Anni e da circa 2 soffro di attacchi di panico quando guido per lunghi tragitti
Buongiorno,sono una ragazza di 33 anni e da circa 2 soffro di attacchi di panico quando guido per lunghi tragitti,mi devo fermare.Sono un'operaia con contratto metalmeccanico,la mia sede di lavoro e' a 15 km da casa quindi non ho problemi ma saltuariamente o definitivamente ci sarebbe la possibilita' di un trasferimento in un'altra sede a 45 km.Questo mi mette molta ansia anche perche' non sarei ingrado di percorrerli.Ho comunicato cio' al mio datore di lavore il quale mi ha chiesto un certificato medico che attesti il mio probelema,una sorta di esonero credo.Mi chiedo,devo rivolgermi al mio medico curante che gia' conosce la situazione? Distinti saluti.
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Gentile utente,
La diagnosi può certamente farla anche il medico e certificarla, ma di solito si richiede una visita specialistica. Mi permetto però di far notare che trattandosi di un disturbo curabile, e non di una condizione irreversibile o fissa e intrattabile, la cosa migliore sarebbe quella di trattarlo.
In genere questo tipo di certificazione riguarda casi curati ma con risposta insoddisfacente, o casi in cui in attesa dell'esito della cura si informa di un limite relativo allo stato di salute.
Il disturbo in questione, basandosi su sintomi soggettivi, ha una certificabilità limitata in termini di constatazione oggettiva. Avrebbe più valore un certificato che attesti uno status terapeutico relativo a detto disturbo (cioè che lei è in cura presso un medico, con tanto di documentazione relativa alle varie visite). Ovviamente in questo caso potrebbe non esservi più necessità dell'esonero stesso.
La diagnosi può certamente farla anche il medico e certificarla, ma di solito si richiede una visita specialistica. Mi permetto però di far notare che trattandosi di un disturbo curabile, e non di una condizione irreversibile o fissa e intrattabile, la cosa migliore sarebbe quella di trattarlo.
In genere questo tipo di certificazione riguarda casi curati ma con risposta insoddisfacente, o casi in cui in attesa dell'esito della cura si informa di un limite relativo allo stato di salute.
Il disturbo in questione, basandosi su sintomi soggettivi, ha una certificabilità limitata in termini di constatazione oggettiva. Avrebbe più valore un certificato che attesti uno status terapeutico relativo a detto disturbo (cioè che lei è in cura presso un medico, con tanto di documentazione relativa alle varie visite). Ovviamente in questo caso potrebbe non esservi più necessità dell'esonero stesso.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 28/05/2009.
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