rivolgersi ad un medico. Ora, sintomi del genere da un mese vorrà dire che non ci sono in maniera pesante e costante, altrimenti in un mese è strano che non sia andata a farsi visitare da qualcuno.
Non dico che sia un segno di ricaduta, può anche essere oppure essere un fenomeno transitorio, dipende da quale fosse la diagnosi originaria, se vi fosse stato panico, ossessioni etc. Possono essere altre ragioni che niente hannoa che vedere con il passato psichiatrico.
Il medico che l'aveva in cura, o il suo di base sono da interpellare. Il problema è che Lei attualmente per la paura di una risposta utile sì, ma non gradita, non si vada a far visitare. Questo non è sensato.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Si mi sono fatta visitare,dal mio psichiatria che ha escluso si trattasse d'una ricaduta..ho fatto anche altre visite specialistiche e analisi,attendo ancora dei risultati ma a prima vista non sembra esserci niente a livello organico.La diagnosi oginaria era di bulimia.La ringrazio per la risposta.Cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Ma se lo psichiatra ha escluso la ricaduta da cosa deriva il timore espresso nei termini "non voglio riprendere farmaci", non risulterebbe che il medico le abbia detto di riprenderli.
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Utente
Utente
No infatti non m'ha detto di riprenderli,m'ha consigliato di provare a prendere laroxyl 5 gocce la sera per provare a vedere se fosse l'ansia e alla mia domanda:e se riprendessi i farmaci?mi ha risposto d'aspettare.Il timore deriva dal fatto che siccome le cose non sono migliorate,anzi,al contrario sono peggiorate,io temo che ci arriverò a doverli riprendere.Ma comunque più che spaventarmi il farmaco in sè(non mi spaventa li ho presi per anni e a parte gli effetti collaterali dei primi tempi ne ho tratto sicuramente beneficio ),mi spaventa il fatto di non poterli sospendere,di averne bisogno sempre e vorrei trovare un'alternativa che mi consenta ugualmente di stare bene.Non è una presa di posizione,ho le pasticche nel comodino e non è escluso che le riprenda se questo mi consentirà di vivere meglio,fatto sta che al momento attuale la vivo come una sorta di "tentativo fallito"e questo mi butta giu.In piu quello che non riesco proprio a capire e che vorrei capire è il motivo per il quale alla sospensione dei farmaci si verifichino determinate situazione che mi portano poi a doverli riassumere.Non l'ho mai temuta la dipendenza perchè mi è stato detto che i farmaci antidepressivi non la generano,tuttavia credevo che primo o poi avrei potuto sospendere i farmaci senza che succedesse niente,invece cosi è.Temevo che mi sarei sentita depressa,invece non lo sono affatto,ma è chiaro che i miei pensieri non sono completamente limpidi,mi accorgo da sola che è presente una componente ossessiva,infatti il cervello mi va in fumo e non smetto di pensare.Ma nello stesso tempo c'è anche qualcosa di positivo nel non prendere i farmaci,e quindi ho paura di perdere questo qualcosa di positivo.Insomma vorrei stare bene senza farmaci e vivere come vivono le persone che non i farmaci non li prendono eppure riescono a fare tutto.A me sembra d'essere entrata in un circolo vizioso che non sono capace d'arrestare.Sto gia chiamando il mio psichiatra..la mia è semplicemente una delusione.La Sua domanda ha suscitato in me il desiderio di spiegarmi e quindi l'ho fatto,mi scusi per la lunghezza.Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ciò su cui ci si regola è il decorso della malattia, per cui una parte dei casi è episodico, un'altra ricorrente, un'altra ancora pressoché continua. L'unico modo per verificare di fatto è vedere con una sospensione o basarsi sul passato e sulla diagnosi. In questo momento sta comunque prendendo un farmaco con proprietà antidepressive, ma a dose minima.
Segua quel che le dice il medico.
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Utente
Utente
Certo lo farò.Comunque constato che passando l'ansia quello che mi disturba non passa,e cioè i formicolii.Sono pungenti e riguardano tutto il corpo,la cosa che mi fa riflettere è che ce li ho in maniera continua e non cessano nemmeno nei momenti di maggiore calma.Seguirò lo psichiatra ma forse approfondirò anche le analisi varie...devo capire se si tratta d'un problema organico o psicologico.certo se con i farmaci il problema si risolverà la risposta sarà pressocchè obbligata.La ringrazio per la disponibilità.Cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Psicologico" significa cerebrale nel senso in cui lo intende Lei, quindi sempre relativo al corpo è. Anche per gli esami si faccia guidare da un medico.
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Utente
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Gentili Dottori,vi scrivo ancora per chiedere un vostro parere.Come avrete letto dalla mia storia dopo sospensione antidepressivi tegretol e prozac ho iniziato ad avere sintomi fisici quali formicolio,prurito,tremori,cio accompagnato da insonnia,il tutto si è evoluto verso un ansia estrema che mi ha di fatto paralizzata.In quest'ultimo periodo ho fatto un casino con i farmaci...assumendo cose diverse per giorni si e giorni no,attendendo di vedere il medico.Oggi l'ho visto,mi ha detto che ho una forte ansia che lui lega ad eventi contingenti della mia vita in questo momento e che secondo lui non sono depressa.Mi ha prescritto risperdal 0,5 da assumere la sera e xanax 0,25 metà compressa tre volte al di.I miei dubbi riguardano l'uso dell'antipsicotico che so essere a basse dosi ma che mi spaventa.Ho cercato di ripristinare con lui la terapia con antidepressivo ma non è stato d'accordo.Mi fido di lui e vorrei affidarmi totalmente ma anche in questa cosa ho ansia e paura,non riesco a prendere il risperdal perchè ho paura.In passato ho preso diversi farmaci senza nessun problema.Mi chiedo se stavo bene con l'antidepressivo perchè non tornare a quella terapia?Il mio dottore dice che l'antidepressivo ci mette tempo per agire e che non sono depressa.Volevo sapere cosa ne pensate e cosa mi dite riguardo al risperdal.Grazie.Cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Lei non collabora con il medico, gli indica cosa dovrebbe darLe (cosa assurda) e non ritiene di seguirne i consigli.
Lei insiste sull'antidepressivo a cui attribuisce un senso che NON ha. Lei ha una diagnosi che richiede un antipsicotico e vuole indurre il medico a prescrivere una terapia sbagliata, per fortuna il medico non è un trascrittore di consigli sbagliati dei pazienti.
Segua le indicazioni del suo medico.
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Utente
Utente
Gentile Dottor Pacini,Le scrivo ancora e so benissimo il motivo per cui lo faccio.Un modo per placare l'ansia e l'ossessione probabilmente,ma forse anche un modo per cercare di essere rassicurata e quindi decidermi di prendere i farmaci!La Sua ultima risposta non l ho capita molto bene,che significa un senso che non ha?Comunque,la situazione si è evolta,passato il panico,mi rimane l'ansia abbastanza forte,e disturbo ossessivo.Questa la diagnosi.Sono stata più volte dal mio psichiatra,inizialmente mi aveva prescritto il risperdal perchè avevo il panico.Mai preso.Successivamente mi ha prescritto il cipralex,preso per 10 giorni,poi tentato di riprenderlo piu volte senza mai riuscirci.Ultimo incontro l ho avuto venerdi,la prescrizione è stata anafranil 75mg,iniziare da 1/4 di compressa e aumentare a mezza dopo 2 giorni.Ho preso per molti anni l'anafranil, l'ho sospeso ad agosto scorso in seguito ad una subocclusione e sono passata al prozac.Sospeso poi a marzo di quest'anno.Ora,premesso che sono consapevole di essere ossessionata e quindi consapevole d'aver bisogno di farmaci,consapevole anche che questi consulti sono un modo per placare le mie ossessioni che in questo momento sono dirottate sui farmaci,consapevole che l'unico modo per arrestare questo processo è appunto prendere i farmaci,Le scrivo comunque per chiederLe cosa pensa del farmaco prescritto,secondo Lei è trp pesante?Forse dovrei tentare prima con un ssri?So gli effetti collaterali dell'anafranil..benefici tantissimi ma anche tanti effetti collaterali,ora li temo.Io spero in una Sua risposta che possa aiutarmi in qualche modo a prendere i farmaci perchè adesso per me è difficilissimo nonostante la consapevolezza di averne bisogno.Se altri dottori vorranno rispondere ne sarò ben felice.Cordialmente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

finché non chiarirà la natura del suo problema le terapie saranno poco comprensibili così come le riferisce.

"passato il panico,mi rimane l'ansia abbastanza forte,e disturbo ossessivo.Questa la diagnosi."

Cioè quale ? Disturbo ossessivo è l'unica diagnosi riportata, ansia abbastanza forte non è una diagnosi, non credo sia una espressione del medico.

Risperdal non serve per il panico o per il disturb ossessivo così da solo, e nessuno può averlo prescritto a questo scopo. Probabilmente ci sono altri fenomeni.

E' un farmaco diverso dagli altri (antidepressivi più o meno tutti utili sia nel panico che nel DOC), per cui se il medico in questo momento ha rivisto la diagnosi e cambiato radicalmente la cura usando un farmaco diverso, un senso presumo ci sia.

Il termine "forte" non significa niente in termini medici.
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Utente
Utente
Gentile dottor Pacini,la ringrazio per la risposta,proverò a spiegarmi.Negli ultimi mesi sono stata più volte dal mio psichiatra.Il primo che ho avuto dopo circa un mese dalla sospensione dei farmaci,il medico mi ha detto che stavo bene e non mi ha prescritto farmaci.Al secondo colloquio mi ha detto che avevo ansia e panico e che non ero depressa.Mi ha prescritto il risperdal e mi ha detto che era perchè l'antidepressivo ci metteva tempo per agire sull'ansia.Quando mi ha prescritto il risperdal anch'io ho pensato che allora doveva esserci qualcos'altro che forse non voleva dirmi per non spaventarmi,quindi glie l ho chiesto.Ha detto che il risperdal è un antipsicotico se usato a certi dosaggi,ma che nel mio caso(mi aveva prescritto 0.5)mi era stato prescritto per l'ansia,non avendo io un disturbo di tipo psicotico.In che senso Lei dice che probabilmente ci sono altri fenomeni?Significa che il risperdal non può essere prescritto per il disturbo d'ansia e per quello ossessivo?Comunque,continuando il discorso,io non ho preso il risperdal perchè mi sono spaventata all'idea di prendere l'antipsicotico.Poi sono tornata dallo psichiatra,in quel colloquio mi ha detto che secondo lui stavo bene,ma mi restava una componente ossessiva e ansiosa.Mi ha prescritto il cipralex ma non ha nemmeno tanto insistito sulla necessita che io lo prendessi,dicendo che fondamentalmente stavo bene.L'ultima volta che l'ho visto mi ha prescritto l'anafranil.Per quanto riguarda la diagnosi,lui mi ha sempre parlato di disturbo ossessivo e di ansia,non ha fatto riferimento ad altri disturbi.Spero di essere stata chiara e spero possa darmi un consiglio.Grazie.Cordialemnte.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

fatto sta che questo cambio di terapia significa che probabilmente il medico vuole ottenere risultati positivi anche sull'ansia, ma usando risperdal a basse dosi. Visto che non è un farmaco di prima scelta per l'ansia, probabilmente il suo medico reputa che il meccanismo da controllare non sia quello controllabile con un antidepressivo dei tanti disponibili, ma serva questo medicinale. Forse ha rilevato alterazioni dell'umore di tipo bipolare, forse sintomi psicotici, non saprei, ma una ragione ci sarà.
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Utente
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Non lo so ma comunque successivamente il risperdal non mi è stato più prescritto,certo non volevo prenderlo ma penso comunque che il mio dottore m'avrebbe parlato di queste cose,anzi quel giorno che mi prescrisse il risperdal io gli dissi non sarò bipolare?perchè ero euforica,e lui mi disse:no non hai un disturbo dell'umore,è l'ansia.Comunque adesso m'ha prescritto l'anafranil e una delle volte che sono andata m'ha detto addirittura che era la prima volta che mi vedeva cosi bene,bene non stavo altrimenti non stavo là,però penso che se fossi stata cosi male se ne sarebbe accorto.Forse il mio dottore ci va giu un po pesante con i farmaci per questo mi ha prescritto il risperdal?forse il mio problema è che non riesco a liberarmi dai farmaci,per una questione non fisica,ma psicologica.Prima stavo meglio,avevo la spinta e l'appoggio dei farmaci,era tutto in un certo senso più facile e positivo.Sicuramente un problema c'è,però credo sia anche questo,perchè fondamentalmente non riesco a staccarmi dai farmaci perchè con i farmaci sono stata bene e penso sempre che se li riprendessi starei meglio. Comunque,visto che in passato sono stata bene con gli antidepressivi,e forse non sarebbe stato cosi se avessi avuto un disturbo di altro tipo,e visto che adesso il dottore mi ha prescritto gli antidepressivi mi riprendo gli antidepressivi e speriamo che vada bene.La ringrazio Cordialmente per la risposta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Ci va giù pesante coi farmaci": ancora questo concetto strano, farmaci "forti", "andar giù pesante".
Sta di fatto che in una occasione lei ha boicottato una proposta terapeutica che non si è ripetuta, e di cui non si capisce granché.

Adesso ha una cura da seguire simile alle precedenti. Per il resto non c'è altro da aggiungere.
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Utente
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Non capisco bene cosa mi vuole dire...perchè sono strani concetti come farmaci forti?l'anafranil è effettivamente più pesante rispetto agli ssri,intendo dire che ha più effetti collaterali,l'ho assunto per tanto tempo e ho avuto diversi effetti collaterali,questo intendo dire con forte.Il risperdal è un antipsicotico,se è stato prescritto solo per l'ansia(a meno che non sia stato prescritto per l'altro senza che mi venisse detto)non è effettivamente un pò troppo secondo Lei?Vabbe comunque ha ragione,non c'è molto da aggiugere,io mi fido del mio medico,ho un problema con i farmaci adesso,che probabilmente riflette il mio disturbo di fondo,quindi non sono le prescrizioni varie,che potrebbero o non potrebbero funzionare;Devo solo curarmi,spero di riuscirci.Cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"ha più effetti collaterali" è un concetto comprensibile, "pesante" invece non lo è. Gli effetti collaterali sono diversi per farmaci diversi, riassumerli con il termine "leggere/pesante" non rende comprensibile il discorso, tutto qui.
Ma non è che per i disturbi più gravi si debbano prescrivere farmaci con più effetti collaterali, i farmaci devono essere specifici per il disturbo, non è che debbano funzionare perché hanno effetti collaterali.
Più che essere "troppo pesante" per l'ansia, detto così il risperdal sembrerebbe non specifico per l'ansia, ma a seconda del tipo di sindrome invece potrebbe essere una buona scelta. Se non sappiamo il perché della scelta, se non risiede nella diagnosi, allora la cosa rimane oscura.
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Utente
Utente
La ringrazio per l'attenzione,comprendo il Suo discorso e come Lei ha detto non cìè altro da aggiungere.Vorrei farLe solo un ultima domanda.Io ho fatto psicoterapia psicoanalitica per 4 o 5 anni o anche più,poi ho lasciato per una questione soprattutto economica,ero e sono studentessa quindi mi pesava molto.Sto valutando l'idea di riprendere la psicoterapia a parte i farmaci ovviamente.Secondo Lei potrebbe aiutarmi una terapia ad indirizzo cognitivo comportamentale?Sebbene abbia risolto i miei disturbi alimentari evidentemente con la psicoterapia analitica non ho risolto del tutto i miei problemi,certo l'ho interrotta,ma pensare di riprendere tale tipo di terapia per altri anni e anni non m'incoraggia molto e ho perso anche un pò la fiducia.Ho sentito molto parlare di questa terapia comportamentale e sarei tentata di provare.Ultima domanda:che Lei sappia è possibile fare psicoterapia alla asl?Grazie Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

l'analisi è una teoria basata su concetti non medici. La psicoterapia c/c è una psicoterapia con risultati scientificamente dimostrati su alcuni obiettivi specifici.
Per questo è bene essere certi della diagnosi, dopo di che uno psicoterapeuta può indicarLe se la tecnica fa al caso suo.
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.Posso chiederLe cosa significa basata su concetti non medici?Come le dicevo,il mio psichiatra parla di disturbo ossessivo,se anche glie lo chiedo mi risponde questo.quindi mi baso su questa diagnosi,a meno che non debba interpellare un'altro psichatra...
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.Posso chiederLe cosa significa basata su concetti non medici?Come le dicevo,il mio psichiatra parla di disturbo ossessivo,se anche glie lo chiedo mi risponde questo.quindi mi baso su questa diagnosi,a meno che non debba interpellare un'altro psichatra...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Inconscio per esempio, oppure il concetto per cui "la psiche" funziona con determinati meccanismi, e non il cervello. Al di là di questi concetti non collocabili sul piano biologico, esiste poi la questione della riproducibilità della tecnica, della sua riduzione a parametri misurabili (come in un farmaco, dose durata, etc) che al momento non sussiste.
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dopo
Utente
Utente
Quindi mi sta dicendo che la tecnica psico analitica non è scientifica?Mi consiglia di cambiare terapia?Cio che vorrei sapere è se è utile, o puo essere utile, dopo 6 anni tornare da uno psicoterapeuta ad indirizzo analitico, oppure significherebbe perdere altro tempo e risorse economiche!Il mio psichiatra mi ha consigliato di tornare a fare tale terapia,cioè di completarla,io per la verità non credo possa ancora fare molto visto che in tanti anni mi ha solo insegnato a guardare ad ogni cosa come ad un conflitto inconscio senza darm strumenti per poi risolverlo questo conflitto!Vorrei fare una psicoterapia che sia in qualche modo piu completa,che m'insegni a gestire le mie ansie e le mie ossessioni piuttosto che farmi parlare di mia madre!Magari sbaglio,ed infatti per questo sono qui a chiedere un parere medico.Dopo anni di terapia sinceramente mi viene l'idea che probabilmente il mio percorso psicoterapeutico è stato sbagliato,vorrei risolvere per quanto possibile i miei problemi,ma, se lo sbaglio c'è stato,non vorrei ripeterlo.Grazie ancora.Cordialemtne.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Inconscio per esempio, oppure il concetto per cui "la psiche" funziona con determinati meccanismi, e non il cervello. Al di là di questi concetti non collocabili sul piano biologico, esiste poi la questione della riproducibilità della tecnica, della sua riduzione a parametri misurabili (come in un farmaco, dose durata, etc) che al momento non sussiste.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

l'indirizzo su quale psicoterapia è adatta nel suo disturbo può darglielo anche lo psichiatra. Se la diagnosi è di un disturbo d'ansia (anche se andrebbe meglio chiarito) la terapia cognitivo-comportamentale può essere utile al controllo di alcuni aspetti, senza essere in antagonismo né concettuale, né pratico con la farmacoterapia a base di antidepressivi, anzi sono sinergiche.
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