Quando mi rivolgo al medico curante, per ogni sintomo mi prescrive un medicinale

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Gentili Dottori
mi rivolgo a voi perchè ho bisogno di un consiglio. Premetto che non ho ancora capito quale sia effettivamente il mio problema, so solamente che la mia attenzione è esclusivamente rivolata a tutti i sintomi che manifenta (o presumo che manifesti) il mio corpo. Sono sempre stata un soggetto ansioso, ma sempre nei limiti della normale tolleranza e senza che ciò condizionasse la mia vita.
Ora invece non vivo più e la cosa che più mi angoscia è che ho l'impressione che la situazione peggiori piuttosto che migliorare. Tre mesi fa ho subito un untervento chirurgico per l'aspotazione della tiroide e di un noduolo sospetto. La convalescenza sembra non finire più: prima le crisi di ipocalcimia, poi una brutta influenza. Certo nel frattempo sto piano piano riprendendo la nornmale vita: famiglia, casa, lavoro, ecc., ma quanta fatica! Vivo da tre mesi svegliandomi la mattina con la speranza di sentirmi meglio del giorno prima, ma poi tutto il giorno è un susseguirsi di vari malesseri: capogiri, nausea, dolore al collo, senso di soffocamento, tremori, debolezza, senzione di avere la testa sotto pressione. Non riesco a capire se sono veri malesseri fisici o attacchi di panico. I Controlli? L'endocrinologo mi ha controllato due volte i valori e dice che sto gradatamente tornando nei giusti parametri. Quando mi rivolgo al medico curante, per ogni sintomo mi prescrive un medicinale: per i capogiri la betaistina, per i bruciori e dolori alla ferita e alla gola l'antibiotico, per la nausea corretta alimentazione, ecc, limitandosi a rassicurarmi sul fatto che queste medicine non mi faranno male (sa che ho il terrore di assumere medicine dopo che qualche anno fa ebbi una reazione allergica all'aspirina) ma senza mai appofondire sulle cause.
Nessuno poi mi rassicura sul fatto che a distanza di tre mesi dall'intervento è normale che ancora senta dolore all'interno del collo, senzazione di torpore alle mascelle, difficoltà a parlare per la sensazione di paralisi, sensazione di estrema fatica per muovere le braccia o per camminare. Ecco perchè quando comincio a sentire questi sintomi evidentemente mi faccio prendere dal panico e di conseguenza mi sento ancora peggio. Quando la cosa diventa proprio insostenibile prendo 5-6 gocce di alplazolam, ma ormai vedo che anche questo comincia a servire poco. Vorrei tornare a sentirmi dinuovo serena, svegliarmi la mattina con l'entusiamo di affrontare la giornata e se è normale che ancora non sia in completa forma accettare questo con serenità. Perchè mi rivolgo a Voi? Perchè avendo terrore delle medicine (quando mi sveglio la mattina mi angoscia sapere che per il resto della mia vita tutte le mattine dovrò assumere la compressa di Eutirox) per essere aiutata vorrei rivolgermi alla medicina non convenzionale perchè ne ho sentito parlare bene e perchè non ricorre ai medicinali, ma sono completamente ignorante in merito. Perciò vi prego consigliatemi: sto facendo bene?
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Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale 1.5k 79 23
Gentile Signora,

credo che al momento debba avere pazienza, ha subito un importante intervento chirurgico ed il suo organismo necessita di tempo per recuperare equilibrio e benessere.

Sono certo che farà cosa buona in futuro a rivolgersi ad un collega esperto in medicina non convenzionale (omeopatia, omotossicologia) che conoscendola potrà suggerirle di volta in volta la terapia corretta per tutti i suoi disturbi.

Cordiali saluti.

Dr. Riccardo Ferrero Leone
Nutrizione clinica - Omeopatia - Omotossicologia
www.leonelifestyle.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Leone,
intanto La ringrazio infinatamente per l'attenzione.
Il problema non credo sia la pazienza, perchè il fatto che il fisico abbia bisogno di tempo per recuperare equilibrio e benessere lo capisco bene, ma solo in quei momenti che ormai definisco "di lucidità". Il vero problema credo che sia la mancanza di sostegno postoperatorio proprio a livello emotivo: ripeto nessuno mi ha spiegato quali sarebbero stati gli effetti dell'ipotiroidismo e per quanto tempo (considerando anche gli aspetti soggettivi) si sarebbero potuti manifestare, nessuno mi ha spiegato per quanto tempo avrei sentito questo senso di oppressione alla gola. Proprio oggi, ad esempio, non sono riuscita a mangiare niente perchè avevo l'impressione che stavo per strozzarmi. Allora la mia mente comincia a pensare che può esserci qualche problema alla ferita interna, poi per cercare di tranquillizzarmi mi dico che dopo tre mesi ormai non possono esserci ancora problemi di cicatrizzazione. Ecco questo è giusto un esempio di come e su cosa il mio pensiero è concentrato per tutto il santo giorno: un giorno è il dolore, un giorno la debolezza, un giorno le fibrillazioni, un altro le vertigini, ecc. ecc.......
Questo stato d'animo mi sta facendo chiudere in me stessa, ho l'impressioen che sarà così per tutta la vita, che qualcosa non sta funzionando per il verso giusto.
Io che ero così forte, così resistente, sempre pronta a trascinare gli altri in una uscita, una cena, una gita, sempre all'altezza dei miei impegni, ora mi sento inadeguata a tutto, mi sto chiudendo in me stessa. Evito persino di intraprendere una conversazione per evitare di diventare una lagna, la mia faccia è diventata una maschera di tristezza. Ho paura che quando fisiologicamente il mio fisico avrà riconquistato il suo equilibrio la mia depressione non mi consentirà di apprezzarne il benessere. Ecco perchè vorrei un sostegno in questa fase, e soprattutto vorrei avere rassicurazione sul fatto che effettivamente tutto sta procedendo per il verso giusto e che non ci sono altri problemi.
Grazie ancora per l'attenzione e la saluto.
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Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale 1.5k 79 23
Cara Signora,

non è raro che dopo un intervento chirurgico ci si possa sentire 'strani', come se ci fosse sempre qualcosa che non va, sempre nel timore che anche un sintomo banale possa dipendere da quanto appena vissuto.
Dal punto di vista tecnico posso dirle che la diagnostica moderna e le competenze mediche specialistiche le devono dare sicurezza sul buon esito dell'intervento;
forse non saranno state spese parole sufficienti per prepararla a tutte le possibili sequele alle quali sarebbe andata incontro ma anche questi sono fattori variabili in funzione della risposta soggettiva all'intervento.

Dalle sue parole trapela a mio avviso una perdita di fiducia in se stessa, teme di non poter tornare ad essere come prima, il corpo guarirà ma io sarò in uno stato di depressione che non mi farà apprezzare il benessere...
perchè!?
Perchè tutto questo,
proiettarsi in negativo per il prossimo futuro, seminando così suo malgrado una condizione di malattia, senza speranza.

Lei ha tutti gli strumenti per star bene come prima di questi eventi, superato lo strascico fisico sarà tutto come prima, anzi meglio.
Deve però impegnarsi in positivo in questo senso, deve favorire tutte le espressioni di benessere di cui è capace, oggi parzialmente limitate da qualche disturbo fisico, domani complete e libere da ogni legame con il passato.
Solo così potrà relegare alla giusta dimensione quanto oggi la limita e recuperare in breve una piena condizione di salute.

Saluti cordiali.




[#4]
dopo
Utente
Utente
Il problema è che io mi sento già "in una condizione di malattia senza speranza", ma non credo di aver perso la fiducia in me stessa. Quando sto bene mi sento veramente un leone, basta un attimo per farmi crollare.
Deriva da questo la mia necessità di non essere sola in questo momento, di avere un aiuto qualificato che mantenga costanti quelle fasi di ottimismo. Davvero non vorrei che le cose di spingessero oltre un punto irreversibile.
Devo confessarLe una cosa dottore: io ripeto non conosco i metedi della medicina alternativa, ma se le confortanti parole che mi ha scritto (sicuramente innanzitutto frutto della sua sensibilità) fanno parte di questi metodi, allora può essere sicuramente efficace, perchè quanto mi ha scritto mi ha fatto bene.
La ringrazio infitamente dottore.
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