Chiarimenti sui test per malattie infettive virali conseguenti ad una donazione di sangue
Buongiorno,
In data 11/07/2017 avevo donato il sangue a distanza di 46 gg (dal 26/05/2017) da un presunto rapporto a rischio (lo definisco tale non perché occasionale ma in quanto non protetto) ed avevo ugualmente effettuato la donazione di sangue intero tempo dopo in quanto mi era stato detto dalla mia dottoressa che a distanza di almeno 40 giorni da un eventuale episodio a rischio si può comunque procedere con la donazione.
Tutti i test relativi ad HIV, HCV, HBV (per quest'ultima tra l'altro sono vaccinata) e Sifilide, sia sierologici che i NAT erano risultati negativi, ora però nutro qualche dubbio relativamente ad alcune cose.
Mi era stato detto dalla mia dottoressa che un test HIV 1-2 Ag/Ab come quello da me svolto post donazione di sangue è definitivo a 40 gg dall'episodio a rischio; la dicitura del mio test HIV è la seguente:
HIV 1-2 Ag/Ab
HIV 1-2 Ab. NEG.
HIV 1-2 Ab S/CO 0,09
So che questo è un test HIV Combo perché mi era stato confermato dal centro trasfusionale ciò, il fatto però è che in un secondo momento mi ero accorta che non risulta la ricerca dell'antigene ma solo quella degli anticorpi nello screening sottostante alla dicitura: questo può voler dire che in realtà non si tratta di un test HIV di IV generazione non essendoci traccia della ricerca dell'antigene ma solo degli anticorpi?
O (anche se ne dubito sinceramente trattandosi di un centro trasfusionale) che non fosse stato svolto correttamente? Chiedo queste cose solo per capire se avendo effettuato io tale test al 46esimo giorno da un episodio a rischio, esso sia realmente di IV generazione e possa perciò considerarne definitivo l'esito negativo nel mio caso.
Inoltre l'unico valore leggermente fuori norma dei miei esami era stato quello relativo ai linfociti risultati un po' al di sotto della soglia minima di riferimento (18,6% contro 20% valore minimo e 1,23 contro 1,5 valore minimo): il numero complessivo basso di linfociti potrebbe avere in qualche modo alterato il test HIV? Intendo dire se non potrebbe aver allungato il periodo finestra il fatto di avere al momento i linfociti un pelo al di sotto dei valori standard per il discorso della produzione degli anticorpi anti HIV.
Vorrei ancora sapere riguardo ai NAT test HIV ed HCV, qual'è il loro periodo finestra? I test HCV RNA e HIV RNA negativi a distanza di 46 gg da un rapporto a rischio sono attendibili? Posso considerarli definitivi?
Infine riguardo alla sierologia negativa per la Sifilide, anch'essa è definitiva dopo 46 gg da un episodio a rischio o andrebbe ripetuta a distanza di tempo?
Ringrazio anticipatamente per un'eventuale risposta e per il servizio offerto...
Cordiali saluti.
In data 11/07/2017 avevo donato il sangue a distanza di 46 gg (dal 26/05/2017) da un presunto rapporto a rischio (lo definisco tale non perché occasionale ma in quanto non protetto) ed avevo ugualmente effettuato la donazione di sangue intero tempo dopo in quanto mi era stato detto dalla mia dottoressa che a distanza di almeno 40 giorni da un eventuale episodio a rischio si può comunque procedere con la donazione.
Tutti i test relativi ad HIV, HCV, HBV (per quest'ultima tra l'altro sono vaccinata) e Sifilide, sia sierologici che i NAT erano risultati negativi, ora però nutro qualche dubbio relativamente ad alcune cose.
Mi era stato detto dalla mia dottoressa che un test HIV 1-2 Ag/Ab come quello da me svolto post donazione di sangue è definitivo a 40 gg dall'episodio a rischio; la dicitura del mio test HIV è la seguente:
HIV 1-2 Ag/Ab
HIV 1-2 Ab. NEG.
HIV 1-2 Ab S/CO 0,09
So che questo è un test HIV Combo perché mi era stato confermato dal centro trasfusionale ciò, il fatto però è che in un secondo momento mi ero accorta che non risulta la ricerca dell'antigene ma solo quella degli anticorpi nello screening sottostante alla dicitura: questo può voler dire che in realtà non si tratta di un test HIV di IV generazione non essendoci traccia della ricerca dell'antigene ma solo degli anticorpi?
O (anche se ne dubito sinceramente trattandosi di un centro trasfusionale) che non fosse stato svolto correttamente? Chiedo queste cose solo per capire se avendo effettuato io tale test al 46esimo giorno da un episodio a rischio, esso sia realmente di IV generazione e possa perciò considerarne definitivo l'esito negativo nel mio caso.
Inoltre l'unico valore leggermente fuori norma dei miei esami era stato quello relativo ai linfociti risultati un po' al di sotto della soglia minima di riferimento (18,6% contro 20% valore minimo e 1,23 contro 1,5 valore minimo): il numero complessivo basso di linfociti potrebbe avere in qualche modo alterato il test HIV? Intendo dire se non potrebbe aver allungato il periodo finestra il fatto di avere al momento i linfociti un pelo al di sotto dei valori standard per il discorso della produzione degli anticorpi anti HIV.
Vorrei ancora sapere riguardo ai NAT test HIV ed HCV, qual'è il loro periodo finestra? I test HCV RNA e HIV RNA negativi a distanza di 46 gg da un rapporto a rischio sono attendibili? Posso considerarli definitivi?
Infine riguardo alla sierologia negativa per la Sifilide, anch'essa è definitiva dopo 46 gg da un episodio a rischio o andrebbe ripetuta a distanza di tempo?
Ringrazio anticipatamente per un'eventuale risposta e per il servizio offerto...
Cordiali saluti.
[#1]
Medico Chirurgo
Salve,
Il test sierologico è di IV generazione ed è negativo.
Non tutti i laboratori esprimono la presenza o meno della p24, sul cui ruolo dopo i primi entusiasmi, è in corso una seria review.
In più le sono stati effettuati i NAT test che a 46 gg se negativi non lasciano spazio ad equivoci.
Lei crede davvero che in un centro trasfusionale se ci fosse stato un dubbio sulla sieropositività l'avrebbero fatta donare?
Anche per la sifilide consideri i risultati negativi definitivamente.
Lasci stare i linfociti: se la diagnosi di Sieroconversione HIV si potesse fare con un emocromo con formula, saremmo a cavallo.
Invece dobbiamo ricorrere all'apposito test. Dunque siamo in groppa al test e non all'emocromo.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
Il test sierologico è di IV generazione ed è negativo.
Non tutti i laboratori esprimono la presenza o meno della p24, sul cui ruolo dopo i primi entusiasmi, è in corso una seria review.
In più le sono stati effettuati i NAT test che a 46 gg se negativi non lasciano spazio ad equivoci.
Lei crede davvero che in un centro trasfusionale se ci fosse stato un dubbio sulla sieropositività l'avrebbero fatta donare?
Anche per la sifilide consideri i risultati negativi definitivamente.
Lasci stare i linfociti: se la diagnosi di Sieroconversione HIV si potesse fare con un emocromo con formula, saremmo a cavallo.
Invece dobbiamo ricorrere all'apposito test. Dunque siamo in groppa al test e non all'emocromo.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
[#2]
Utente
Buongiorno,
Innanzitutto la ringrazio per le risposte, è stato estremamente chiaro, se prima avevo qualche dubbio sulla definitività di questi esami adesso non è più così.
No, non lo credo infatti, solo che del presunto episodio a rischio ne avevo parlato solamente con la mia dottoressa di base e tutti i test precedentemente citati erano stati effettuati in un momento successivo alla donazione di sangue (così mi era stato detto perlomeno), comunque essendo io una donatrice abituale di sangue da anni, mi fido del lavoro svolto nei centri di raccolta ematica perché so che il sangue viene controllato in maniera attenta e scrupolosa, solo che in questo particolare frangente mi era fatta prendere da "angosce" e dubbi inutili a distanza di qualche tempo dalla donazione, semplicemente questo.
Infine anche riguardo al discorso dei linfociti, era stata una congettura mia quella sapendo che in primis vengono ricercati gli anticorpi nei test HIV ed in generale per diagnosticare le malattie infettive comunque sia è stato chiarissimo anche riguardo a questo punto spiegandomi che conta solo il test per fare diagnosi di HIV.
Le auguro una buona giornata,
Cordiali saluti.
Innanzitutto la ringrazio per le risposte, è stato estremamente chiaro, se prima avevo qualche dubbio sulla definitività di questi esami adesso non è più così.
No, non lo credo infatti, solo che del presunto episodio a rischio ne avevo parlato solamente con la mia dottoressa di base e tutti i test precedentemente citati erano stati effettuati in un momento successivo alla donazione di sangue (così mi era stato detto perlomeno), comunque essendo io una donatrice abituale di sangue da anni, mi fido del lavoro svolto nei centri di raccolta ematica perché so che il sangue viene controllato in maniera attenta e scrupolosa, solo che in questo particolare frangente mi era fatta prendere da "angosce" e dubbi inutili a distanza di qualche tempo dalla donazione, semplicemente questo.
Infine anche riguardo al discorso dei linfociti, era stata una congettura mia quella sapendo che in primis vengono ricercati gli anticorpi nei test HIV ed in generale per diagnosticare le malattie infettive comunque sia è stato chiarissimo anche riguardo a questo punto spiegandomi che conta solo il test per fare diagnosi di HIV.
Le auguro una buona giornata,
Cordiali saluti.
[#4]
Utente
Buongiorno,
Intanto mi scuso per il fatto che la sto contattando nuovamente
a distanza di qualche tempo dalla mia prima richiesta di consulto, le sue risposte all'epoca erano state chiare ragion per ringrazio per ensavo di porle altre domande sinceramente.
Lei mi aveva rassicurata sul fatto che gli esiti degli esami svolti (in particolare riferito al test HIV 1-2 Ag/Ab, NAT tests e screening per la sifilide) in seguito ad una donazione di sangue ed a distanza di 46 gg da un presunto episodio a rischio, siano tutti negativi in maniera definitiva: infatti relativamente ai NAT tests ed alla sifilide, sono certa della definitività dei risultati negativi di questi esami.
Solo riguardo al test HIV di IV generazione, vorrei sapere se veramente esso si può considerare definitivo al 46esimo giorno da un episodio a rischio anche nel caso in cui non venga espressa la ricerca dell'antigene: so che in realtà aveva già risposto a questo mio quesito e che di conseguenza potrei apparire ripetitiva nel chiederle conferma di ciò, è solo che i pareri a tutt'oggi sembrano ancora discordanti su questo punto per cui magari a volte si può generare della confusione in merito a tali tematiche.
Infine, per quanto possa forse sembrare "sciocca" ed "inutile" questa mia ultima domanda, vorrei ancora sapere se non esiste per nulla la possibilità di "falsi negativi" coi NAT tests.
La ringrazio per l'attenzione e le auguro un buon weekend...
Cordiali saluti
Intanto mi scuso per il fatto che la sto contattando nuovamente
a distanza di qualche tempo dalla mia prima richiesta di consulto, le sue risposte all'epoca erano state chiare ragion per ringrazio per ensavo di porle altre domande sinceramente.
Lei mi aveva rassicurata sul fatto che gli esiti degli esami svolti (in particolare riferito al test HIV 1-2 Ag/Ab, NAT tests e screening per la sifilide) in seguito ad una donazione di sangue ed a distanza di 46 gg da un presunto episodio a rischio, siano tutti negativi in maniera definitiva: infatti relativamente ai NAT tests ed alla sifilide, sono certa della definitività dei risultati negativi di questi esami.
Solo riguardo al test HIV di IV generazione, vorrei sapere se veramente esso si può considerare definitivo al 46esimo giorno da un episodio a rischio anche nel caso in cui non venga espressa la ricerca dell'antigene: so che in realtà aveva già risposto a questo mio quesito e che di conseguenza potrei apparire ripetitiva nel chiederle conferma di ciò, è solo che i pareri a tutt'oggi sembrano ancora discordanti su questo punto per cui magari a volte si può generare della confusione in merito a tali tematiche.
Infine, per quanto possa forse sembrare "sciocca" ed "inutile" questa mia ultima domanda, vorrei ancora sapere se non esiste per nulla la possibilità di "falsi negativi" coi NAT tests.
La ringrazio per l'attenzione e le auguro un buon weekend...
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.1k visite dal 30/08/2017.
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