Reintervento protesi bryan

per prima cosa grazie per il tempo che ci dedicate. A distanza di 8 anni dall'impianto di una bryan al collo, con risultati eccellenti, la visita di oggi mi ha prospettato la possibilità di reintervento poiche la gabbia si è calcificata e il canale un po' ostruito. i sintomi sono un "doloretto" più o meno fisso alla spalla e bracciodx.
fermo restando la massima fiducia nel dottore che mi ha operato e visitato, volevo la vostra opinione e esperienza in merito ai vostri casi, e anche a una nuova protesi in carbonio che sembra essere migliore della bryan. non ho chiesto però (dalla rabbiapaura) che rischi ci sono a lavorare così tanto sulle vertebre (leva bryan - pulisci - metti nuova protesi) e fare danni irreversibili sul midollo.
ringrazio tanto in anticipo
[#1]
Neurochirurgo attivo dal 2009 al 2010
Neurochirurgo
Anche se i dati in letteratura a riguardo non sono corroborati da lunga esperienza (data la giovane età della protesi mobile rispetto alle più vecchie protesi fisse - dette "cage"), è comunque possibile che le protesi mobili (come la Bryan) si calcifichino a distanza di tempo.

Quindi, in sostanza, la calcificazione (ossificazione, meglio) di una protesi mobile non significa che un intervento sia andato male ma è una possibile (ancorchè poco frequente) eventualità dell'artroplastica (così si chiama l'intervento che prevede la sostituzione del disco intervertebrale con una protesi mobile).

Ciò premesso, è importante considerare che disturbi comporti l'ossificazione.

Se lamenta solo un "doloretto" e non ha segni neurologici rilevabili alla visita medica, allora le immagini diagnostiche hanno una rilevanza trascurabile: d'altra parte, il neurochirurgo opera una persona, non la sua Risonanza.

Se, quindi, le è stata data un'indicazione all'intervento, è evidente che il collega che l'ha visitata ha riscontrato qualche segno più importante.

E, anche se ha dimenticato di chiederglielo, sicuramente il suo neurochirurgo le dirà che un reintervento espone il paziente a rischi maggiori rispetto alla stessa procedura fatta ex-novo.

I danni al midollo sono rischi sempre presenti quando si effettui un intervento di ernia cervicale.

Ma, in ogni caso, sono rischi "controllati", che cioè corre in un ambiente (l'ospedale) che profonderà il massimo impegno per evitarli.

Cordialmente,
Luca Arpino
[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
la ringrazio delle info. so che i suoi colleghi hanno fatto e faranno il meglio. comunque mi hanno detto di verifivare nei prossimi mesi l'evolversi dei sintomi. spero di non dovermi rioperare
grazie ancora
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
condivido ovviamente quanto già detto dal collega Arpino.
Giustamente la rimozione di una protesi come la Bryan andrà effettuata se ricorrono gli estremi di gravi disturbi neurologici, in quanto tale intervento non è tecnicamente agevole soprattutto dopo tutti questi anni.
Infatti per rimuovere la Bryan sarà verosimilmente necessaria una parziale asportazione del corpo vertebrale con l'innesto di cages e non più della Bryan.
Quindi una decisione da prendere con molta attenzione.

Cordialmente
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
ancora un grazie:
quindi tutto dipende dai sintomi. con il fastidio che ho oggi a causa della sofferenza delle radici nervose per la crescita di "osso" potrei anche convivere, ma se si acutizza secondo il chirurgo occorre studiare un possibile intervento. ma se lascio tutto così, visto che dovrei affrontare la "noia" post operatoria dell'innesto di cages, non ho lo stesso risultato? o forse è indispensabile eliminare la sofferenza ai nervi per non rischiare gross danni?
grazie mille
[#5]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
E' chiaro che se vi è un pericolo di compressione delle radici nervose o del midollo, l'intervento si impone.
E' altresì chiaro che l'intervento si attuerebbe per emendare una situazione di possibile pericolo.
Se poi fra otto anni vi dovessero essere analoghi problemi...si vedrà fra otto anni.

Cordialmente