Mio padre presenta gravi dimenticanze all'età di 61 anni, cosa potrebbe essere?

Mio padre fin dalla giovane età ha presentato un'eccessiva ripetitività nel linguaggio, ribadendo anche una decina di volte lo stesso concetto o riformulando la medesima domanda più e più volte.
Ho convissuto fin da quand'ero piccolo con quest' enorme difficoltà nel comunicare con mio padre cercando di non pormi domande, giustificandolo a me stesso semplicemente pensando che ognuno sia fatto a modo proprio.
Tuttavia la situazione ultimamente si è fatta più complicata, le sue domande e le sue dimenticanze si sono fatte sempre più "gravi".


L'abitudine di parlare tanto per aprire la bocca e intrattenere l'interlocutore, senza badare al contesto o alla voglia dell'interlocutore stesso di intrattenere tale conversazione, sono sempre stati un suo tratto distintivo.
Tale caratteristica gli ha permesso di entrare nelle simpatie di alcuni e di litigare con altri.
Tuttavia al cenone di capodanno di quest'anno ha chiesto non ironicamente quali fossero i genitori di Gesù.
La cosa mi ha sconcertato poiché è cattolico dalla nascita, ha sempre frequentato la chiesa e la domenica va regolarmente a messa, quindi è decisamente una conoscenza che senz'altro rientra in quelle cose che sapeva e che in generale "si sanno e basta" senza possibilità di dubbio (il cielo è azzurro, io mio chiamo "...", le arance sono un frutto ecc).


Non è la prima dimenticanza grave in questi ultimi anni, anzi riterrei anche moderatamente grave il fatto che dopo anni passati a farmi le medesime domande ogni giorno (che materie studi a scuola?, chi è quel tuo amico?, è brava quell'insegnante?
ecc) ancora non abbia memorizzato tutto, bensì le abbia memorizzato a chiazze.
Ci sono infatti cose articolate, complesse che rimangono nella sua memoria più a lungo e banalità che scompaiono senza spiegazione.
Ho notato anche che sotto stress la cosa peggiora drasticamente, notevole è un episodio in cui litigando gli ripetevo di smetterla di fare la stessa domanda, e quando gli ho fatto notare a mente fredda che l'aveva fatto mi ha risposto con tono sorpreso: "Ah si?
L'ho fatto?
".


Ho dunque teorizzato che questa cosa sia legata quindi a forti e perdurati periodi di stress nella sua vita.
Egli è infatti terzo di sei fratelli, costretti dopo la morte prematura del padre all'età di 25 anni, a lavorare parallelamente agli studi zappando la terra, fino ad abbandonarli dopo il diploma di ragioneria.
Cresciuto in un ambiente fortemente opprimente, senza alcuna possibilità di autodeterminarsi per poi lavorare nella ditta di famiglia dove il clima è assai angusto e stressante.
È da anni che mi pongo queste domande e cerco finalmente risposte all'esterno, tuttavia mia madre non ne vuole sapere di indagare più a fondo.
Vorrei cercare di fare qualcosa per aiutarlo, per aiutarci a sostenerlo e per ricevere finalmente una spiegazione ai miei dubbi.
Mi rattrista tanto vederlo in queste condizioni, spero dunque che qualcuno possa aiutarmi anche se non si tratta direttamente di me.
Grazie in anticipo.
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Dr. Mauro Granata Reumatologo, Medico internista, Geriatra 2.7k 114
Indipendentemente dalle caratteristiche di personalità di ciascuno esiste oggi la possibilità da parte di uno specialista neurologo di procedere ad una precisa analisi neuro cognitiva del soggetto in questione per valutare eventuali condizioni di involuzione o demenza fin dalle prime fasi di manifestazione clinica. Ritengo perciò necessario procedere rapidamente con una visita specialistica per intraprendere tutte le necessarie procedure diagnostiche e terapeutiche. Saluti cordiali.

Mauro Granata
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