Alimentazione in prossimità del fine vita

mia madre 87enne, da dieci con gravi problemi di demenza senile, spasticità accentuata, cateterizzata ed altro.... è ridotta a letto immobile (presso una casa di riposo gestita dalle suore).
Credo che oramai siamo arrivati in prossimità della fine che, anche se mi è difficile dirlo e pensarlo, sarà una liberazione, soprattutto per lei.
Tale convinzione mi viene dal fatto che è sempre piu' difficile alimentarla in quanto sono piu' le volte che sputa il cibo che le si somministra (per lo piu' integratori alimentari o cibi che possono essere ridotti in poltiglia per poterli inserire in una siringa).
So che in ambiente ospedaliero sarebbe possibile l'alimentazione tramite la PEC o con il sondino nasogastrico, ma è una eventualità che io, unico figlio e quindi con la responsabilità della decisione, rifiuto perchè la considero soltanto un accanimento terapeutico che avrebbe lo scopo soltanto di allungare le sofferenze.
In ogni caso vorrei essere consapevole dell'evoluzione della situazione per cui chiedo alla cortese competenza di voi medici geriatrici di conoscere la quantità di calorie necessarie al sostentamento di mia madre non fa altra attività fisica oltre a quella di respirare perchè anche i movimenti per cambiare posizione gli vengono fatti da me o dalle infermiere.
Allo stato riusciamo a farla mangiare nella seguente misura: la mattina una confezione di biscotti al plasmon tritati e mescolati con metà di integratore (ensure)
per un totale di ca 400 calorie; il pomeriggio con parecchia difficoltà cerco di variare gli alimenti il più possibile ma comunque solo omogeneizzati, non riesco a darglieli per più di 300 calorie (anche perchè il pomeriggio lo faccio io che non ho la destrezza delle suore che riescono ad infilarle la siringa in gola).
grazie in anticipo per la cortese risposta
[#1]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Entriamo in un campo minato e pertanto il mio parere è "fazioso" e quindi discutibile tra i medici, ma me ne prendo tutte le responsabilità.

http://www.senosalvo.com/il_mio_testamento_biologico.htm

Un individuo in fin di vita ha il diritto che non si calpesti la sua dignità.
Tutti gli accanimenti SENZA ALCUNA SPERANZA calpestano la dignità.

http://www.senosalvo.com/il_mio_testamento_biologico.htm

Io non mi preoccuperei delle calorie , ma degli accanimenti inutili ( cui prodest ?).

Qui deve venire fuori l'empatia del figlio: se io fossi al posto di mia madre quale sarebbe il mio desiderio primario ?

Qui deve venire fuori il grado di civiltà dell'Homo Sapiens.

Gli accanimenti inutili e senza speranza sono incivili e soprattutto egoisticamente ipocriti perchè sono comprensibili per l'amore che si nutre per il proprio familiare, ma si finisce per fare tutto e solo per sè stessi (=senso di colpa).
Ci vuole coraggio, AMORE VERO, e tanto dolore perchè ci si assume il tragico compito di affrettarne la fine.

>>non ho la destrezza delle suore che riescono ad infilarle la siringa in gola>>

Questo sarebbe un bell'esempio di amore ?

Questo è un bell'esempio di crudeltà che Simon Baron-Cohen ha ben illustrato in un libro pubblicato nel 2011
(LA SCIENZA DEL MALE : The science of Evil) dove spiega quanto fossero in buona fede gli aguzzini medici nazisti che facevano crudeli esperimenti nei lager nazisti perseguendo obiettivi "scientifici e benefici " per l'umanità.

La suora tenta di infilare la siringa (solo il descrivere l'atto è già crudeltà) in buona fede, ma se non si pone dubbi è perchè non sa cosa sia l'empatia. L'empatia non la regala certo la fede religiosa.
E per molte altre ragioni che non sto qui ad elencare, ma non è un caso che il sottotitolo del testo di Simon-Baron- Cohen è
L'EMPATIA E LE ORIGINI DELLA CRUDELTA'.

So di averla messa in confusione .

CONCLUSIONE
(se fosse mia madre cosa farei, anche perchè così mi sono GIA' comportato con mia madre)

1) Se ci fosse una sola speranza che si possa riprendere sarei in prima linea anche con i più crudeli accanimenti

2) In caso contrario le somministrerei tutto (MA PROPRIO TUTTO) quel che lei desidera e che è in grado di sopportare.
Non mi preoccuperei affatto della quantità di calorie minima vitale.
Ci si preoccupa di raggiungere una soglia minima...per essere sicuri di continuare a perpetrare le crudelta ?????????????
Non avrei senz'altro alcun senso di colpa perchè consapevole che "si fa tutto per lei" e non per me.
E inviterei anche le abilissime suore a scoprire, la vita è breve, il sentimento dell'AMORE VERO.
I sentimenti non li detta la religione , ma la stessa natura della vita.

Tanti saluti e tanti auguri

Salvo Catania




Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
effettivamente mi ha confuso un po', almeno adesso di primo acchitto. Mi riprometto però di rileggere, magari domani, con più attenzione la Sua cortesissima risposta nella speranza riuscire, meditandola un po', a trovare qualche suggerimento che mi aiuti a sopportare meglio questo (ormai lunghissimo) momento difficile.
Grazie
[#3]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Guardi le conclusioni che dovrebbero essere più chiare.

NON SI PREOCCUPI DELLA QUANTITà MINIMA DI CALORIE GIORNALIERE
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