Lavorare fuori dalle categorie protette: come incide la diagnosi funzionale?

Buongiorno e grazie anticipatamente per l'attenzione,

sono inserito in un percorso IPS (Individual Placement and Support) per quanto concerne l'occupazione lavorativa presso il CSM di riferimento.


Nella diagnosi funzionale risultano tali considerazioni: sconsigliati i lavori in altezza, la guida professionale, i lavori emotivamente stressanti, la turnazione notturna, il contatto con il pubblico.
Tale rapporto è stato redatto per un disturbo ossessivo compulsivo accompagnato da un disturbo di personalità ossessivo compulsivo con relativa percentuale di invalidità civile riconosciuta al 46%.


Sotto consiglio del CSM è stata prospettata una procedura di revisione mediante aggravamento della invalidità civile, del collocamento mirato, della legge 104 al fine di far revisionare la diagnosi funzionale, poiché giudicata inadeguata rispetto alla situazione di potenzialità lavorativa residua attuale dall'operatore dell'IPS, psicologo e psicoterapeuta abilitato, nonché dallo stesso psichiatra curante presso il Centro secondo il quale le abilità residue vanno oltre a quanto riconosciuto fin dal primo ed unico accertamento per il collocamento mirato.


Un punto affrontato nell'IPS è quello di cercare lavoro al di fuori dalle categorie protette per aggirare alcune problematiche note come l'eventuale scarto preventivo del lavoratore nelle candidature.
Più complicato a detta dell'operatore è il caso in cui la mansione scelta riguardi le casistiche comprese nella diagnosi funzionale: in questo contesto risulterebbe non chiaro secondo la legislatura corrente cosa succede se il lavoratore sia impiegato in mansioni sconsigliate ed in tal senso vi sarebbe rischio sia per il lavoratore sia per il datore di lavoro e problemi per la copertura INAIL.


Chiedo pertanto approfondimenti su questo ultimo punto sollevato e, se vi fossero effettivamente delle criticità in merito, senza voler essere superbo o presuntuoso, al fine di vagliare l'ipotesi, chiedere l'annullamento del collocamento mirato, nel senso non solo di non farne ricorso ma bensì pensare ad una cancellazione effettiva.


Grazie ancora per lettura.
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Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.2k 112 7
Gentile utente,
Purtroppo spesso nelle diagnosi funzionali vengono poste delle limitazioni sovrastimate e questo, a mio modesto parere, nasce dal fatto che a volte la commissione non tiene in conto delle oggettive difficoltà per un successivo collocamento e adotta un giudizio massimamente prudenziale.
In sede di visita preventiva da parte del medico competente dell’azienda che dovrebbe assumere, la diagnosi funzionale non è vincolante per il medico competente poiché valuta l’idoneità alla mansione specifica e non già , come nel caso della diagnosi funzionale, quella generica. Certamente il medico competente tiene in conto di quanto espresso dalla commissione ma, come detto, non è vincolato da quel giudizio.
Non credo peraltro che un giudizio del medico competente difforme o comunque non pienamente conforme a quello della commissione, pregiudichi la copertura assicurativa INAIL.
Infine, la ricerca di un posto di lavoro al di fuori dell’ambito delle cosiddette categorie protette è sempre possibile.
Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro