Consenso informato........

Buongiorno.
Anni fa, malgrado invitassi verbalmente lo specialista a non farlo, lo stesso insistette per praticarmi un'infiltrazione di Triamcinolone Acetonide.
Il reumatologo mi esortava ad accettare dicendo che, da li' a pochi giorni, sarei passato per ringraziarlo!Dopo pochi giorni invece mi recavo presso lo stesso per dire che accusavo strani crampi alle dita del piede in questione.Subito dopo i dottori vascolari al PS, dove andai 2 volte, diagnosticavano problemi, malgrado il polso presente, abbastanza gravi al mio piede tumefatto.Dovevo partire per l' estero e per non perdere il biglietto dell' aereo, malgrado il grave problema partii.Appena arrivato dall' altra parte del mondo, mi riferii ad un ospedale internazionale, laddove prontamente sospettarono che l' infiltrazione fosse stata fatta, invece che nella capsula articolare,almeno in parte nell' arteria Pedidia.Passai quasi tre mesi infernali e, proprio quando si incomincio' a parlare di amputazione del 2° e 3° raggio, le mie dita incominciarono a riscaldarsi ed a guarire.In pratica mi si sono staccati gli appoggi dei polpatrelli, neri, come delle suole di scarpe(interi post ischemia).Dopo 3 mesi , tornato in Italia, andai a far visita ad un dott vascolare dello stesso ospedale nel quale mi fu fatta l' infiltrazione.Il dottore vascolare non si fece problemi, alla vista delle foto rappresentanti con esattezza il decorso della mia malattia, nel sottoscrivere che l' infiltrazione era entrata in parte nell' arteria Pedidia, che la carne era quasi guarita,ma che i danni nervosi sarebbero rimasti per sempre.Consultai poi un famoso specialista che sostenne per la terza volta la stessa ipotesi.
Sebbene, sia io e sia il dottore che mi propino' l'infiltrazione, sappiamo benissimo che non mi sono stati prospettati i possibili lati negativi della terapia, sono consapevole che non ci sara' nessun globulo bianco , o rosso a testimoniare a mio favore.In un'eventuale dibattimento civile, i famosi periti, ETERNAMENTE AL DI FUORI DELLE PARTI,saranno piu' abili di Jules Verne ad inventarsi le piu' fantascientifiche delle concause.
La domanda che voglio dunque porgerLe:
" Lo specialista che mi propino' l' infiltrazione aveva, o non aveva l' obbligo di farmi firmare un consenso informato?"Una tale pratica terapeutica necessita , o meno di una firma consensuale da parte del paziente?
A parte il dolore intenso procurato dall' ischemia e i danari che ho speso per ogni genere di fluidificante, dilatatore, analgesico, le mie dita sono apparentemente guarite, ma sono rimaste come fossero semi anestetizzate e all' ecodoppler la mia arteria Pedidia risulta essere compromessa.
Grazie infinite e....SINCERI SALUTI
[#1]
Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente,
sarebbe così gentile da indicare le modalità di accesso alla struttura in cui ha eseguito l'infiltrazione, le modalità di contatto con lo specialista e la diagnosi clinica per cui ha eseguito tale infiltrazione?
Grazie e buona giornata

Andrea dott. Mancini
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore.
La ringrazio innanzi tutto per la sua cortese attenzione.
Premetto che ho invaso i siti medici mondiali per avere delucidazioni a riguardo delle infiltrazioni di Triamcinolone acetonico, Kenacort ed affini, ma l' argomento sembrerebbe di difficile risoluzione:si naviga un pochino nel buio e neppure i farmacisti sono ferrati in materia.
Un dottore francese sostenne sin dai primordi che il Triamcinolone tende a cristallizzare, che la Pedidia va a collegare in particolare il secondo e il terzo raggio del piede, in tal punto le arterie si presentano di diametro ridotto ed i cristalli hanno cosi' potuto occludere l' afflusso del sangue creando quell' ischemia che ad un certo punto si arricchì di cancrena.Un dottore vascolare dello stesso ospedale nel quale mi fu perpetrata l' infiltrazione,al mio rientro in Italia, vide le foto che avevo fatto al mio piede durante il decorso della malattia: meta' dell' alluce verso l' indice,meta' del 4° raggio ed il secondo ed il terzo raggio colpiti in pieno.Le dita si presentavano esattamente come fossero congelate:fredde, grigio-bianco-azzurrino cianotico, in particolare nella parte riguardante i polpastrelli.Il piede era tutto lesionato, ho ancora delle cicatrici, ma ritengo che quella quisquiglia sia stata provocata dal cortisone mescolatosi con il liquido presente in un piede, sul quale ci ho dovuto forzatamente camminare e che al momento dell' infiltrazione era gonfissimo. In pratica avevo un appuntamento di routine in reumatologia fissato da mesi e se non ci fossi andato avrei preso la multa.Il reumatologo lo conoscevo da tempo, all' interno dell' ospedale della mia citta' ed anche al di fuori della struttura per motivi privati. Neppure lui era sicuro sulla diagnosi da formulare per il mio piede gonfissimo:opto' nell' inquadrarla come un attacco di gotta.Io ho i miei dubbi:conosco la gotta e con un piede cosi', in caso di attacco gottoso, urlo per raggiungere i servizi di casa mia:per l'occasione mi sono fatto almeno 500 metri a piedi, piu' 4 piani di scale!
Di cortisone, assunto per bocca o iniettato, ne ho fatto a etti!Ho fatto altre infiltrazioni ad un gomito ed alla schiena, ma non mi e' mai accaduto nulla.
Un professore vascolare di fama internazionale, pur non entrando nei particolari, sconsiglia fermamente questo tipo di terapia.A me pare inverosimile che un reumatologo non s' accorga di aver centrato un' arteria, non avvedendosi che il sangue risale la siringa.Nello stesso tempo sono adirato perche' mi e' stata applicata una terapia che non avrei voluto e per la quale lo specialista non mi ha enunciato i possibili rischi.Non e' stata fatta artrocentosi, l' infiltrazione in un piede avente almeno 2 volte il suo volume normale non e' stata monitorata e non ho potuto attenermi alle 24 ore di riposo previste dai protocolli.La mia Pedidia all' ecodoppler prima era perfetta, ora soggetta ad angio sclerosi o qualcosa del genere.
E' CERTO che se non mi fosse stata fatta quell' infiltrazione, non mi sarebbe accaduto assolutamente nulla di grave!
Queste sono vecende di vita che danneggiano finanziariamente, ma MOLTO di piu' nella psiche.
Dubito che fosse necessaria una firma su un consenso informato, una firma che mancante,sarebbe stato il futile, ma concreto motivo per il quale avrei potuto sperare di vincere in un' azione civile.Per il resto, anche se posseggo una diagnosi coraggiosissima,esatta e sottoscritta di uno specialista della stessa struttura, riguardante l' infiltrazione iatrogena, io della giustizia italiana mi fido ormai MOLTO POCO!
La ringrazio ancora una volte per la sua cortese attenzione.
Buona fortuna.
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente,
le ribadisco la necessità di comprendere:
1) le modalità di accesso alla struttura in cui ha eseguito l'infiltrazione (perché avrebbe dovuto pagare una multa?)
2) le modalità di contatto con lo specialista (già paziente a lui noto e se si da quanto tempo ed in quali circostanze)
3) la diagnosi clinica per cui ha eseguito tale infiltrazione qual'era?
Buona serata
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno......forse ho divagato troppo!
1)Opedale convenzionato con la mutua, se, dopo aver fissato l' appuntamento con l' impegnativa fattami dal reumatologo stesso,per una visita di controllo il paziente non si presenta, si devono pagare 50 eur(mi sembra)

2)Ero paziente noto da alcuni anni.Ho problemi reumatici non ben definiti:psoriasi, gotta, lupus ect ect

3) Non c' era una certezza matematica, ma alla luce dei miei passati di Gotta, l' infiltrazione l' ha voluta fare dicendo che di Colchicina, me ne potevo mangiare una confezione perche'ero assuefatto.
QUESTO E'QUANTO.

Ancora una volta aggiungo:
e' difficile avere degli attacchi di gotta(maschio) con l' acido urico a 5!
...non si e' mai voluta valutare una psoriasi pustolosa diagnosticatami in un'altra struttura specialistica dove si supponevano interessamenti artropatici
.....il reumatologo si e' ostinato per anni a scartare una diagnosi di Lupus fattami da 2 diversi luminari di settore alla luce della quale(farfalla complementi e anti-DNA compresi), mi sono cuccato anni di cortisone e Plaquenil(d' altronde a quei tempi lui non c' era).
La ringrazio ulteriormente per l' attenzione.
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente,
direi che il primo problema, sulla scorta del suo racconto, sia quello di capire quale malattia sia alla base del trattamento eseguito (per quale motivo alla fine le ha fatto l'iniezione: gotta, psoriasi o lupus?).
E' importante capire la motivazione clinica per cui le ha effettuato l'iniezione, ovvero il quadro clinico che lei presentava al momento di eseguire l'infiltrazione.
Mi sembra utile se lei potesse copiare le diagnosi che le sono state fatte nel tempo, anche magari rigirando questo consulto nella sezione apposita.
In assenza di una spiegazione chiara del quadro clinico un parere medico legale risulterebbe quanto mai errato.
Buona giornata
[#6]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore.
Innanzi tutto la ringrazio per la sua pazienza.Il motivo per il quale mi fu fatta l' infiltrazione fu: supposto attacco di Gotta acuta.
Supposto perche' in quell' occasione non fu fatta artrocentesi:esame di laboratorio del liquido che gonfiava il mio piede.
Io, il paziente, sono meravigliato di aver potuto percorrere tutta quella strada con un piede in quello stato.Normalmente con la Gotta in fase acuta, al collo del piede come nella fattispecie del caso, non ci si alza dal letto e si passa almeno una notte insonne.
Quel reumatologo mi ha sempre curato per Gotta, mentre io ed altri specialisti, sosteniamo che ci sino una serie di patologie che si accavallano.
Detto fra noi sono un po' deluso:corro per anni dietro ad una patologia e quando sono a buon punto con la certezza diagnostica c' e' sempre qualcuno che ne riscontra un' altra.In tutti i casi la Gotta e' una patologia che, alla luce delle analisi urati, sicuramente mi affligge. Sono tendenzialmente carnivoro e la tengo sotto controllo con Allopurinolo.
Il mio punto di vista da profano, ma paziente, e' quello che il reumatologo non abbia centrato la capsula articolare e che abbia iniettato in parte nella Pedidia.
In diversi anni, a parte un dottore francese e un dottore vascolare italiano, non ho ancora trovato uno specialista di settore che mi abbia spiegato gli iatrogeni effetti di un' iniezione di cortisone retard in un' arteria.
La mia personalissima impressione e' quella che:
il Triamcinolone acetonide(3mesi) fortunatamente non esacetonide(6mesi) e quindi di piu' lungo effetto e' entrato in parte nella Pedidia,ha cristallizzato ed occluso i capillari delle dita.Passati i 3 mesi i cristalli si sono diluiti ed il sangue ha nuovamente irrorato le dita.Il tessuto si e' riformato, ma il sistema nervoso ne risultera' compromesso per sempre perche' non soggetto a rigenerazione.
Questo e' quello che dopo anni di ricerche io, ponderatamente, penso.
Come peraltro penso che ad un eventuale giudice,alla luce della mia comprovata sfortuna, di quello che io penso, non freghi nulla.
E' per questo motivo che chiedevo ai primordi,se per praticare una tale terapia c' era bisogno del consenso informato:il giudice guarda quello=la quisquiglia burocratica non perfettamente a norma di legge.
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente,
se ha ottenuto pareri specialistici che attestano l'errore nella procedura di infiltrazione non mi sembra che la procedura della informazione e del consenso le sia di grande aiuto.
Francamente, dato che lo specialista la aveva in cura da anni e che il quadro clinico era quello di un attacco gottoso sulla informazione non vi era molto da dire così come il consenso che, trovandosi lei continuamente in cura dallo stesso medico e nella stessa struttura, potrebbe essere implicito (per assurdo e solo come esempio sarebbe come pensare se un soggetto dializzato dovesse essere informato e firmare un consenso ogni volta che effettua la dialisi).
Francamente, ripeto, appare sufficiente la dimostrazione dell'errore tecnico nella somministrazione del farmaco (chiaramente se sussiste l'errore tecnico ma da quello che lei afferma sembra piuttosto chiaro).
Cordiali saluti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore.
Ho capito perfettamente il contenuto della sua gentile risposta.
Penso che a fine ferie, non le mie, ma quelle dei preposti, intraprendero'un' azione civile nei confronti di quel reumatologo, anche se mi dispiace perche' lui non voleva assolutamente farmi del male.
La mia e' una guerra quasi psicologica con quella struttura ospedaliera.Un luogo dove ti guariscono un quasi centenario per fratture cervicali scomposte plurime e ti scompongono ingessandoti una fratturina composta.
Oltre ad alcuni documenti stranieri, posseggo 2 referti simili di un CORAGGIOSO dottore vascolare della struttura stessa, uno recita:

visita con ecodoppler=pregressa ischemia sx, per infiltrazione iatrogena di cortisone in arteria……..flusso conservato ad eccezione della Pedidia sx, dove si evidenziano note di angiosclerosi

A questo punto o si dovrebbe licenziare quel dottore vascolare perche' soggetto a turbe psicotiche convulsive, o io dovrei avere ragione!
Purtroppo non ci sara'nessun globulo bianco o rosso che testimonierà a mio favore e la lotta sara' basata su an' altra non ben definita' serie di "fattori concasuali", scatenanti la patologia che non dice nulla di concreto , ma che riempiera' le orecchie del giudice.
Sara' una lotteria direttamente proporzionale alla scrupolosita' del giudice che mi verra' assegnato.
Nella rosea speranza che il giudice stesso non sia a cena la sera prima dell' udienza con il liquidatore dell' assicurazione, marpioni e affini.
Saro' esagerato,malfidente, ma ho il sospetto, supportato da altri specialisti di settore che per storie ben piu' gravi e palesi di questa, la cosa possa essermi gia' accaduta.
Se faro' ancor parte della societa' dei viventi, mi prefiggo che le faro' sapere com' e' andata.
Le porgo i miei piu' cordiali saluti e la ringrazio per le sue delucidazioni.