Condropatia rotulea bilaterale

Gentile dottore,
sono una ragazza di 21 anni e gioco a pallavolo da quando avevo 6 anni.Circa 5 anni fa ho iniziato a soffrire di dolori ad entrambe le ginocchia e ho ovviato a tal problema utilizzando ginocchiere elastiche durante le partite ed allenamenti.Poi questo dolore è scomparso e ricomparso quest'anno in maniera molto più acuta tanto da non poter salire e scendere scale,non poter effettuare piegamenti,.. Io ritengo che tal problema sia dovuto ad un'inadeguata palestra in quanto è fredda e il pavimento è molto duro paragonabile al cemento, i miei allenatori invece ritengono sia dovuto al peso (82 Kg per 173cm di altezza).Mi sono rivolta dal mio medico curante, specializzato in ortopedia traumatologica, che ha riscontrato un'infiammazione ad entrambe le rotule curata con voltaren in pillole e pomata per una settimana associato a riposo dall'attività agonistica ma niente.Il 22 dicembre 2008 durante una partita mi sono stirata il legamento collaterale del ginocchio sinistro, sono stata ferma 20 giorni e poi ho eseguito un ciclo di fisioterapia con ultrasuoni e ionoforesi con artrosilene.Dopo tale trattamento ho fatto una RM ad entrambe le ginocchia che ha dato tali risultati:
"Si segnala posizione alta di rotula con condropatia rotulea bilaterale Grado I a cui si associa sinovite reattiva infrapatellare e piccola quota di versamento intraarticolare."
Il medico curante visionando la RM mi ha prescritto tale cura:
- Deflan 1 compressa per 5 gg; metà compressa per 10 gg; un quarto per 12 gg;
- Dona una bustina per 2 mesi;
- 1 mese di riposo dalla pallavolo.
I miei allenatori non sono d'accordo con tale cura in quanto ritengono compromettente per l'attività agonistica un trattamento al cortisone per 23 giorni.Essi ritengono più idonea una pausa dalla pallavolo più prolungata associata a fisioterapia senza l'uso di cortisone.
Vorrei sapere se davvero tale cura è rischiosa e magari una cura alternativa più adeguata da sottoporre all'attenzione del mio medico.
Grazie
Distinti saluti
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Dr. Sergio Lupo Medico dello sport 901 16
PUNTO I: negli atleti le terapie con farmaci doping devono essere autorizzate (vedi procedura Esenzione a Fini Terapeutici: http://www.sportmedicina.com/aggiornamenti_doping.htm). Quindi il suo medico curante, sapendo che è un'atleta agonista avrebbe dovuto avvisarla.
PUNTO II: non credo che il medico di base sia in grado di intervenire nel modo ottimale per un atleta.
Le consiglio di rivolgersi allo specialista in medicina dello sport (ad esempio lo stesso che la sottopone alla visita per l'idoneità annuale, obbligatoria per legge).
Avrà le indicazioni corrette per una guarigione più rapida possibile e soprattutto per prevenire le ricadute.
Sicuramente un ambiente freddo (associato ad uno scarso on ottimale riscaldamento muscolare) e il terreno duro sono fattori favorenti la tendinopatia, che però spesso ha anche altre cause: deficit di forza, eccessiva rigidità della muscolatura, squilibrio tra i gruppi muscolari agonisti/antagonisti, problematiche posturali (ad esempio la rotula alta causa un sovraccarico sul ginocchio) ...
Solo dopo una accurata visita clinica ed un esame funzionale, potrà essere stabilita la terapia ed il periodo di riposo necessari. Ricordi poi che prima di riprendere l'attività, a guarigione avvenuta, dovrà seguire un programma di riabilitazione graduale e completo, per evitare recidive.

Dottor Sergio Lupo
Specialista in Medicina dello Sport
www.sportmedicina.com