Diagnosi iridologo

L'area di Medicina non Convenzionale è riservata ai soli perfezionati in tali discipline, quindi non sarà possibile ricevere risposte da altri specialisti. Teoria e pratica delle discipline di Medicina non Convenzionale ad oggi non sono ancora sostenute da sufficiente sperimentazione scientifica e sono disciplinate dal codice di deontologia medica (art. 15)

Gntili medici, vorrei avere maggiori chiarimenti relativamente alla diagnosi fattami dall' iridologo:
distonia ansiosa tiroidea con alterazione emuntoria epatica renale intestinale dei metaboliti glicolipidici, ad evoluzione allergica reumatica. Gastroenterocolite spastica.Rettoproctite.
In pratica di cosa mi potri ammalare? E poi mi ammalerò sicuramente?
Certa di una risposta, grazie.
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Gentile signore,
l'esplorazione dell'iride è molto ricca di informazioni sulla costituzione del soggetto e sulla disponibilità, quindi, ad andare incontro ad alcuni aspetti patologici piuttosto che ad altri in presenza di un disequilibrio.
Non si tratta dunque di una "diagnosi" nei termini abituali della medicina. In più sono usate spesso dele descrizioni relative agli organi prese a prestito dalla terminologia della medicina tradizionale cinese nella quale non vi è una corrispondenza puntuale con i termini anatomo-fisiologici della medicina di estrazione culturale europea.
Da quel che ci scrive, l'iridologo pone principalmente l'accento su aspetti del metabolismo, anche se esprime poi ulteriori valutazioni che alla fine allargano il campo delle possibilità in maniera così ampia da risultare, purtroppo, inutile nella pratica.
Non è possibile rispondere in maniera dettagliata alla sua prima domanda, di che cosa potrebbe ammalarsi, ma la seconda domanda - mi ammalerò sicuramente? - si presta ad una ulteriore riflessione. Il valore preventivo di molte metodologie di medicina non convenzionale permette di porre l'attenzione sui comportamenti più idonei da assumere, proprio per evitare di incorrere in disequilibri e in possibili patologie. Ciò non vuol dire che possiamo eliminare ogni rischio, ma che possiamo limitare o correggere quelle particolari abitudini che la delicatezza di quell'organismo tollera meno, rispetto ad un altro, e preservarne più a lungo lo stato di salute.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.