Esame del capello per il rinnovo della patente
Per il rinnovo della patente fino all'anno scorso mi effettuavano l'esame del capello e delle urine...solo che nel capello mi cercavano solo cocaina ed eroina,e per queste sostanze non ho alcun problema non avendone mai fatto uso!
Ad ogni rinnovo non consumavo cannabis un mese prima della data dell'esame per essere sicuro di avere le urine pulite,ed è sempre andato tutto bene.
Quest'anno ho un problema,nella richiesta degli esami sono presenti i cannabinoidi anche nel capello,ed io è solo un mese che non ne faccio uso...risulterò positivo?
Ho i capelli lunghi più di 6cm...io credo che risulterò positivo...vorrei avere un Vostro parere professionale per sapere se andrò incontro ad un rinnovo oppure no.
Anche se la cosa mi sembra assurda,visto che i cannabinoidi fanno parte delle droghe leggere,anche se non esiste più questa distinzione,che si cerchi anche questa sostanza nel capello.(sfogo personale)
Grazie per la cortese attenzione.
Distinti saluti.
Ad ogni rinnovo non consumavo cannabis un mese prima della data dell'esame per essere sicuro di avere le urine pulite,ed è sempre andato tutto bene.
Quest'anno ho un problema,nella richiesta degli esami sono presenti i cannabinoidi anche nel capello,ed io è solo un mese che non ne faccio uso...risulterò positivo?
Ho i capelli lunghi più di 6cm...io credo che risulterò positivo...vorrei avere un Vostro parere professionale per sapere se andrò incontro ad un rinnovo oppure no.
Anche se la cosa mi sembra assurda,visto che i cannabinoidi fanno parte delle droghe leggere,anche se non esiste più questa distinzione,che si cerchi anche questa sostanza nel capello.(sfogo personale)
Grazie per la cortese attenzione.
Distinti saluti.
[#1]
Vengono sempre ricercate tutte le sostanze stupefacenti sui capelli con una lunghezza di 6 cm. e con rinnovi che possono essere anche di 1 anno alla volta. Pertanto per avere il rinnovo della patente, non bisogna più assumere tali sostanze, altrimenti l'esame sarà positivo.
Per approfondire: "Esame del capello: domande e risposte"
Dr. Maurizio Golia Specialista Medicina Legale e Medicina Preventiva Lavoratori tel. 339/7303091
Brescia - Cremona - Bergamo - Verona
[#2]
Nel corso degli anni i controlli per il rinnovo delle patenti (dopo il ritiro per uso di sostanze) sono più severi nell'interesse di tutti.
Quindi nel suo caso la ricerca sul capello interessa tutte le sostanze stupefacenti e dopo vari anni di uso-abuso nel capello c'è un accumulo che risulta sempre presente fino a quando per alcuni mesi non ne fa più uso.
Pertanto per risultare negativa la ricerca di sostanze nel capello deve evitare l'assunzione di sostanze per alcuni mesi e spero per sempre.
Saluti
Quindi nel suo caso la ricerca sul capello interessa tutte le sostanze stupefacenti e dopo vari anni di uso-abuso nel capello c'è un accumulo che risulta sempre presente fino a quando per alcuni mesi non ne fa più uso.
Pertanto per risultare negativa la ricerca di sostanze nel capello deve evitare l'assunzione di sostanze per alcuni mesi e spero per sempre.
Saluti
Dott. Vito Carlucci
[#3]
Medico legale, Medico delle dipendenze
Premessa ad ogni parere in merito al suo problema è che se si vuol guidare in sicurezza si devono prima abbandonare stili di vita che possono ragionevolmente incidere negativamente sull’idoneità alla guida. Ed usare abitualmente o anche solo sporadicamente cannabinoidi è uno stile di vita probabilmente poco salutare ma certamente marcatamente pericoloso per la guida al di là di moralismi e pregiudizi: purtroppo i cannabinoidi (THC) si sono rivelati più pericolosi di altre droghe conosciute come “maggiori” o pesanti, ad es. degli stessi oppiacei, per motivi che qui non è opportuno trattare e che potrebbero essere magari oggetto di specifico ulteriore quesito da parte sua e/o di altri lettori…
Detto ciò, mentre la determinazione di oppiacei e cocaina nel capello è prassi acquisita da anni ed anni, è davvero da poco tempo che in Italia sono state standardizzate nei Laboratori di Tossicologia Forense qualificati (di solito tali Laboratori sono operativi all’interno di Istituti Universitari di Medicina Legale), ma non ancora in tutti, metodiche e procedure capaci di dosare nel capello il THC con precisione ed affidabilità “a prova di bomba”. Ecco il perché della “novità” da lei registrata e con la quale deve fare i conti.
La risposta puntuale al suo quesito è (purtroppo per lei) : “certo che risulterà positivo”. Poichè il capello cresce all’incirca di 1 cm al mese, sarà la parte più lontana dal bulbo (ossia quella più vicina alla punta) a risultare positiva anche nel caso di un capello “corto”; e non sarebbe saggio spuntarsi i capelli o meglio rasarseli fino ad accorciarseli ad 1 cm, perché non glieli preleverebbero …
Sul piano legale devo però aggiungere, sulla base della mia esperienza peritale in materia (ma sempre ricordando la premessa circa l’opportunità anzi la necessità di smettere PRIMA le canne e POI pensare a guidare, a tutela dell’incolumità e della vita propria ed altrui…!) che non è così scontato che nei luoghi deputati a prelievo, custodia e analisi di matrici biologiche destinate ad esami tossicologici siano veramente rispettate le norme, ben stabilite da protocolli e linee guida, che prima di tutto contemplano e disciplinano la cosiddetta “catena di custodia”. Trattasi di norme riguardanti i prelievi sia di urine che di capelli; esse sono state poste a garanzia della qualità del dato finale altresì detto “rapporto analitico” così come a garanzia del cittadino che deve essere valutato dalle CML (commissioni patenti) rispetto a possibili “false positività” o comunque ad errori dalle sicure e pesantissime conseguenze ben raffigurate dall’equazione “inidoneità = perdita di autonomia = perdita secca economica + umiliazione”; tali norme sono però “spesso ignote” e “assai spesso ignorate” al di fuori, si ripete, degli Istituti di Medicina Legale per i quali ovviamente rappresentano l’ABC del lavoro quotidiano. E’ così che un buon Avvocato assieme ad un buon Consulente medico possono riuscire ad invalidare senza soverchie difficoltà un dato di Laboratorio improvvidamente e malamente ottenuto. Ma non è affar semplice, certamente, essendo necessari tre requisiti a mio parere per la figura del Consulente medico: 1-competenza tecnica elevata e trans-specialistica in campo medico legale e tossicologico forense; 2 - professionalità; 3 - pervicacia. In concreto, vale il principio per cui se l’esame del capello risulta THC - e non vi sono altri elementi di giudizio di natura tossicologica ostativi al riguardo ( ad es. soggetto stralunato e visibilmente sotto effetto di qualcosa, oppure che dichiara abuso attuale, ecc) allora tutto deporrà per l’idoneità alla guida; se invece l’esito del test è THC + allora prima di dichiarare il soggetto inidoneo bisognerà escludere che il capello sia stato contaminato da THC ambientale (fumo di cannabinoidi che si va a depositare sulla corteccia del capello anche in assenza di qualsivoglia assunzione da parte del soggetto per via inalatoria !). Ma se si dimostra che in qualche suo punto la catena di custodia (prelievo di due campioni il primo per l’analisi, il secondo per l’eventuale controanalisi richiesta dall’interessato, etichettatura alla presenza dell’interessato che vi appone la propria firma, protezione del campione dalla luce solare e da altri agenti fisici ambientali che lo possono alterare, sua corretta conservazione in generale e tracciabilità dei suoi spostamenti /manipolazioni prima della determinazione analitica, impiego su di esso dell’unica metodica di laboratorio valida che è la gasmassa, ecc ecc) è stata difettosa o addirittura clamorosamente inosservata , allora qualsiasi dato di laboratorio sarà invalidabile “tout court” quand’anche non si volesse minimamente tener conto del parametro della contaminazione ambientale di cui sopra.
Detto ciò, mentre la determinazione di oppiacei e cocaina nel capello è prassi acquisita da anni ed anni, è davvero da poco tempo che in Italia sono state standardizzate nei Laboratori di Tossicologia Forense qualificati (di solito tali Laboratori sono operativi all’interno di Istituti Universitari di Medicina Legale), ma non ancora in tutti, metodiche e procedure capaci di dosare nel capello il THC con precisione ed affidabilità “a prova di bomba”. Ecco il perché della “novità” da lei registrata e con la quale deve fare i conti.
La risposta puntuale al suo quesito è (purtroppo per lei) : “certo che risulterà positivo”. Poichè il capello cresce all’incirca di 1 cm al mese, sarà la parte più lontana dal bulbo (ossia quella più vicina alla punta) a risultare positiva anche nel caso di un capello “corto”; e non sarebbe saggio spuntarsi i capelli o meglio rasarseli fino ad accorciarseli ad 1 cm, perché non glieli preleverebbero …
Sul piano legale devo però aggiungere, sulla base della mia esperienza peritale in materia (ma sempre ricordando la premessa circa l’opportunità anzi la necessità di smettere PRIMA le canne e POI pensare a guidare, a tutela dell’incolumità e della vita propria ed altrui…!) che non è così scontato che nei luoghi deputati a prelievo, custodia e analisi di matrici biologiche destinate ad esami tossicologici siano veramente rispettate le norme, ben stabilite da protocolli e linee guida, che prima di tutto contemplano e disciplinano la cosiddetta “catena di custodia”. Trattasi di norme riguardanti i prelievi sia di urine che di capelli; esse sono state poste a garanzia della qualità del dato finale altresì detto “rapporto analitico” così come a garanzia del cittadino che deve essere valutato dalle CML (commissioni patenti) rispetto a possibili “false positività” o comunque ad errori dalle sicure e pesantissime conseguenze ben raffigurate dall’equazione “inidoneità = perdita di autonomia = perdita secca economica + umiliazione”; tali norme sono però “spesso ignote” e “assai spesso ignorate” al di fuori, si ripete, degli Istituti di Medicina Legale per i quali ovviamente rappresentano l’ABC del lavoro quotidiano. E’ così che un buon Avvocato assieme ad un buon Consulente medico possono riuscire ad invalidare senza soverchie difficoltà un dato di Laboratorio improvvidamente e malamente ottenuto. Ma non è affar semplice, certamente, essendo necessari tre requisiti a mio parere per la figura del Consulente medico: 1-competenza tecnica elevata e trans-specialistica in campo medico legale e tossicologico forense; 2 - professionalità; 3 - pervicacia. In concreto, vale il principio per cui se l’esame del capello risulta THC - e non vi sono altri elementi di giudizio di natura tossicologica ostativi al riguardo ( ad es. soggetto stralunato e visibilmente sotto effetto di qualcosa, oppure che dichiara abuso attuale, ecc) allora tutto deporrà per l’idoneità alla guida; se invece l’esito del test è THC + allora prima di dichiarare il soggetto inidoneo bisognerà escludere che il capello sia stato contaminato da THC ambientale (fumo di cannabinoidi che si va a depositare sulla corteccia del capello anche in assenza di qualsivoglia assunzione da parte del soggetto per via inalatoria !). Ma se si dimostra che in qualche suo punto la catena di custodia (prelievo di due campioni il primo per l’analisi, il secondo per l’eventuale controanalisi richiesta dall’interessato, etichettatura alla presenza dell’interessato che vi appone la propria firma, protezione del campione dalla luce solare e da altri agenti fisici ambientali che lo possono alterare, sua corretta conservazione in generale e tracciabilità dei suoi spostamenti /manipolazioni prima della determinazione analitica, impiego su di esso dell’unica metodica di laboratorio valida che è la gasmassa, ecc ecc) è stata difettosa o addirittura clamorosamente inosservata , allora qualsiasi dato di laboratorio sarà invalidabile “tout court” quand’anche non si volesse minimamente tener conto del parametro della contaminazione ambientale di cui sopra.
[#4]
Utente
Grazie per le risposte che sono state molto esaurienti.
Comunque con rammarico devo dire che probabilmente perderò il lavoro visto che mi risospenderanno la patente...e dato che credo sia impossibile eliminare le tracce di THC esistenti nel capello...ormai sono rassegnato.
Ma non credo sia moralmente accettabile rovinare la vita di un ragazzo normale,che svolge il suo lavoro con coscienza e forte applicazione,non tossicodipendente(ritengo sia impossibile essere dipendenti dai "famigerati spinelli"),solo perchè nel week-end e quindi durante il mio tempo libero,ogni tanto si fumi una canna.
Non si fa del male a nessuno,non si creano problemi a famiglia o altre persone,non si altera la persona ed il senso delle responsabilità.
E' da quando ho 15 anni che saltuariamente consumo cannabinoidi eppure ho conseguito il diploma e ho sempre fatto lavori di resposabilità e che necessitassero grande qualità nel loro svolgimento.
Quindi la domanda che pongo a scopo riflessivo è:"E' giusto demonizzare tanto una sostanza che a causa dell'ignoranza nei suoi confronti viene resa più pericolosa ed eguagliata con altre molto più pesanti?".
E non mi si venga a dire che le sostanze a base di cannabinoidi sono più pericolose alla guida di altri stupefacenti,perchè ho conosciuto purtroppo persone che consumano eroina o cocaina,e ho visto gli effetti che causano e non sono da paragonare ai cannabinoidi...nemmeno per scherzo!!...direi che sono molto più gravi e significativi.
Chiedo scusa per lo sfogo personale.
Ma se l'Italia si perde in queste piccole cose,quando per strada ci sono spacciatori,soprattutto extracomunitari che vendono sostanze come cocaina,chetamina(che non so neanche cosa sia!...ne ho sentito parlare da ragazzini di 16 anni),eroina a ragazzini di 15/16 anni appunto...allora siamo proprio in un paese malconcio...e del resto non è una novità...
Cordiali saluti.
Comunque con rammarico devo dire che probabilmente perderò il lavoro visto che mi risospenderanno la patente...e dato che credo sia impossibile eliminare le tracce di THC esistenti nel capello...ormai sono rassegnato.
Ma non credo sia moralmente accettabile rovinare la vita di un ragazzo normale,che svolge il suo lavoro con coscienza e forte applicazione,non tossicodipendente(ritengo sia impossibile essere dipendenti dai "famigerati spinelli"),solo perchè nel week-end e quindi durante il mio tempo libero,ogni tanto si fumi una canna.
Non si fa del male a nessuno,non si creano problemi a famiglia o altre persone,non si altera la persona ed il senso delle responsabilità.
E' da quando ho 15 anni che saltuariamente consumo cannabinoidi eppure ho conseguito il diploma e ho sempre fatto lavori di resposabilità e che necessitassero grande qualità nel loro svolgimento.
Quindi la domanda che pongo a scopo riflessivo è:"E' giusto demonizzare tanto una sostanza che a causa dell'ignoranza nei suoi confronti viene resa più pericolosa ed eguagliata con altre molto più pesanti?".
E non mi si venga a dire che le sostanze a base di cannabinoidi sono più pericolose alla guida di altri stupefacenti,perchè ho conosciuto purtroppo persone che consumano eroina o cocaina,e ho visto gli effetti che causano e non sono da paragonare ai cannabinoidi...nemmeno per scherzo!!...direi che sono molto più gravi e significativi.
Chiedo scusa per lo sfogo personale.
Ma se l'Italia si perde in queste piccole cose,quando per strada ci sono spacciatori,soprattutto extracomunitari che vendono sostanze come cocaina,chetamina(che non so neanche cosa sia!...ne ho sentito parlare da ragazzini di 16 anni),eroina a ragazzini di 15/16 anni appunto...allora siamo proprio in un paese malconcio...e del resto non è una novità...
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 93.3k visite dal 02/08/2010.
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