Invecchiamento cerebrale.
Buongiorno chiedo un consulto in merito alla tac di mio padre che ha 87 anni.
Vi premetto che siamo in una situazione familiare complessa perché mio Padre, sebbene sia un uomo brillante, ha anche un carattere assai difficile ed aggressivo che lo ha portato nel tempo ad esser isolato da gran parte della famiglia. Dei suoi quattro figli parla solo con due, con me e mia sorella più grande. Oltre che con noi che viviamo lontano, ha un rapporto, sempre molto conflittuale, con mia madre di 62 anni con cui invece convive.
Ora mio padre nonostante l'età viaggia molto in macchina, gestisce la sua società immobiliare da solo (con un pó di aiuto da parte di mia madre) e ha comunque una vita per fortuna molto attiva.
Negli ultimi due anni ho avuto modo di assistere ad episodi di confusione, evidente perdita di memoria ed aumento della sua aggressività. Ne ho parlato spesso con mia madre (che se ne lamentava) e mia sorella ma loro mi hanno risposto che a detta del suo medico di base tenuto conto dell'età sta benissimo.
Onestamente non ero molto convinto.
Dopo mia ulteriore insistenza (e un incidente in macchina per fortuna senza conseguenze) circa un anno fa mia madre si è decisa a portarlo privatamente da un geriatra che, dopo averlo sottoposto ad alcuni test che hanno evidenziato alcuni lievi deficit cognitivi, gli ha prescritto una Tac di cui vi riporto il referto:
"Non si osservano alterazioni patologiche recenti della densità parenchimale né liquorale.
Cerebropatia su base vascolare cronica con lacune ischemiche in esiti a livello della corona radicata ed in sede capsulo nucleare da ambo i lati. Sistema ventricolare e spazi liquorale periencefalici maggiormente ampli in relazione ai fenomeni di atrofia cortico-sottocorticali. "
Ora il problema è che dopo la visita geriatrica mi sono accorto che mia madre è diventata insolitamente lenta nel prenotare visite ed esami. Da quando ha fatto la visita dal geriatra a quando abbiamo avuto l'esito della tac è passato quasi un anno. E dall'esito della tac ad oggi sono passati quasi due mesi e nessun medico, nemmeno quello curante ne ha ancora visto il referto. Ho l'impressione che mia madre (come mio padre) non voglia sapere come stanno le cose e che per questo cerchi di rimandare le visite con le scuse più varie.
Dal canto suo mio padre continua ad asserire di star benissimo (per carattere so che se anche avesse qualcosa non lo ammetterebbe mai).
Io e mia sorella viviamo lontani da loro per cui non siamo presenti nella quotidianità.
Vorrei un vostro parere per capire se nella tac sono evidenziati i segni di un invecchiamento cerebrale benigno, come è convinzione di mia madre, oppure se vi sono i segni di qualcosa di più grave che richiede un celere approfondimento per il quale dovrei insistere a oltranza anche a costo di litigare.
Scusate la lunga mail.
Vi premetto che siamo in una situazione familiare complessa perché mio Padre, sebbene sia un uomo brillante, ha anche un carattere assai difficile ed aggressivo che lo ha portato nel tempo ad esser isolato da gran parte della famiglia. Dei suoi quattro figli parla solo con due, con me e mia sorella più grande. Oltre che con noi che viviamo lontano, ha un rapporto, sempre molto conflittuale, con mia madre di 62 anni con cui invece convive.
Ora mio padre nonostante l'età viaggia molto in macchina, gestisce la sua società immobiliare da solo (con un pó di aiuto da parte di mia madre) e ha comunque una vita per fortuna molto attiva.
Negli ultimi due anni ho avuto modo di assistere ad episodi di confusione, evidente perdita di memoria ed aumento della sua aggressività. Ne ho parlato spesso con mia madre (che se ne lamentava) e mia sorella ma loro mi hanno risposto che a detta del suo medico di base tenuto conto dell'età sta benissimo.
Onestamente non ero molto convinto.
Dopo mia ulteriore insistenza (e un incidente in macchina per fortuna senza conseguenze) circa un anno fa mia madre si è decisa a portarlo privatamente da un geriatra che, dopo averlo sottoposto ad alcuni test che hanno evidenziato alcuni lievi deficit cognitivi, gli ha prescritto una Tac di cui vi riporto il referto:
"Non si osservano alterazioni patologiche recenti della densità parenchimale né liquorale.
Cerebropatia su base vascolare cronica con lacune ischemiche in esiti a livello della corona radicata ed in sede capsulo nucleare da ambo i lati. Sistema ventricolare e spazi liquorale periencefalici maggiormente ampli in relazione ai fenomeni di atrofia cortico-sottocorticali. "
Ora il problema è che dopo la visita geriatrica mi sono accorto che mia madre è diventata insolitamente lenta nel prenotare visite ed esami. Da quando ha fatto la visita dal geriatra a quando abbiamo avuto l'esito della tac è passato quasi un anno. E dall'esito della tac ad oggi sono passati quasi due mesi e nessun medico, nemmeno quello curante ne ha ancora visto il referto. Ho l'impressione che mia madre (come mio padre) non voglia sapere come stanno le cose e che per questo cerchi di rimandare le visite con le scuse più varie.
Dal canto suo mio padre continua ad asserire di star benissimo (per carattere so che se anche avesse qualcosa non lo ammetterebbe mai).
Io e mia sorella viviamo lontani da loro per cui non siamo presenti nella quotidianità.
Vorrei un vostro parere per capire se nella tac sono evidenziati i segni di un invecchiamento cerebrale benigno, come è convinzione di mia madre, oppure se vi sono i segni di qualcosa di più grave che richiede un celere approfondimento per il quale dovrei insistere a oltranza anche a costo di litigare.
Scusate la lunga mail.
[#1]
Il quadro neuroradiologico segnalato alla Tc cerebrale è del tutto comune in soggetti di età avanzata e non è correlabile allo stato clinico,in particolare cognitivo-comportamentale,del soggetto. Le caratteristiche del caso in questione -mancano peraltro dati relativi ad eventuali altre patologie concomitanti-sembrano indicare un quadro clinico complesso in cui figurano,con relative responsabilità difficilmente quantificabili,,note di invecchiamento cerebrale,testimoniate dagli episodi confusionali e dai deficit mnesici,che comunque non limiterebbero significativamente l'autonomia del soggetto nelle sue attività,e manifestazioni di una "caratterialità" presenti da tempo e capaci di influenzare fortemente le dinamiche familiari.L'evoluzione della situazione,che rende comunque indicato un controllo specialistico longitudinale,probabilmente fornirà elementi per chiarire l'importanza delle due componenti.
Dr. Giovanni Aisa
[#2]
Utente
La ringrazio. Circa le patologie concomitante che io sappia sono queste.
-ipertrofia prostatica
-pressione alta
-obesità, mio padre supera i 100 kg per 1.76
-so che ha avuto un'epatite in passato ma non mi sembra che abbia avuto conseguenze particolari.
Ultimamente tribulava più spesso per la pressione alta e ha avuto anche picchi di pressione molto bassa con svenimento. So che il test cognitivo fallito riguardava disegnare le lancette di un orologio. Di più non so.
Il fatto è che sebbene molto in forma per la sua età a volte è rimasto da solo per alcuni giorni perché aveva mandato mia madre non ricordo dove. Una volta di queste era stato parecchio male e lo abbiamo saputo molto dopo. Vorrei che solo fosse un pó più prudente. Non ho motivo quindi di esser troppo preoccupato dell'esito della Tac?
-ipertrofia prostatica
-pressione alta
-obesità, mio padre supera i 100 kg per 1.76
-so che ha avuto un'epatite in passato ma non mi sembra che abbia avuto conseguenze particolari.
Ultimamente tribulava più spesso per la pressione alta e ha avuto anche picchi di pressione molto bassa con svenimento. So che il test cognitivo fallito riguardava disegnare le lancette di un orologio. Di più non so.
Il fatto è che sebbene molto in forma per la sua età a volte è rimasto da solo per alcuni giorni perché aveva mandato mia madre non ricordo dove. Una volta di queste era stato parecchio male e lo abbiamo saputo molto dopo. Vorrei che solo fosse un pó più prudente. Non ho motivo quindi di esser troppo preoccupato dell'esito della Tac?
[#3]
La presenza di patologie concomitanti importanti -l'obesità potrebbe essere associata a disordini del metabolismo glicidico e lipidico- ed in particolare l'ipertensione arteriosa in difficile controllo (farmacologico?) rendono indispensabile la valutazione specialistica da effettuare regolarmente nel tempo,oltre ad una costante supervisione da svolgere nell'ambiente domestico e lavorativo.L'incapacità ad eseguire il test dell'orologio è una conferma della presenza di una componente di deficit cognitivo nel quadro clinico.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.3k visite dal 30/07/2018.
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